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  • Lunedì 15 novembre 2021

La crisi di identità dei jeans

Per decenni ogni fase della moda ha avuto il suo modello-simbolo: quella attuale sembra caratterizzata dalla sua assenza

Thor Alvis on Unsplash
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Dalla seconda metà del Novecento inoltrata, i jeans e in generale i capi di abbigliamento in denim contribuiscono a scandire fasi diverse della moda, e più o meno ogni decennio è associato a un modello o uno stile particolare. Da quelli a zampa di elefante degli anni Settanta a quelli a vita alta degli anni Ottanta, dallo stile “normcore” dei jeans larghi e chiari tipici degli anni Novanta alla vita bassa degli anni Duemila, resa famosa da Paris Hilton e Britney Spears e adottata da milioni di adolescenti che apprezzarono la trasgressione di mostrare la biancheria intima. Negli ultimi dieci anni, invece, sono stati i modelli attillati – skinny – i più diffusi.

Ma attualmente non sembra esserci nessun modello particolare che prevalga sugli altri nel delineare il gusto del momento. Si prevede che nelle prossime collezioni vedremo molti jeans larghi (più precisamente baggy, in inglese) e soprattutto a vita bassa, per la quale si prevede un consistente ritorno che seguirà quello degli ultimi anni dei “mom jeans” a vita alta. Nei negozi però le vetrine continuano a essere piuttosto eterogenee e a esibire modelli di ogni tipo: a “sigaretta”, scampanati, skinny, strappati e così via. Probabilmente, anche questo fenomeno è a suo modo indicativo del gusto contemporaneo in cui i trend collettivi sono diventati meno rilevanti rispetto al passato, in favore di tendenze più fugaci e frammentate.

In un recente articolo del New York Times, la giornalista Haley Nahman si chiede se il denim – il tessuto di cui sono fatti di solito i jeans – sia in crisi di identità. Nahman scrive che alla domanda “Che tipo di jeans vanno di moda ora?” si possono dare in realtà molte risposte diverse: «Una persona molto giovane e attenta alle tendenze risponderà baggy a vita bassa, mentre i suoi fratelli e sorelle più grandi diranno l’esatto contrario. Qualcuno esperto di economia risponderà invece skinny, con dati a sostegno della risposta».

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Nahman spiega che le cause principali di questo fenomeno sono i social network, lo shopping online e la globalizzazione, tutti fattori che hanno contribuito a trasformare radicalmente la vendita al dettaglio di certi prodotti e che hanno accelerato i ritmi con cui le mode e gli stili si evolvono. Se una volta il ciclo di un capo alla moda durava circa vent’anni, oggi un nuovo stile emerge e acquista rilevanza a «una velocità vertiginosa», tale da far sì che tutto sia di tendenza allo stesso tempo.

 

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Basti pensare a Shein, la app di shopping online definita «il Tik-Tok degli e-commerce». Ogni giorno, Shein aggiunge 1.000 nuovi prodotti al proprio sito. E offre oltre 6.000 modelli diversi di jeans da donna.

È un fenomeno che in realtà riguarda tutto il settore, ma che ha nei jeans – in quanto capo d’abbigliamento tra i più popolari e trasversali per genere, provenienza, età, estrazione sociale – la rappresentazione più evidente. Da tempo ormai i canoni tradizionali della moda vengono messi in discussione, per trasformarla e renderla più inclusiva, meno legata a stereotipi di bellezza giudicati dominanti fino a poco tempo fa. Questo, unito alla diffusione dei social network e delle app come Shein, ha fatto sì che si affermasse uno stile più “personale” e meno basato sui trend collettivi.

Come ha detto al New York Times la designer Katrina Klein, «la mancanza di trend è il trend. Le persone non vogliono più vestirsi tutte allo stesso modo».

C’è anche un altro fattore da considerare, che ha a che fare di più con i jeans in quanto tali. E cioè che molti modelli di jeans, di fatto, non scompaiono mai davvero. I modelli skinny, per esempio, che hanno contraddistinto più di altri lo scorso decennio, hanno ancora un gran successo commerciale, e per questo abbondano ancora negli scaffali dei negozi. Ne aveva scritto anche il sito di Business of Fashion qualche mese fa, in un periodo in cui già c’erano le prime avvisaglie di un ritorno del modello a vita bassa: «A differenza di quelli “a campana” e quelli con lavaggio acido, molti marchi stanno scommettendo sul fatto che i jeans attillati rimarranno a lungo negli armadi dei consumatori».

 

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Secondo Business of Fashion, il modello skinny è destinato a rimanere a lungo in circolazione anche se ormai ha perso il suo status di “modello di riferimento” e se le attenzioni sono concentrate su altri tagli giudicati più trendy. E questo dice molto su come nascano e finiscano le tendenze, oggi: «Nell’ambito dei jeans, che sono, in fin dei conti, un prodotto funzionale adottato da quasi ogni tipo di consumatore, i trend contribuiscono a dare forma all’offerta dei brand, ma di solito non provocano nessuno sconvolgimento». In sintesi, quando si parla di jeans, «è raro che un trend “muoia” davvero».

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