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  • Venerdì 23 luglio 2021

Grandi medaglie olimpiche italiane

Quelle che più si sono fatte notare o ricordare nelle ultime edizioni: tante sono d'oro, ma non tutte

(LaPresse Torino/Archivio storico)
(LaPresse Torino/Archivio storico)

Alle Olimpiadi certe medaglie hanno qualcosa di diverso dalle altre. Per il modo o il momento in cui arrivano, per la storia di chi le ottiene o per la capacità di chi le commenta. A ogni Olimpiade emergono squadre, atleti e storie che si fanno notare, e negli anni ricordare: perché le medaglie non solo si contano (da ormai diverse edizioni l’Italia ne vince circa 30), ma si pesano.

Abbiamo scelto un po’ di medaglie olimpiche italiane che si sono fatte notare negli ultimi decenni, tra le tante possibili e con qualche necessaria omissione: molte sono d’oro, ma ci sono anche bronzi e argenti.

2016: Elia Viviani, oro nell’omnium
L’omnium è una disciplina del ciclismo su pista che a Rio 2016 era composta da sei diverse specialità in cui accumulare punti: è un po’ difficile all’inizio, ma poi parecchio appassionante. Viviani arrivò davanti al forte britannico Mark Cavendish e vinse dopo essere caduto a un certo punto dell’ultima gara (nell’Olimpiadi precedente, nella stessa disciplina, era stato in testa per buona parte dell’omnium, concludendo però in sesta posizione). A commentare la sua prova insieme a Francesco Pancani c’era Silvio Martinello: veneto come lui e a sua volta vincitore, nel 1996, di un oro olimpico nel ciclismo su pista.

(AP Photo/Victor R. Caivano)

2004: nazionale maschile di basket, argento
Dopo la fase a gironi, alle Olimpiadi di Atene la squadra allenata da Carlo Recalcati vinse ai quarti di finale contro Porto Rico e in semifinale si trovò la fortissima Lituania.

Vinse anche quella partita e andò in finale contro l’Argentina. Perse, ma si prese comunque l’argento giocando contro una squadra che in semifinale aveva battuto gli Stati Uniti di Allen Iverson, Dwyane Wade e Carmelo Anthony, per dirne tre. Nell’Italia c’erano invece, tra gli altri, Giacomo Galanda, Gianluca Basile e Gianmarco Pozzecco, playmaker molto offensivo e piuttosto sregolato, che a proposito dell’importanza della partita contro la Lituania disse: «ho sporcato un po’ la mia immagine, perché ho difeso […] non perché mi piacesse farlo, ma perché mi piaceva vincere».

(EPA/AKIS MYKONIATIS)

2008: Roberto Cammarelle, oro nei pesi supermassimi
Erano le Olimpiadi di Pechino e Cammarelle, già bronzo ad Atene, si trovò in finale contro il cinese Zhang Zhilei. Una cosa che per Cammarelle rappresentava una difficoltà aggiuntiva, in uno sport che spesso si decide ai punti e in cui era ipotizzabile che i giudici avrebbero potuto favorire Zhang, in quello che tra l’altro era l’ultimo evento di quelle Olimpiadi. Cammarelle, più tecnico e meno pesante, mise però Zhang KO.

(Al Bello/Getty Images)

2000: Domenico Fioravanti, oro nei 100 rana
Come ha scritto su Twitter Giuseppe Pastore nella sua “top 20 dei grandi momenti olimpici italiani”, «c’è un prima e un dopo i 100 rana di Sydney 2000: una delle giornate più gloriose del nostro sport». Prima di quella gara di Fioravanti, infatti, l’Italia non aveva mai vinto un oro olimpico nel nuoto. Poi ne vinse molti, a cominciare da tre giorni più tardi, quando Fioravanti vinse un’altra medaglia d’oro nei 200 rana, seguita da quella di Massimiliano Rosolino nei 200 misti.


2008: Federica Pellegrini, oro nei 200 stile libero
È l’unico oro olimpico di Pellegrini, una nuotatrice che ha vinto sei ori mondiali e che partecipa alle Olimpiadi da Atene 2004, quando aveva 16 anni. Già nella batteria di qualificazione Pellegrini fece il record del mondo, che poi migliorò ancora in finale. Della sua gara da oro olimpico sulla distanza di quattro vasche, disse: «dopo la terza virata le gambe mi hanno abbandonata, l’ultima vasca l’ho fatta con la testa e con il cuore».

