Quindi ci si può vaccinare in vacanza?

Le Regioni lo vorrebbero permettere alle persone che effettuano soggiorni lunghi, il governo non ha ancora deciso

L'hub vaccinale all'interno del Centro Federnuoto FIN di Ostia (Mauro Scrobogna /LaPresse)
L'hub vaccinale all'interno del Centro Federnuoto FIN di Ostia (Mauro Scrobogna /LaPresse)
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Da settimane si discute della possibilità di vaccinare nei luoghi di vacanza gli italiani che quest’estate viaggeranno per turismo in una regione diversa dalla propria. Non è stata ancora presa una decisione definitiva al riguardo, ma giovedì la Conferenza delle Regioni ne ha discusso con i rappresentanti del governo per provare a trovare una soluzione.

Il problema riguarda soprattutto chi ha già ricevuto la prima dose ed è in attesa della seconda, e che deve quindi rispettare l’intervallo massimo di tempo tra le due per essere sicuro di completare il ciclo. Il tema è molto sentito dalle Regioni in cui il turismo estivo è particolarmente importante per l’economia locale, e alcune di queste si stanno organizzando autonomamente per permettere la vaccinazione dei turisti. I presidenti di Piemonte e Liguria, Alberto Cirio e Giovanni Toti, hanno stretto un accordo che prevede di scambiarsi i dati sulla gestione delle prenotazione, in modo da vaccinare più facilmente le persone che si spostano da una regione all’altra.

Giovedì la Conferenza delle Regioni ha approvato un documento presentato dalla Commissione Salute che prevede che la vaccinazione dei turisti nel luogo di vacanza debba riguardare solo la seconda dose e che «dovrebbe rappresentare una assoluta eccezione, considerata la relativa flessibilità della data della seconda dose e la possibilità di programmazione che tale elemento offre».

Perciò secondo le Regioni le vaccinazioni in vacanza dovrebbero poter riguardare solo le persone che trascorrono soggiorni lunghi fuori dalla propria regione di residenza, mentre «le persone che soggiornano per una breve durata dovrebbero essere automaticamente escluse dalla vaccinazione nei luoghi di soggiorno turistico». La regione di soggiorno dovrà valutare i candidati alla vaccinazione e, una volta accettati, questi potranno essere vaccinati con la seconda dose: al momento della somministrazione dovrà essere prodotto un certificato di avvenuta vaccinazione che dovrà essere trasferito all’anagrafe vaccinale della regione di residenza della persona.

Le Regioni specificano inoltre che «sia per le vaccinazioni ai lavoratori e soggetti fragili non residenti che per quelle che verranno realizzate a favore dei turisti non residenti, la struttura Commissariale dovrebbe garantire un equilibrio delle dosi consegnate ed una corretta tenuta dei flussi informativi».

Intanto il generale Francesco Paolo Figliuolo, Commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, ha inviato una lettera alle Regioni in cui ha chiesto loro «maggiore flessibilità» nella gestione delle prenotazioni. Figliuolo non ha parlato espressamente della possibilità di fare i vaccini in vacanza, ma ha chiesto di evitare che la seconda somministrazione coincida con i periodi di assenza dalle zone di residenza-assistenza-domicilio, ovvero nei periodi di vacanza.

«Già in fase di prenotazione dovrà essere possibile trovare la data migliore per il richiamo e far sì che già in quella fase si possa spostarlo eventualmente in un altro giorno nel range dei 42 giorni o delle 4-12 settimane», ha scritto Figliuolo, secondo cui quindi con una maggiore flessibilità nelle prenotazioni la seconda dose di vaccino potrebbe essere anticipata o posticipata. «Dare flessibilità significa che con un numero verde, oppure andando online è possibile spostare la data in un altro giorno. Ritengo sia fattibile, nei tempi tecnici di adeguamento dei sistemi informatici».

Al momento nel governo non c’è però una linea unica al riguardo, e il ministro della Salute non si è ancora espresso. La scorsa settimana Mariastella Gelmini, ministra degli Affari regionali, aveva detto che «al momento non c’è possibilità» di fare i vaccini ai turisti in tutta Italia, specificando che «se le Regioni, oltre a somministrare le dosi ai più fragili, riusciranno a fare di più, noi non abbiamo preclusioni. Ma adesso va rispettato il piano. Non diamo vantaggi al virus e non facciamo confusione».

Si era mostrato più possibilista, invece, il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. «La scelta più di buon senso è quella di organizzarsi le vacanze in base alle date del vaccino. La possibilità di estendere l’intervallo tra la prima e la seconda dose consente di potersi organizzare in questo senso. […] È chiaro che alcune Regioni avranno un afflusso tale che questo sarà molto difficile. Con un po’ di organizzazione e con numeri molto piccoli si può fare».

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