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  • Giovedì 3 giugno 2021

In Israele c’è un accordo per il nuovo governo

Otto partiti politici, tra cui una formazione arabo israeliana, hanno trovato un'intesa per mettere fine a 12 anni ininterrotti di governo di Benjamin Netanyahu

Da sinistra: Naftali Bennett, leader di Yamina, e Yair Lapid, leader di Yesh Atid. (Ronen Zvulun/Pool Photo via AP)
Da sinistra: Naftali Bennett, leader di Yamina, e Yair Lapid, leader di Yesh Atid. (Ronen Zvulun/Pool Photo via AP)

Mercoledì i principali partiti di opposizione di Israele hanno annunciato di aver trovato un accordo per formare un governo di coalizione che potrebbe mettere fine a 12 anni di governo ininterrotto del Likud, il partito conservatore del primo ministro Benjamin Netanyahu.

L’accordo di governo è stato siglato da otto partiti di opposizione: i centristi di Yesh Atid e Blu e Bianco, i partiti di destra Casa Nostra, Yamina e Nuova Speranza, i Laburisti, il partito di sinistra Meretz e il partito di arabo-israeliani Lista Araba Unita. L’accordo prevede che fino al settembre del 2023 il primo ministro sia Naftali Bennett, di Yamina, che poi dovrà lasciare l’incarico al leader di Yesh Atid, Yair Lapid. La coalizione dovrà comunque ottenere la fiducia dal Parlamento israeliano: il voto è previsto per la prossima settimana.

Le trattative per il nuovo governo erano cominciate dopo le ultime elezioni, lo scorso 23 marzo, che come quelle precedenti non avevano avuto un chiaro vincitore: nonostante il Likud fosse risultato di gran lunga il partito più votato, non aveva ottenuto abbastanza seggi per formare un governo, nemmeno con l’aiuto dei suoi tradizionali alleati.

Dopo che a inizio maggio era scaduto il termine dato a Netanyahu per provare a formare un governo, l’incarico era stato dato al capo del principale partito di opposizione, l’ex giornalista televisivo Yair Lapid del partito centrista Yesh Atid, che aveva tempo di provarci fino al 2 giugno.

Grazie all’accordo raggiunto, la nuova coalizione riuscirebbe ad avere 62 seggi in Parlamento, uno in più del minimo necessario per ottenere la fiducia. Non è ancora certo però se ci saranno i numeri in Parlamento.

I parlamentari Amichai Chikli e Nir Orbach, di Yamina, hanno già detto che non voteranno a favore del nuovo governo: senza il loro voto, la coalizione avrà bisogno dell’appoggio di almeno un parlamentare di altri partiti per ottenere la fiducia. Il Times of Israel scrive che c’è anche la possibilità che Orbach dia le dimissioni prima della fiducia, permettendo al partito di sostituirlo con un altro parlamentare favorevole alla nuova coalizione di governo.

Intanto giovedì pomeriggio la Lista Araba Unita ha fatto sapere che voterà a favore della sostituzione dell’attuale presidente della Knesset Yariv Levin (del Likud) con Mickey Levy (di Yesh Atid), proposta da tutti gli altri partiti della nuova coalizione e contro cui si era opposto sempre Orbach. Il timore della coalizione era che Levin potesse ritardare o bloccare il voto sulla fiducia al nuovo governo.