(Nick Laham/Getty Images)

2000: Fiona May argento nel salto in lungo
Ha vinto due ori Mondiali e mai un oro olimpico. Ha ottenuto però due argenti: il primo ad Atlanta 1996, dove saltò 7 metri e due centimetri, dieci in meno della vincitrice. Il secondo quattro anni dopo a Sydney: lì il suo miglior salto fu di 6 metri e 92 centimetri, sette centimetri in meno di chi vinse. Con il suo miglior salto di quattro anni prima, avrebbe vinto lei.

(Jamie Squire /Allsport)

2016: Cagnotto e Dallapé, argento nel trampolino 3 metri sincronizzato
Prima delle Olimpiadi di Rio, Francesca Dallapé e Tania Cagnotto, figlia del plurimedagliato olimpico Giorgio Cagnotto, non avevano mai vinto una medaglia olimpica. Per Dallapé erano le terze Olimpiadi. Per Cagnotto, la più forte tuffatrice italiana di sempre, le quinte, dopo che in quelle precedenti era arrivata quarta con Dallapé nel sincronizzato ed era rimasta fuori dal podio del singolo per appena 0,2 punti. Poi, sempre a Sydney, Cagnotto vinse anche un bronzo individuale.

(Clive Rose/Getty Images)

1992: pallanuoto maschile, oro
Alle Olimpiadi di Barcellona la squadra italiana, anche nota come “il Settebello”, passò il girone con tre vittorie e due pareggi. In semifinale vinse 9-8 contro la Squadra Unificata, in cui c’erano i pallanuotisti di molti paesi che fino a poco prima erano parte dell’Unione Sovietica. In finale l’Italia trovò la Spagna padrona di casa, e fu una partita equilibratissima, decisa solo al terzo tempo supplementare. L’Italia maschile della pallanuoto non vinceva un oro olimpico dalle Olimpiadi di Roma del 1960.


2004: pallanuoto femminile, oro
La pallanuoto femminile è sport olimpico solo dal 2000. E già nel 2004 il “Setterosa” arrivò all’oro. Anche in quel caso vincendo ai supplementari la finale contro la squadra greca che giocava in casa, con tutto il pubblico dalla sua.


1996: Paola Pezzo, oro nella mountain bike
Era la prima apparizione della gara olimpica di mountain bike, uno sport da praticare con un tipo di bicicletta inventato un paio di decenni prima in California. Era un giorno caldissimo e parecchio umido ma a seguire la gara, poco lontano da Atlanta, c’erano oltre 50mila spettatori. Dopo quell’oro – in un’edizione delle Olimpiadi in cui l’Italia vinse quattro ori nel ciclismo – Pezzo vinse anche quello di Sydney.


1992: Fabio Casartelli oro nel ciclismo su strada
Il 22enne ciclista vinse la prova olimpica su strada dopo essere andato in fuga e dopo aver avuto la meglio sull’olandese Erik Dekker e sul lettone Dainis Ozols. Casartelli morì tre anni dopo in seguito a una caduta al Tour de France. Dopo di lui, l’unico italiano a vincere la stessa prova è stato Paolo Bettini, nel 2004.


2008: Alex Schwazer, oro nella 50 chilometri di marcia
La successiva storia di Schwazer è lunga e complicata (a febbraio è stata decisa l’archiviazione del processo per doping nei suoi confronti) ma la sua vittoria nella più lunga gara dell’atletica leggera, fisicamente e mentalmente sfinente, resta uno dei momenti più celebrati e ricordati delle Olimpiadi di Pechino.

(Jamie Squire/Getty Images)

1988: oro nel canottaggio due con maschile
Quando ci sono atleti o squadre che vincono l’oro a una Olimpiade e poi lo rivincono a quella dopo si fa spesso fatica a decidere se vale più la sorpresa della prima volta o l’eccellenza della conferma. È il caso dei fratelli Giuseppe e Carmine Abbagnale e del loro celebre timoniere Giuseppe Di Capua, che vinsero l’oro a Los Angeles nel 1984 e poi lo rivinsero a Seul nel 1988. Commentati, ovviamente, da Giampiero Galeazzi.


2012: Jessica Rossi, oro nel tiro a volo
Nel trap femminile vinse con una gara quasi perfetta, colpendo 99 piattelli su 100 (75 su 75 durante la qualificazione): il nuovo record mondiale.

(Lars Baron/Getty Images)

2016: Gregorio Paltrinieri, oro nei 1.500 metri stile libero
«Andiamo a vincere che si spalancano le porte e gli dei dell’Olimpo aprono le braccia. Lampi d’oro squarciano le tenebre», disse in telecronaca Tommaso Mecarozzi. In quella stessa gara, Gabriele Detti si prese il bronzo.

