• Sport
  • Martedì 17 agosto 2021

La prima e complicata conferenza stampa di Naomi Osaka, dopo mesi

La tennista si era presa una pausa dalle interviste per preservare la sua salute mentale: lunedì si è trovata di nuovo in difficoltà

(David Ramos/ Getty Images)
(David Ramos/ Getty Images)

Lunedì la tennista giapponese Naomi Osaka ha tenuto la sua prima conferenza stampa dopo che per circa tre mesi aveva deciso di non partecipare agli incontri con i giornalisti per tutelare la sua salute mentale. La videoconferenza anticipava il torneo Western & Southern, che inizierà mercoledì in Ohio, ed era partita piuttosto bene: dopo aver risposto a una domanda un po’ insidiosa in maniera titubante, però, Osaka ha lasciato la stanza visibilmente scossa, prima di ricomparire e concludere le interviste dopo alcuni minuti.

La situazione di lunedì è particolarmente significativa per Osaka, che a fine maggio aveva deciso di ritirarsi dal prestigioso torneo Roland Garros di Parigi proprio in seguito al suo rifiuto di partecipare alle conferenze stampa obbligatorie previste dopo le partite. La decisione di ritirarsi per tutelare la sua salute mentale aveva avviato un esteso dibattito sul fatto che atlete e atleti siano spesso vulnerabili rispetto alle pressioni della stampa e insofferenti alle routine poste dai media tradizionali. Aveva peraltro anticipato la discussione ancora più ampia sulla consapevolezza dell’integrità mentale nello sport, riemersa in seguito al ritiro della ginnasta statunitense Simone Biles da quasi tutte le gare dei Giochi Olimpici di Tokyo.

Osaka, che ha 23 anni, non parlava con i giornalisti da una conferenza stampa dello scorso 12 maggio, a seguito della sconfitta contro la statunitense Jessica Pegula agli Internazionali d’Italia. Dopo il ritiro dal torneo di Parigi, aveva saltato anche quello di Wimbledon, e poi aveva deciso di partecipare alle Olimpiadi di Tokyo, dove era stata eliminata al terzo turno e dove comunque non aveva dato interviste.

Lunedì Osaka ha risposto in maniera tranquilla alle prime tre domande ma è stata messa in difficoltà dal giornalista sportivo del Cincinnati Enquirer, Paul Daugherty, che le ha chiesto come facesse a trovare un equilibrio tra l’essere riluttante a parlare coi media e i «suoi molti interessi esterni, che sono al servizio delle piattaforme media».

Osaka ha cominciato a rispondere in maniera cauta e con lunghe pause, dicendo che fin da piccola era sempre stata circondata da un grande interesse mediatico sia per il suo talento che per il suo background (è nata da madre giapponese e padre haitiano ed è cresciuta negli Stati Uniti), e che per questo si sentiva di essere «piuttosto diversa» dagli altri. Ha continuato dicendo di «non poterci fare nulla» se alcune cose che dice o scrive su Twitter «fanno molta notizia» e poi ha aggiunto che «non sa molto bene come trovare un equilibrio», e che «sta cercando di capirlo, come state facendo voi».

Mentre un’altra giornalista le stava facendo la domanda successiva, Osaka ha abbassato la visiera del cappellino che aveva in testa e ha iniziato a passarsi la mano sul volto, asciugando le lacrime, chiaramente scossa dalla domanda precedente. La conferenza stampa è stata poi interrotta dalla moderatrice per dare il tempo a Osaka di ricomporsi e di riprendere l’intervista con più calma.

Secondo l’agente di Osaka, Stuart Duguid, il tono di Daugherty «era del tutto sbagliato» e «il suo unico scopo era intimidirla»: Duguid ha definito il giornalista «un bullo» e ha detto che secondo lui è «l’esempio lampante» del motivo per cui le relazioni tra gli sportivi e la stampa sono così tese. A ogni modo, la conferenza di lunedì ha mostrato come Osaka risenta enormemente delle pressioni dei media, come d’altra parte aveva spiegato lei stessa nel motivare il suo ritiro dal Roland Garros a maggio.

Osaka aveva detto di aver sofferto di lunghi attacchi di depressione fin dal torneo degli US Open del 2018 e aveva spiegato che era stato «molto difficile farci i conti». Aveva detto di «provare molta ansia prima di parlare davanti ai media di tutto il mondo», e che trovava «molto stressante affrontar[li] e dover dare la migliore risposta possibile»; aveva inoltre aggiunto che a Parigi si sentiva «già vulnerabile e agitata» ed era per quello che aveva preferito «prendersi cura di sé» e saltare la conferenza stampa.

Nell’intervista di lunedì, un altro giornalista le ha chiesto se si sia sentita «fiera di aver avuto il coraggio» di lasciare il torneo di Parigi. Osaka ha risposto che in quel momento aveva capito che «era qualcosa che doveva fare per sé stessa», ma che «non ne era proprio orgogliosa», anche perché per un paio di settimane si era quasi vergognata di uscire di casa perché non sapeva se la gente l’avrebbe guardata in un modo diverso.

Allo stesso tempo, ha detto di essersi resa davvero conto dell’importanza della sua decisione alle Olimpiadi, quando molte atlete e atleti l’avevano avvicinata per dirle che erano stati felici della sua scelta: «quindi dopo tutto questo sì, sono fiera di quello che ho fatto e penso che fosse qualcosa che si doveva fare», ha commentato.

– Leggi anche: Il dibattito attorno a Naomi Osaka