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  • Venerdì 16 luglio 2021

Come sarà la Formula 1 il prossimo anno

A Silverstone è stato presentato il prototipo delle auto che gareggeranno nel 2022, con molte novità nella forma e accompagnate da modifiche al regolamento

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Il prototipo delle macchine di Formula 1 del 2022, presentato a Silverstone, in Inghilterra, il 15 luglio 2021 (AP Photo/Jon Super)

Giovedì a Silverstone, in Inghilterra, dove è in programma per il weekend il Gran Premio della Gran Bretagna, la Formula 1 e la Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA) hanno presentato in pista un modello in scala 1:1 delle macchine che le squadre utilizzeranno a partire dal prossimo campionato mondiale. La macchina – una riproduzione commissionata direttamente dalla Formula 1 e dalla FIA a un gruppo di sviluppatori interno, al lavoro già dal 2017 – tiene conto delle rilevanti modifiche al regolamento tecnico e a quello sportivo annunciate nel 2019 e inizialmente previste per il 2021, prima che la pandemia ne posticipasse l’introduzione al 2022.

Le caratteristiche delle prossime macchine di Formula 1 sono da diversi mesi oggetto di attenzioni mediatiche e argomento di dibattito tra gli addetti ai lavori, che hanno spesso utilizzato il termine “rivoluzione” per definire i cambiamenti previsti a partire dal prossimo campionato. Tra le differenze strutturali più evidenti rispetto alle macchine attuali, come mostrato dal prototipo presentato giovedì sul circuito di Silverstone, ci sono il “muso” piatto e basso, l’alettone anteriore più ampio e con vistose paratie laterali integrate, il profilo dell’alettone posteriore completamente ridisegnato, i cerchi delle ruote più larghi (da 46 centimetri anziché 33) e la presenza di copricerchi e di deflettori “copriruota”.

In generale, l’impressione ricavata dalla prima osservazione del prototipo è che le prossime macchine avranno una forma simile ma più larga, più arrotondata e alquanto semplificata rispetto a quelle attuali. Sugli alettoni e lungo le fiancate non ci saranno molte delle alette e delle altre piccole appendici aerodinamiche visibili sulle macchine di oggi. Nelle intenzioni dei responsabili delle regole, semplificando molto, l’obiettivo della modifica è quello di rendere più stabili i flussi d’aria che attraversano la macchina in corsa e diminuire la turbolenza generata dalla macchina che ad alta velocità “sporca” il flusso incontrato dalla macchina che le corre dietro a distanza ravvicinata.

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(Michael Regan/Getty Images)

Attualmente uno dei principali limiti della Formula 1, concordano gli addetti, è che il carico aerodinamico – la forza esercitata dall’aria sull’auto che ne aumenta l’aderenza al suolo – è favorito da vari sistemi ed espedienti di ottimizzazione che, come effetto secondario, rendono più difficili i sorpassi. Questi sistemi, da un lato, migliorano le prestazioni della macchina in termini assoluti ma, dall’altro, determinano uno svantaggio per la macchina che poi in pista deve fare i conti non tanto con i flussi d’aria studiati nelle gallerie del vento quanto con quelli più instabili e imprevedibili – la cosiddetta “aria sporca” – prodotti dalle macchine delle squadre avversarie che le stanno davanti, condizione che ne innesca altre a catena, tra cui una differente usura degli pneumatici.

L’idea alla base di questa parte di modifiche al regolamento è che l’aderenza in termini assoluti ne esca un po’ sacrificata ma un po’ più uniforme per tutti, e infatti si prevede che le nuove macchine saranno più lente di circa tre secondi (anche per via dell’innalzamento della soglia di peso minimo del 5 per cento – da 752 a 790 chilogrammi – motivato da ragioni di sicurezza). Questa nuova configurazione dovrebbe favorire i sorpassi, rendendo la vita meno complicata ai piloti che cercano di compierli. Le modifiche tengono peraltro in considerazione l’intenzione della Formula 1 di eliminare in futuro il DRS, la parte dell’alettone posteriore regolabile a comando e che permette di aumentare la velocità sul rettilineo (nel 2022 resterà comunque in vigore), il cui utilizzo è consentito ai piloti staccati meno di un secondo da quello che li precede, in modo da favorire il sorpasso.

