Una canzone di Giacomo Puccini

«Ti raccomando l’ultimo quadro e pensami a quell’intermezzo, per servirmi del coro»

(Hulton Archive/Getty Images)
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Ad aprile i Counting Crows sono in Italia – Milano, Firenze e Padova – nel corso del tour europeo appena annunciato. I biglietti saranno in vendita da venerdì, ci vediamo lì.
Non è ancora la conferma del disco, ma Adele ha fatto sapere che una canzone nuova uscirà il 15 ottobre.
Oggi ha 70 anni Bob Geldof, famoso per il Live Aid, famoso per I don’t like mondays, ma ne ha fatte anche una manciata di altre niente male.
E oggi 60 anni fa era uscito Colazione da Tiffany, e vuoi non fare un giro sulla solita Moonriver?

Coro a bocca chiusa
Giacomo Puccini

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Dalle parti mie ci sono due paesi che hanno avuto aggiunto al loro nome quello di un illustre residente: Quercianella Sonnino e Torre del Lago Puccini. Succede in molti altri posti d’Italia, sono sicuro, ma ora non me ne viene in mente nessuno e piuttosto che guglare mi affido a voi. Comunque, nessuno chiama Torre del Lago aggiungendo Puccini, anche se il suo passaggio è assai segnalato, a cominciare dal lago: andateci, è un bel posto.
Puccini è spesso stato molto pop: come gran parte della musica operistica, ma lui appunto veniva da un posto tra la Versilia e la costa pisano-livornese, e non ci si poteva aspettare altro. Il risultato è che una sua cosa è la più suonata dopo le vittorie sportive insieme a We are the champions dei Queen, per esempio.

Lavorando alla Madama Butterfly, tra le altre cose Puccini scrisse nel 1901 al suo librettista: «Ti raccomando l’ultimo quadro e pensami a quell’intermezzo, per servirmi del coro: bisogna trovare qualcosa di buono. Voci misteriose a bocca chiusa (per esempio). Non so cosa vorrei, ma ci vuole qualcosa, e questo qualcosa lo troverai tu, ne sono certo. A presto dunque». Insomma, chiese al suo paroliere di pensare a una cosa senza parole.
Il coro a bocca chiusa divenne poi una cosa decisiva nell’opera, molto studiata e dibattuta nel suo significato all’interno della storia e della sua conclusione tragica che si sentiva arrivare da lontano e che in questo punto sta cominciando a palesarsi.
Ma sono troppo ignorante per parlarvi di queste cose, e torno al pop: la cosa davvero più “teatrale” intorno alla storia della Madama Butterfly fu l’agguato contro Puccini preparato alla prima della Scala, dove nel 1904 l’opera fu spaventosamente fischiata e contestata (“un linciaggio”), salvo poi venire esaltata nelle successive rappresentazioni e nei 117 anni seguenti. Che è una storia notevole anche per riflettere sul fatto che certi meccanismi contemporanei di aggressione e rivalsa nei confronti di chi abbia grandi visibilità e talenti non sono nati online: «Dopo questo pandemonio, durante il quale pressoché nulla fu potuto udire, il pubblico lascia il teatro contento come una pasqua», scrisse di quella sera Giulio Ricordi, l’editore. Trolls.

Noialtri snob e sdegnati da queste sincere manifestazioni di popolo, in poltrona nei nostri salotti, i levrieri distesi davanti al camino, ci godiamo intanto tanta sommessa dolcezza, protetti da armigeri e fossati. Buona serata.

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