La proposta per un referendum sulla cannabis ha raggiunto le 500mila firme

Sono state raccolte nel giro di una settimana, soprattutto grazie alla novità della firma digitale

Il comitato promotore per la proposta di un referendum sulla legalizzazione della cannabis ha annunciato di avere raccolto 500mila firme, cioè il minimo necessario previsto dalla Costituzione per indire un referendum. Lo ha fatto sapere in un comunicato stampa diffuso ai giornali. La raccolta di firme era iniziata soltanto una settimana fa, ed è stata agevolata dalla recente possibilità di utilizzare firme digitali per sottoscrivere una proposta referendaria. Se la proposta supererà il controllo della Corte di Cassazione e il giudizio di ammissibilità della Corte Costituzionale, il voto dovrebbe tenersi nella primavera del 2022.

Il quesito referendario – presentato fra gli altri dall’associazione Luca Coscioni – interviene sul Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope sia sul piano della rilevanza penale sia su quello delle sanzioni amministrative di una serie di condotte in materia di droghe. Propone, innanzitutto, di depenalizzare la coltivazione e di eliminare la sanzione della sospensione della patente di guida e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori oggi prevista per tutte le condotte finalizzate all’uso personale di qualsiasi sostanza stupefacente o psicotropa.

Al momento il Partito Democratico non ha preso una posizione ufficiale sul referendum, mentre il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, nei giorni scorsi ha pubblicato un post per sostenere l’iniziativa chiedendo di firmare e di raccogliere le firme necessarie per tenere il referendum.

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L’associazione Luca Coscioni ha fatto sapere che nei prossimi giorni continuerà a raccogliere le firme fino ad arrivare a un ulteriore 15 per cento del minimo richiesto, quindi circa altre 75mila, «per essere certi di poter consegnare il referendum in Cassazione il 30 settembre», termine massimo per presentare le firme raccolte.