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  • Martedì 22 giugno 2021

La Chiesa cattolica statunitense contro Joe Biden

Vorrebbe che al presidente fosse negato il sacramento della comunione, per via di alcune sue posizioni progressiste

(Joe Raedle/Getty Images)
(Joe Raedle/Getty Images)

La scorsa settimana l’assemblea dei vescovi cattolici statunitensi ha votato a larga maggioranza una misura considerata da molti osservatori un attacco di natura politica al presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che è un cattolico praticante. I vescovi statunitensi hanno approvato una mozione per preparare un testo che spingerebbe, di fatto, i sacerdoti cattolici statunitensi a non dare a Biden l’Eucarestia, chiamata anche “comunione”, cioè il sacramento più importante per un cattolico.

Ormai da diversi anni i vertici della Chiesa statunitense, controllata saldamente dalla fazione conservatrice, ce l’hanno con Biden per le sue posizioni progressiste sull’interruzione di gravidanza e i diritti civili. La mozione approvata la settimana scorsa chiede proprio di regolare in maniera più precisa «il ricevimento della Santa Comunione in particolare per i cattolici che ricoprono ruoli di vertice nel mondo della cultura, della politica e della chiesa locale». L’obiettivo sarebbe quello di negare la comunione, almeno sulla carta, ai politici che non rispettano la dottrina della Chiesa, che per esempio non accetta alcuna forma di interruzione di gravidanza.

Il New York Times nota che il testo definitivo sul tema sarà votato dall’assemblea dei vescovi statunitensi a novembre, «nel periodo delle elezioni locali, cosa che darà ai conservatori un appiglio per criticare i politici Democratici durante la campagna elettorale». Sull’interruzione di gravidanza e l’estensione dei diritti civili agli omosessuali la Chiesa cattolica statunitense ha spesso legato le proprie battaglie con quelle del Partito Repubblicano, anche in tempi recenti.

Fin dalla sua elezione, diversi vescovi e leader della Chiesa cattolica statunitense hanno pesantemente criticato Biden per le sue posizioni. «Non è mai successo che il presidente sia un cattolico che si oppone agli insegnamenti della Chiesa», ha detto per esempio Liam Cary, vescovo di una zona alla periferia di Portland, in Oregon.

Rispondendo a una domanda sulla mozione approvata dalla Chiesa statunitense, Biden l’ha definita «una questione privata» ma ha aggiunto di non credere che gli verrà davvero negata la comunione.

Biden ha ragione, in un certo senso: la decisione finale sul dare o meno la comunione a una certa persona non spetta all’assemblea dei vescovi ma al Papa oppure, a un livello più basso, ai vescovi e sacerdoti locali.

Il vescovo di Washington DC, per esempio, ha già detto che non vieterà la comunione per Biden, che fra l’altro è un cattolico molto praticante: raramente alla domenica salta la messa – ci è andato anche durante il recente G7 in Cornovaglia – e in passato ha raccontato più volte di avere valutato se diventare sacerdote.

La presa di posizione dell’assemblea dei vescovi statunitensi è stata criticata anche dall’intergruppo dei Democratici cattolici al Congresso, di cui fanno parte anche politici molto noti come la deputata Alexandria Ocasio-Cortez e l’ex candidato alle primarie presidenziali Joaquín Castro. «Vi chiediamo solennemente di non procedere oltre, negando il più santo di tutti i sacramenti, la fonte e il basamento di tutto il Vangelo, per via di un singolo elemento», si legge nella lettera aperta firmata da 60 Democratici.