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  • Martedì 10 agosto 2021

Quanto valgono i premi per i medagliati olimpici

Si va dagli oltre 600mila euro dati da Singapore al niente di paesi come Norvegia e Regno Unito: l'Italia è tra i più generosi

(Laurence Griffiths/Getty Images)
(Laurence Griffiths/Getty Images)
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Di suo, il Comitato Olimpico Internazionale – che le Olimpiadi le assegna, le organizza e le gestisce – non consegna premi in denaro a nessuno degli atleti vincitori, così come non paga chi gareggia ai Giochi. I comitati olimpici dei vari paesi, che a Tokyo erano oltre 200, sono però liberi di decidere se e come pagare i propri atleti e quali premi dare in caso di vittoria di bronzi, argenti e ori. Alcuni comitati non danno niente, altri sono piuttosto generosi. L’Italia è tra i paesi che pagano di più: 60mila euro lordi per un bronzo, 90mila per un argento e 180mila per un oro.

Tra i paesi che rendono note le ricompense, al primo posto c’è Singapore, che offre un milione di dollari singaporiani per ogni oro ottenuto, pari a circa 600mila euro. La cifra si dimezza per gli argenti, e si riduce a un quarto per i bronzi. A Tokyo, comunque, Singapore non ha vinto nemmeno una medaglia.

I generosi riconoscimenti economici di Singapore esistono grazie a un piano di incentivi in vigore dagli anni Novanta, che prevede premi per ogni competizione continentale e internazionale, che aumentano al crescere dell’importanza della competizione. I fondi necessari arrivano da sponsor, donazioni e da una percentuale sui soldi guadagnati grazie al gioco d’azzardo. Come ha scritto il New York Times, è comunque una cifra lorda, che tra le altre cose prevede che il 20 per cento sia donato in beneficenza dall’atleta.

Altri paesi particolarmente generosi sono Kazakistan, Malesia, Indonesia, Thailandia, Hong Kong e Azerbaijan, i cui premi per l’oro sono superiori ai 200mila euro. Poco più dell’Italia, che proprio nel giugno 2021 aveva deciso – attraverso il CONI, il suo comitato olimpico nazionale – di aumentare del 20 per cento lordo i premi per le medaglie olimpiche. Giovanni Malagò, presidente del CONI, ne aveva parlato come di «un atto dovuto verso gli atleti che in questo anno hanno fatto tanti sacrifici».

I premi italiani sono assegnati per ogni singola medaglia a ogni singolo atleta: nel caso dell’oro vinto dalla staffetta 4×100, per esempio, ognuno dei quattro velocisti italiani ha preso 180mila euro. Visto che in queste olimpiadi gli italiani medagliati sono stati in tutto 70 (18 con l’oro, 16 con l’argento e 36 con il bronzo), basta fare un po’ di calcoli, come ha fatto tra gli altri la Gazzetta dello Sport, per sapere che per premiare tutti i suoi medagliati il CONI sborserà poco meno di 7 milioni di euro: 3 milioni e 240 mila euro per gli ori, 1 milione e 440mila euro per gli argenti e un po’ più di 2 milioni per i bronzi.

Giusto per fare un paragone, ogni calciatore italiano vincente all’Europeo ha ottenuto dalla FIGC, la Federazione Italiana Giuoco Calcio, 250mila euro lordi.

– Guarda anche: Le Olimpiadi fotografate

Un altro paese piuttosto generoso con i suoi medagliati è l’India, un paese le cui medaglie olimpiche sono pochissime, specie se rapportate alla sua popolazione, e i cui premi sono di poco inferiori a quelli italiani.

Ma grazie a una serie di successivi premi che si sommano a quelli del suo comitato olimpico, già si sa che Neeraj Chopra, vincitore dell’oro nel lancio del giavellotto (il primo oro olimpico nell’atletica leggera in tutta la storia dell’India) avrà premi complessivi superiori al milione di euro, ai quali si aggiungeranno senza dubbi i soldi derivati da sponsorizzazioni di vario tipo, che non contano come premi.

(Michael Steele/Getty Images)

Gli Stati Uniti – che a Tokyo hanno vinto 113 medaglie, 39 delle quali d’oro, alcune di squadra, quindi con ancora più medagliati complessivi – prevedono per i vincitori di oro, argento e bronzo premi di circa 30mila, 18mila e 12mila euro.

– Leggi anche: Perché l’India va così male alle Olimpiadi?

Ci sono poi paesi che insieme o in alternativa a premi in denaro (in genere utili agli atleti per togliersi qualche sfizio, ma non per comprarsi casa nuova) offrono benefici di altro tipo: in Corea del Sud, per esempio, l’oro olimpico permette di evitare il servizio militare, che da quelle parti è ancora obbligatorio e severo (affinché i membri del gruppo pop BTS potessero rimandarlo fu concessa loro una specifica deroga). Alla filippina Hidilyn Diaz, vincitrice dell’oro nel sollevamento pesi (il primo oro olimpico di sempre per il suo paese) sono stati dati qualche centinaio di migliaia di euro, un paio di case, e viaggi aerei gratuiti a vita.

(AP Photo/Mike Groll)

Per diversi paesi, spesso quelli meno limpidi anche in diverse altre faccende che li riguardano, non si conosce questo dato. Altri, come Norvegia, Regno Unito e Nuova Zelanda, non danno premi diretti per le medaglie, ma sono previste forme di sostegno e sovvenzione ad atleti e federazioni, spesso parecchio utili ed efficaci.

A chi gli ha chiesto che premio avrebbe vinto grazie al suo argento nel canottaggio, il norvegese Kjetil Borch, già bronzo alle Olimpiadi di Rio, ha detto: «Forse una lettera dal re e dal primo ministro». A chi gli ha poi fatto notare i ricchi premi di Singapore, Borch ha chiesto, scherzando, quanto ci volesse per chiedere la cittadinanza.

Per chi eventualmente dovesse pensare di fondere una medaglia olimpica, il guadagno non sarebbe granché: si parla di qualche centinaia di euro per quelle d’oro e di una manciata di euro per quelle di bronzo. Nel caso, a volerlo proprio fare, converrebbe venderla all’asta: anche se in genere le medaglie olimpiche più pagate sono quelle con una storia. Uno dei quattro ori olimpici vinti nel 1936 da Jesse Owens fu venduto per oltre un milione di euro; più spesso, però, nel caso di aste per medaglie d’oro olimpiche con meno storia di quelle di Owens ci si ferma a qualche decina di migliaia di euro.