Su TikTok trionfa la mediocrità?

I video che vanno più forte sono spesso banali e tutti uguali, per come funziona l'algoritmo: ma forse semplicemente è un talento che i più anziani non riconoscono

A differenza di altre app che arrivano e svaniscono in fretta (almeno in quanto app del momento), sono ormai più di due anni che TikTok va fortissimo, conquista sempre più spazi e si guadagna sempre maggiori attenzioni, in certi casi generando grandi seguiti attorno a certi suoi utenti, che spesso sono adolescenti senza particolari qualità o capacità artistiche. Rispetto ad altre app, per uno sconosciuto su TikTok ci sono più possibilità di raggiungere un grande seguito in poco tempo: ed è uno dei suoi punti di forza. Ma secondo qualcuno è anche il segno di un preoccupante trionfo della mediocrità.

I numeri assoluti di TikTok sono paragonabili a quelli di Instagram e parlano di oltre due miliardi di download e di almeno 850 milioni di utenti attivi mensili. Numeri a parte, la crescita e la sempre maggiore pervasività di TikTok – che è controllata dall’azienda cinese ByteDance – si vedono anche da quanto spesso ormai l’app finisca in discorsi di ogni tipo (spesso fatti da chi non la usa) e anche dalla frequenza con cui i suoi video arrivano su altre piattaforme come Instagram o YouTube.


Sul suo sito, TikTok si presenta come «la piattaforma leader sui video brevi» e aggiunge: «la nostra missione è ispirare creatività e portare buonumore». Per chi non lo usa o conosce, le cose essenziali da sapere sono che è fatto di brevi video (spesso di meno di 15 secondi, massimo un minuto) che spesso sono pensati per far ridere e quasi sempre sono accompagnati da qualche suono o canzone di sottofondo. Oltre a permettere agli utenti di scegliere manualmente chi seguire, come su Instagram o Facebook, TikTok punta molto su un potente ed efficacissimo algoritmo che suggerisce di volta in volta video sempre nuovi, pubblicati da profili che l’utente non segue.

– Leggi anche: Come funziona l’algoritmo di TikTok

Questi suggerimenti esistono anche altrove, ma la differenza è che mentre su Instagram bisogna proprio andarseli a cercare, su TikTok (dove li si trova nella sezione chiamata “Per te”) hanno molta più centralità.

Quando TikTok iniziò la sua grande crescita, tra i suoi utenti ancora non c’erano famose attrici, cantanti di successo o sportivi dal grande seguito, e a usare l’app erano soprattutto adolescenti, quasi del tutto sconosciuti. Accadde quindi che quelli che tra loro si mostrarono più capaci e creativi nello sfruttare le potenzialità dell’app ebbero grande successo in quello che Vox ha definito «il primo talent show al mondo guidato da un algoritmo». Uno spettacolo in cui tra gli utenti più seguiti c’era chi ballava, chi pattinava, chi cantava in playback o chi si esibiva in altre attività, ma in cui in genere tutti sembravano essere «incredibilmente talentuosi», almeno in una qualche nicchia.

Secondo Vox, con il tempo è però successo che anziché premiare la qualità e l’originalità, TikTok e il suo algoritmo abbiano finito per premiare «il minimo comune denominatore» possibile, rendendo famose persone qualunque senza particolari doti o talenti, nemmeno in una qualche nicchia. La tesi di Vox è che ormai gli utenti più famosi su TikTok siano persone banali, senza granché da offrire e senza molto da dire.

Ed è una tesi che Vox riprende per buona parte da quella espressa in un recente numero della newsletter “The Kids Aren’t Alright“, in cui una giornalista 23enne analizza e racconta le celebrità della Generazione Z: quella di chi è nato tra la metà degli anni Novanta e i primi anni Duemila, e dunque quella più attiva su TikTok.

«Qualcuno potrebbe argomentare che questa sia una vittoria del populismo, un segno positivo del fatto che siano le persone, e non dei talent scout professionisti a scegliere chi potrà diventare la nuova Britney Spears». L’idea di Rebecca Jennings, autrice dell’articolo su Vox, è invece che «al contrario, un sistema di questo tipo porta verso una confusa mediana dei gusti più mediocri di tutti noi». Verso un contesto mellifluo in cui le eccellenze passano inosservate e le «mediocrità premiate da un algoritmo» possono invece trionfare.