Detti e Paltrinieri (Al Bello/Getty Images)

2008: Giulia Quintavalle, oro nel judo pesi leggeri
La prima italiana a vincere un oro nel judo, che dopo disse: «finivo sempre quinta e mi sono chiesta se dipendesse dal mio cognome. Ora chiamatemi pure Primavalle».

(Jed Jacobson/Getty Images)

2004: Aldo Montano, oro nella scherma
Che si tratti di fioretto, sciabola o spada, maschile o femminile, individuale o di squadra, le medaglie olimpiche italiane arrivate dalla scherma sono tante, più di quelle di ogni altro sport. Sono spesso molto ricordate per il fatto che la scherma è allo stesso tempo elegante ed essenziale, con gare molto equilibrate e piuttosto facili da seguire. Montano, appartenente a una storica e vincente famiglia di schermidori livornesi, vinse la sua finale 15 a 14. Con un’esultanza sfrenata e gioiosa, con in mezzo una capriola.

(Donald Miralle/Getty Images)

2008: Josefa Idem, argento nel K1 500 metri
Fu l’ultima delle sue quattro medaglie olimpiche, vinta a 43 anni, alle sue ottave Olimpiadi, le prime delle quali disputate nel 1984 come atleta della Germania Ovest.

(Gian Mattia D’Alberto – LaPresse)

2012: il podio del fioretto femminile individuale
Tutto italiano, con Elisa Di Francisca, Arianna Errigo e Valentina Vezzali. Che poi, insieme con Ilaria Salvatori, stravinsero prevedibilmente anche l’oro a squadre.

(Hannah Peters/Getty Images)

1996: Jury Chechi, oro agli anelli
Arrivò dopo un esercizio quasi perfetto e fu la prima medaglia d’oro italiana nella ginnastica dopo quella vinta da Franco Menichelli a Tokyo 1964. Chechi era favorito, così come lo era alle Olimpiadi di quattro anni prima, che però aveva dovuto saltare dopo essersi rotto il tendine d’Achille. All’esercizio la giuria assegnò un punteggio altissimo: 9.887.


2004: Juri Chechi bronzo, agli anelli
Dopo un periodo di pausa, Chechi decise di tornare per le Olimpiadi del 2000: si ruppe però il tendine brachiale di un bicipite e fu costretto a saltare i Giochi per la seconda volta nella sua carriera. Si pensò che avrebbe smesso e invece riuscì a tornare per le Olimpiadi del 2004: fu scelto come portabandiera dell’Italia e a quasi 35 anni riuscì a vincere una medaglia di bronzo, una di quelle che valgono oro.

(Chris McGrath/Getty Images)

2004: Igor Cassina, oro alla sbarra
Dalla ginnastica arrivò comunque un oro e quella che secondo alcuni calcoli (sempre un po’ difficili) fu la medaglia numero 500 nella storia italiana delle Olimpiadi estive.

(Doug Pensinger/Getty Images)

2000: Antonio Rossi e Beniamino Bonomi nel K2 1.000 metri
L’unico oro olimpico di Bonomi e uno dei tre vinti da Rossi, in una gara che non sarebbe quello che è senza la sua storica telecronaca. Con la Svezia che faceva «una gran paura».


1988: Gelindo Bordin oro nella maratona
Il primo oro nella maratona nella storia olimpica italiana, dopo che già ci eravamo arrivati molti vicini nel 1908 con Dorando Pietri, che arrivò primo ma non vinse. A Seul Bordin fece gara di testa e negli ultimi chilometri si vide superare da altri due maratoneti: poi però, a circa un chilometro dall’arrivo, li riprese e li superò.

(Mike Powell/Allsport)

2004: Stefano Baldini oro nella maratona
L’oro nella maratona di Bordin fu il primo ma non l’ultimo. Perché nel 2004 Stefano Baldini vinse la maratona di Atene: la gara più olimpica di tutte nel paese più olimpico di tutti, su un percorso che era un omaggio alla prima maratona di sempre.

(Clive Mason/Getty Images)

I podi della nazionale maschile di pallavolo
Nella pallavolo, la nazionale femminile non è mai arrivata a medaglia. Quella maschile ci arrivò una prima volta nel 1984, con un bronzo. Poi di nuovo nel 1996, con un argento. Seguirono, nelle successive Olimpiadi: un bronzo, un argento, un quarto posto, un bronzo e nel 2016 un argento, che come succede negli sport che prevedono finali è sempre strano, perché arriva dopo una sconfitta. Quell’argento fu tra l’altro l’ultima medaglia italiana di quelle Olimpiadi.

(Patrick Smith/Getty Images)