La startup che vuole cambiare il doppiaggio

Flawless usa l'intelligenza artificiale per adattare i movimenti delle labbra degli attori a lingue diverse: c'è chi ne è entusiasta, e chi è preoccupato

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Flawless è una startup londinese che vuole usare l’intelligenza artificiale per cambiare i doppiaggi. Nello specifico, vuole eliminare la discordanza tra le labbra che si muovono in una lingua (quella originale) e le parole che escono invece in un’altra. Flawless ha presentato i primi risultati della sua tecnologia in alcuni video.

I due fondatori di Flawless – un regista e un imprenditore tecnologico – dicono di avere grandi piani e notevoli prospettive di crescita, e hanno fatto sapere di aver già chiuso un contratto con un cliente (che però non vogliono nominare). Altri, da fuori, guardano alla startup con un misto di curiosità e scetticismo: perché essenzialmente i suoi sono video deepfake, ovvero video manipolati con l’intelligenza artificiale; e poi perché, più semplicemente, nonostante il nome della startup (che significa “senza difetti”), i risultati sono finora tutt’altro che impeccabili e lasciano spesso la sensazione di qualcosa di assai lontano dall’essere autentico e umano.

Mentre i video deepfake lavorano in genere sull’intero volto di una persona (per esempio per far dire a qualcuno cose che non ha mai detto o per mettere il viso di qualcuno sul corpo di qualcun altro in un video porno), i video di Flawless si concentrano solo sulle labbra e sul loro movimento. Per ottenere i suoi video, la startup parte ovviamente dall’interpretazione originale: per esempio quella di Tom Hanks in Forrest Gump. Dopodiché chiede a qualcuno di rifare le stesse battute in un’altra lingua, senza dover però adattare parole e frasi ai movimenti delle labbra nella versione originale. Poi, con l’aiuto del software di sua proprietà TrueSync, Flawless unisce le due interpretazioni, di fatto fondendo tra loro le labbra originali e quelle di chi ha pronunciato le parole nella sua lingua. Per poi mettere il risultato al posto delle labbra originali: in questo caso quelle di Tom Hanks.

Scott Mann, il regista cofondatore di Flawless, ha raccontato che l’idea per la startup gli venne nel 2015, dopo aver visto come, a suo dire, un brutto doppiaggio aveva rovinato certe scene del suo film Bus 657. Che, va detto, non piacque nemmeno nella sua versione originale, ed è uno di quei film brutti con Robert De Niro, finanziato tra gli altri da un produttore noto proprio per film di quel tipo.

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«Ne rimasi devastato» ha ricordato Mann a Wired «perché basta cambiare una piccola parola in una frase per far cambiare di molto un personaggio e l’atmosfera della storia, e di conseguenza tutto il film». A un certo punto incontrò però l’altro cofondatore e co-amministratore delegato di Flawless: Nick Lynes, che sul sito dell’azienda parla di sé come di un «ventennale veterano dell’e-commerce» con una passione per il cinema e una «antica ossessione per la scienza e le tecnologie innovative».

Lynes ha raccontato a The Verge che l’azienda ha lavorato per circa tre anni alla sua tecnologia e che al momento il risultato finale dei suoi video è frutto all’85 per cento di «doppiaggio automatizzato» e al 15 per cento di «aggiustamenti manuali». Come ha ammesso Lynes, buona parte della tecnologia di Flawless si basa su una cosa simile sviluppata in Germania dal Max-Planck-Institut für Informatik, e i cui risultati furono pubblicati nel 2019.


Nel caso in cui dovesse riuscire a diventare veloce nell’esecuzione e davvero efficace nel risultato, Flawless potrebbe trovare grandi prospettive di crescita legate anche al fatto che per via di una certa internazionalizzazione nel consumo di serie e film (in gran parte dovuta alle attività globali di servizi come Netflix, Amazon Prime Video o Disney+), molti si attendono una domanda sempre maggiore e sempre più veloce di contenuti doppiati. Compresi film e serie in lingue diverse dall’inglese che però devono essere doppiati in inglese, e quindi per un pubblico tendenzialmente poco abituato (e quindi piuttosto turbato) dal fatto che le labbra non si muovano in modo congruo alle parole pronunciate.

Non a caso, Amazon sta lavorando a un sistema automatizzato di doppiaggio – fin qui molto poco umano – che traduca i dialoghi dei film (con meccanismi simili a quelli che da qualche tempo permettono di ascoltare certi articoli del Post, come questo).

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Come ha spiegato la Stampa, «un’altra applicazione [di Flawless] potrebbe essere la correzione in post-produzione di una porzione di dialogo nella stessa lingua, con l’attore che può doppiare se stesso, in studio, senza bisogno di girare un’altra scena».

I principali dubbi sulla startup riguardano invece il fatto che molti attori potrebbero non gradire il fatto che – seppur con la promessa di un miglior risultato in un’altra lingua – la loro recitazione venga significativamente modificata da un’intelligenza artificiale. E le principali critiche a Flawless girano intorno al suo fare, seppur con scopi onesti, video deepfake: quindi “finti” e anche possibilmente pericolosi o quantomeno eticamente controversi (specie nel caso in cui non si dovesse più riuscire a capire che sono appunto “finti”).

Entrando un po’ nei dettagli più tecnici, Mann ha detto di essere contrario al fatto che i video di Flawless vengano definiti deepfake: «Quei video usano una sostituzione bidimensionale della faccia per rubare l’identità delle persone» ha detto a Input: «noi facciamo il contrario, perché utilizziamo in modo responsabile le reti neurali per migliorare un’interpretazione. E lo facciamo prendendo in considerazione geometria e geografia dell’immagine per creare – e questa è la differenza più grande – un’interpretazione davvero tridimensionale». Sempre Mann ha detto di credere che la tecnologia di Flawless «ben presto diventerà invisibile», e che finora le reazioni degli attori sono stati di due tipi: «paura e wow».

Come ha scritto The Verge, tuttavia, la sfida più grande di Flawless sarà «mostrare di poter convincere gli spettatori di volere effettivamente la sua tecnologia».

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