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  • Lunedì 27 settembre 2021

La Chiesa ha imposto un nuovo capo a un influente gruppo di Comunione e Liberazione

Cioè i Memores Domini, che di fatto sono stati commissariati per alcuni problemi di gestione interna

Papa Francesco durante una messa a Sastin, in Slovacchia, lo scorso 15 settembre (Sean Gallup/ Getty Images)
Papa Francesco durante una messa a Sastin, in Slovacchia, lo scorso 15 settembre (Sean Gallup/ Getty Images)

Venerdì la Chiesa cattolica ha imposto un nuovo capo ai Memores Domini, una influente associazione interna a Comunione e Liberazione, il noto movimento cattolico conservatore molto diffuso in Italia. La Chiesa ha fatto sapere che la decisione è stata presa «al fine di custodirne il carisma e preservare l’unità dei membri». Secondo i giornali la decisione del Papa è arrivata dopo anni di tensioni all’interno dell’associazione sulla sua direzione.

Al posto degli organi di governo dell’associazione, il Papa ha nominato come «delegato speciale» con «pieni poteri» Filippo Santoro, vescovo di Taranto ed ex collaboratore di Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione.

I Memores Domini sono uomini e donne, laici, circa 1.600 in tutto, che hanno fatto voto di povertà, castità e obbedienza, anche se in gergo si definisce “consiglio” per distinguerlo dal voto “ufficiale” di sacerdoti, suore e monaci; vivono in case comuni in gruppi da tre a dodici persone sotto il controllo di un sacerdote, con il quale devono confessarsi e discutere le proprie scelte di vita. Il più famoso fra loro è l’ex presidente della Lombardia, Roberto Formigoni. Fino a sabato la presidente dei Memores Domini era Antonella Frongillo; dal 2005 invece il capo di Comunione e Liberazione è lo spagnolo Julian Carrón.

Come ha scritto Il Giornale, il provvedimento non è arrivato a sorpresa, ma era atteso da tempo dai membri dei Memores Domini. L’associazione era osservata da anni dalla Chiesa, dato che alcuni suoi componenti avevano lamentato vari problemi di gestione e chiesto ai capi dell’associazione di modificare lo statuto. Nel 2019 Papa Francesco aveva anche inviato un suo delegato per aiutare l’associazione nell’iter di modifica, ma non se n’era fatto niente. Alcuni membri dell’associazione citati dal Giornale hanno detto che i loro capi avrebbero impedito la revisione, sostenendo di essere «perseguitati» dal Vaticano.

Ma negli ultimi tempi c’erano state diverse tensioni anche fra la Chiesa e Comunione e Liberazione.

Lo scorso giugno il Papa aveva approvato un decreto che prevedeva di limitare a due mandati quinquennali il governo dei gruppi laici, come Comunione e Liberazione, «affinché l’autorità sia un autentico servizio alla comunione contro il rischio di personalismi e abusi».

Carrón, che era stato rieletto per tre volte, aveva comunicato di essere disposto ad adeguarsi e a fare quello che serviva per arrivare all’elezione di un nuovo presidente. Tuttavia, secondo quanto ricostruito dal Giornale tramite fonti interne di CL, quando il 16 settembre Papa Francesco ha ricevuto in Vaticano i rappresentanti dei movimenti ecclesiali chiedendo espressamente la presenza dei presidenti, Carrón aveva inviato il suo vice e un altro delegato, e anche Frongillo – la leader dei Memores Domini – aveva mandato un’altra persona.

Durante il suo discorso per i partecipanti a quell’incontro, Papa Francesco aveva detto: «E cadiamo nella trappola della slealtà quando ci presentiamo agli altri come gli unici interpreti del carisma, gli unici eredi della nostra associazione o movimento – quel caso che ho menzionato prima -; oppure quando, ritenendoci indispensabili, facciamo di tutto per ricoprire incarichi a vita; o quando pretendiamo di decidere a priori chi debba essere il nostro successore». Al momento Comunione e Liberazione non ha commentato ufficialmente la decisione della Chiesa.

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