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  • Venerdì 6 agosto 2021

Il CIO ha espulso due allenatori bielorussi per il caso di Krystsina Tsimanouskaya

Intanto la velocista bielorussa costretta a lasciare Tokyo è arrivata in Polonia, e ha detto di avere paura di tornare nel suo paese

La velocista bielorussia Krystsina Tsimanouskaya mostra una maglietta con la scritta "Voglio soltanto correre" durante una conferenza stampa, giovedì 5 agosto a Varsavia, in Polonia. (EPA/ Radek Pietruszka via ANSA)
La velocista bielorussia Krystsina Tsimanouskaya mostra una maglietta con la scritta "Voglio soltanto correre" durante una conferenza stampa, giovedì 5 agosto a Varsavia, in Polonia. (EPA/ Radek Pietruszka via ANSA)

Venerdì il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha espulso dall’organizzazione Artur Shimak e Yuri Maisevich, i due allenatori che secondo le denunce della velocista bielorussa Krystsina Tsimanouskaya l’avevano costretta ad abbandonare le Olimpiadi di Tokyo e avevano cercato di farla rientrare nel suo paese contro la sua volontà. Le autorità bielorusse avevano detto di aver rimosso Tsimanouskaya dai Giochi per motivi legati al suo stato emotivo, ma l’atleta si era rifiutata di tornare in Bielorussia sostenendo di essere stata minacciata di ritorsioni per aver criticato gli allenatori.

Il CIO, che ha tolto l’accreditamento agli allenatori «nell’interesse del benessere degli atleti del Comitato Olimpico bielorusso che sono ancora a Tokyo», ha detto che le indagini sono ancora in corso e che Shimak e Maisevich «avranno l’opportunità di essere ascoltati».

Nel fine settimana Tsimanouskaya aveva accusato i suoi allenatori di negligenza per averla registrata senza il suo consenso e senza preavviso nella staffetta 4×400, gara per cui non si era allenata; aveva raccontato di essere stata costretta a fare i bagagli e di essere quindi stata scortata in aeroporto, dove aveva chiesto aiuto alla polizia giapponese e infine era stata portata in un luogo sicuro grazie alla protezione del CIO. Lunedì si era rivolta all’ambasciata polacca in Giappone, che aveva offerto un visto umanitario sia a lei sia al marito, che nel frattempo aveva lasciato la Bielorussia per andare in Ucraina.

Mercoledì Tsimanouskaya è arrivata in Polonia, dove il giorno successivo ha tenuto una conferenza stampa. Ha raccontato di aver deciso di non tornare in Bielorussia dopo che sua nonna le aveva detto al telefono che in televisione era stata pesantemente criticata ed era stato detto che aveva problemi mentali. Parlando della sua vicenda e della diffusa repressione del dissenso da parte delle autorità bielorusse, la velocista ha spiegato di non essere «una persona che ha scopi politici», ma di volersi semplicemente concentrare sulla sua carriera sportiva, e ha esibito una maglietta con la scritta «Voglio soltanto correre». Tsimanouskaya non ha escluso di ritornare nel suo paese in futuro, ma ha detto che adesso sarebbe troppo pericoloso.

Per il momento le autorità bielorusse non hanno commentato l’espulsione dei due allenatori.

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