Con l’obiettivo di recuperare un po’ dell’aderenza persa riducendo il carico aerodinamico, altre novità relative alla progettazione delle macchine – principalmente nella parte del fondo – sono state pensate per incrementare il cosiddetto “effetto suolo”, un principio sfruttato nell’automobilismo e in Formula 1, a fasi alterne, fin dalla metà degli anni Settanta (una significativa limitazione fu imposta nel 1982 per ragioni di sicurezza della guida). Un nuovo e più ampio diffusore posteriore e due lunghi “tunnel” sagomati, posti sul fondo delle macchine del 2022 al posto dell’attuale fondo a scalini, permetteranno di generare una maggiore spinta verso il basso per migliorare l’aderenza al suolo.

La macchina presentata dalla FIA giovedì è molto simile a un precedente modello in scala ridotta mostrato nel 2019, ma ci sono alcune aree intenzionalmente lasciate più indefinite, come per esempio sotto la scocca o in prossimità dei deflettori abbinati al condotto di ventilazione dei freni. Le squadre potranno concentrarsi su queste aree per sviluppare design personalizzati e meno prestabiliti, in modo da ottimizzare le prestazioni.

Tra le novità non visibili, a partire dal prossimo anno sarà utilizzato un nuovo carburante contenente il 10 per cento di biocomponenti (la percentuale in quello attuale è del 5,75 per cento). Le macchine dovranno inoltre dimostrare una maggiore solidità e resistenza, dovendo assorbire rispettivamente il 48 e il 15 per cento di energia in più nei crash test di impatto anteriore e posteriore.

Un altro obiettivo delle profonde modifiche del regolamento tecnico riguardo all’aerodinamica delle macchine – considerando che è proprio questa l’area su cui si concentra oggi molto del lavoro di simulazione delle squadre – è quello di rendere i processi di progettazione delle macchine meno costosi. Le squadre dovranno infatti amministrare le risorse a loro disposizione tenendo conto di un limite di spesa annuale fissato a 140 milioni di dollari (circa 118 milioni di euro), con una progressiva riduzione a 135 dal 2023 in poi. Sono esclusi dal conteggio gli stipendi dei piloti, le spese per il marketing e gli stipendi dei tre dirigenti più importanti.

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Oltre che determinare un contesto di maggiore sostenibilità economica della Formula 1, le modifiche dovrebbero, come detto, teoricamente incrementare la spettacolarità delle gare indebolendo le ragioni tecniche che oggi rendono meno agevoli i sorpassi. Tuttavia, tra gli addetti, non è chiaro se né quanto i regolamenti contribuiranno effettivamente a creare un contesto di maggiore competitività, e ci sono anzi ragioni per credere che non sarà così, nell’immediato.

«Come ha dimostrato la lunga storia della Formula 1, i cambiamenti drastici delle regole spesso si concretizzano in una squadra che azzecca pienamente le cose e sgomma via con quelle – e ci vuole un po’ di tempo prima che gli avversari la riprendano», ha ricordato il giornalista sportivo Jonathan Noble su Autosport. Sulla base di questi precedenti, prosegue Noble, è probabile che sarà una delle squadre attualmente più forti, a prendersi un vantaggio sulle altre e avviare un dominio.

È esattamente quello che successe in occasione della più recente “rivoluzione” dei regolamenti tecnici e sportivi, quella che nel 2014 introdusse i cosiddetti motori turbo “ibridi” o power unit (sono quelli attuali, che integrano sistemi di recupero e conversione dell’energia termica e cinetica prodotta dalle macchine). La Mercedes, una tra le squadre con maggiori risorse, interpretò meglio delle altre quei regolamenti – cosa che fu abbastanza chiara a tutti, già durante i test invernali – e avviò un periodo di dominio e di successi che dura ancora oggi.

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Sarebbe tuttavia prematuro, aggiungono altri commentatori, giudicare i cambiamenti del prossimo anno soltanto sulla base dei risultati nelle prime gare o anche alla fine del primo campionato. «Sì, c’è la possibilità che qualcuno prenda un vantaggio sugli avversari, ma penso che sia un reset necessario», disse il direttore generale della Formula 1 Ross Brawn a febbraio 2020.

Il fatto che a contendersi le vittorie in Formula 1 in anni recenti siano state soltanto tre squadre (Mercedes, Red Bull e Ferrari), secondo Brawn, rischia di generare divari sempre più ampi e difficilmente riducibili tra le squadre stesse. Considerate insieme al limite di spesa, le modifiche al regolamento hanno invece come obiettivo quello di provare a rendere il campionato più equilibrato e competitivo garantendo, allo stesso tempo, condizioni di stabilità finanziaria a lungo termine e sostenibilità per tutte le squadre.