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  • Sabato 10 luglio 2021

In Spagna c’è una “guerra della bistecca”

Dopo che un ministro ha invitato gli spagnoli a consumare meno carne suscitando molte critiche, anche dentro al governo

Assaggi di carne di manzo a una fiera di Madrid (EPA/Luca Piergiovanni)
Assaggi di carne di manzo a una fiera di Madrid (EPA/Luca Piergiovanni)

Da un paio di giorni in Spagna una parte del dibattito pubblico si sta concentrando sulla carne e sul consumo che ne fa il paese, al punto che i media spagnoli hanno parlato di guerra del chuletón, cioè “guerra della costata di manzo” o “bistecca”. Tutto è partito da un’iniziativa del ministro del Consumo, Alberto Garzón, che ha pubblicato un video in cui invita i cittadini spagnoli a mangiare meno carne per ragioni di salute e di sostenibilità ambientale. Nonostante quella di Garzón fosse più che altro una campagna per sensibilizzare i consumatori, in molti hanno criticato il suo messaggio, compreso un suo collega di governo, il ministro dell’Agricoltura Luis Planas.

Nel video, Garzón dice che la Spagna è soggetta a un preoccupante processo di desertificazione, a cui contribuisce in modo decisivo l’industria dell’allevamento, che richiede molta acqua per essere mandata avanti (15mila litri per ogni chilo di carne di manzo prodotta). La Spagna è uno dei paesi europei che consumano più carne, circa un chilo a settimana, mentre la quantità raccomandata dall’Agenzia spagnola per la sicurezza alimentare è tra i 200 e i 500 grammi settimanali. «Questo non significa che di tanto in tanto non possiamo fare un barbecue con la famiglia» ha aggiunto Garzón. «Purché lo si faccia con più moderazione».

Garzón nel video specifica di non voler imporre nessun obbligo, e di essere a conoscenza che molte persone non possono permettersi di variare la loro alimentazione per motivi economici, ma il suo intervento ha suscitato comunque alcune polemiche. Il ministro Planas, parlando con l’emittente radio Cadena SER, ha detto che «il settore zootecnico sta ricevendo critiche profondamente ingiuste e merita rispetto per il lavoro onesto che porta avanti per il nostro cibo e per la nostra economia». Sei associazioni di categoria hanno scritto a Garzón di essere stupite di vederlo fare una campagna diffamatoria verso un settore che dà lavoro in Spagna a 2,5 milioni di persone.

La discussione è arrivata a coinvolgere anche il primo ministro Pedro Sánchez. Durante una conferenza stampa gli è stato chiesto cosa pensa della questione, e lui ha risposto: «Personalmente, una bistecca cotta alla perfezione non si batte».


La polemica attorno alla carne ha avuto anche un risvolto politico. Il governo spagnolo è sorretto da una coalizione piuttosto ampia, e le esternazioni di Garzón, che secondo i media non erano state concordate con il resto dell’esecutivo, sono state usate polemicamente dall’opposizione come la prova che il governo sarebbe indisciplinato e confuso, soprattutto sulle questioni economiche. Garzón fa parte di Sinistra Unita, una formazione politica alleata al Partito Socialista di Sánchez.

Sabato Sánchez ha annunciato un ampio rimpasto del suo governo: tuttavia non riguarderà Garzón, che dovrebbe mantenere il suo posto.