Sia Vox che la newsletter citano a esempio Charli D’Amelio, Addison Rae e Bella Poarch: le tre persone più seguite su TikTok, con oltre 250 milioni di follower complessivi. Hanno rispettivamente 17, 20 e 24 anni, e in effetti – seppur nel frattempo stiano provando a fare altro altrove – sono famose per quel che fanno su TikTok, e quel che fanno è in genere qualcosa di comune e pure replicabile.

Parlando di Poarch, “The Kids Aren’t Alright” ha scritto che «è diventata famosa grazie a un video in cui guarda la fotocamera mentre fa ciondolare la testa». A proposito di D’Amelio (e di sua sorella Dixie, anche lei con oltre 50 milioni di follower) ha scritto: «se leggete una loro intervista, la mediocrità è palpabile. Non hanno davvero niente di interessante da dire; anzi: non hanno proprio niente da dire; e anche se lo avessero, i loro agenti non glielo lascerebbero dire […]. Non c’è niente di sbagliato in loro, ma sono solo normali, e lo sono in modo opprimente».

Sia Vox che la newsletter spiegano comunque che le loro analisi e considerazioni sono sul sistema su cui si basa TikTok e non sulle persone famose in sé, e provano anche a spiegare di non essere contro la “normalità”, ma piuttosto contro una mediocre omologazione.

In effetti, le tre persone più seguite su Instagram sono Cristiano Ronaldo, Dwayne Johnson e Ariana Grande, tutti evidentemente apprezzati per un’attività primaria che non è fare cose su Instagram. Ma anche su Instagram tra gli account più seguiti ci sono quelli di influencer diventati famosi unicamente per la loro attività sul social, e che spesso a loro volta non hanno talenti particolari o grandi cose da dire: a parte rispettivamente quello di usare molto bene la piattaforma, e la loro vita quotidiana da riprendere.

Tra i profili più seguiti su TikTok ci sono anche quelli di persone famose come Will Smith, Selena Gomez o Billie Eilish, anche se raramente ai primissimi posti. Si potrebbe obiettare che non ci sono veri motivi per pretendere che qualcuno famoso su TikTok, specialmente se ventenne o giù di lì, debba per forza di cose saper fare qualcosa di eccezionale o di artisticamente rilevante. Come successo su Instagram, molti di questi utenti che attualmente non sembrano particolarmente interessanti potrebbero trasformare e sfruttare la loro fama, e gli eventuali relativi guadagni, per altre attività mediatiche e imprenditoriali di successo.

Forse il talento non è poi così imprescindibile in questi percorsi, visto che – pur non essendo davvero una cantante – Bella Poarch ha già fatto una canzone che intanto ha decine di milioni di ascolti.


E ci è arrivata partendo da video come questo:

@bellapoarch

To the 🐝 🐝 🐝 #fyp

♬ M to the B – Millie B

Si può inoltre sostenere che più che non avere talento, le persone con più seguito su TikTok ne abbiano semplicemente uno molto specifico e probabilmente ancora difficile da riconoscere per chi non usa abitualmente l’app. Come ha fin qui dimostrato l’italiano Khaby Lame, diventato famoso grazie a un format semplicissimo, reso però efficace dalle sue qualità espressive, oltre che dall’essere stato bravo nel capire che un certo tipo di video funzionava: ha investito poi tempo per farne altri che funzionassero allo stesso modo, sfruttando a suo vantaggio le proprietà dell’algoritmo di TikTok.

– Leggi anche: L’italiano più seguito sui social

Infine, sebbene gli utenti più seguiti di TikTok siano famosi per video piuttosto omogenei tra di loro, i contenuti dell’app sono anche altri, ed è senza dubbio nell’interesse di TikTok che sia sempre più così. Come ha detto Sandie Hawkins, responsabile dell’area pubblicitaria di TikTok USA: «Non sono solo balletti e canzoni in playback: ci sono commedia, scienza, video su come fare il genitore e ricette».

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