Una canzone di Mina

Con un passaggio che può stare in una specie di "manuale di trovate melodiche immortali"

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Il disco chissà, ma i trailer di St. Vincent per il nuovo disco sono divertenti.
Ho fatto male i conti, l’altroieri: naturalmente dal 1971 di Indian Sunset sono 50 anni, non 40.
Oggi avevo nelle cuffie Sledgehammer, a un certo punto, e ogni volta mi meraviglio di che sapienza di scelta e invenzione di suoni ci sia in quel pezzo: e mi dico che se è vero che un paio di buone canzoni prima o poi le indovinano in tanti, la sapienza è proprio un’altra cosa e non è né scrivere una buona canzone né cantarla bene. E insomma, tutto per avere la scusa per mostrarvi questa versione dal vivo di Sledgehammer con uno spontaneo prologo collettivo che sarebbe stato bello esserci.
(dopo guardatevi gli stessi, 26 anni prima)

Insieme
ma l’avrò fermata insieme a te
a te
a te che ormai sei mio
tu l’amore ed io
insieme insieme

È tutto lì, in quel passaggio stupendo, uno dei tantissimi contributi di Lucio Battisti a una specie di “manuale di trovate melodiche immortali”: quelle che vi sembra che siano sempre esistite, come dicevamo qualche tempo fa, e che invece di essere state create siano state raccolte in natura.
E un po’ è vero: non in natura, ma dentro questa cosa del 1955 del compositore armeno Kachaturian, se ci fate caso. Ma Kachaturian non aveva Mina (non aveva neanche Mogol a scrivere il testo, ma bisogna dire che in Insieme Mogol non è che si sia sprecato, salvo l’incipit).

Io non ti conosco, io non so chi sei

Si racconta che nel 1970 Battisti a Mina volesse dare Fiori rosa fiori di pesco, invece che Insieme: poi andò così e andò per il meglio. Il disastro di Fiori rosa fiori di pesco aveva bisogno di essere interpretato da un uomo; mentre lui invece questo incipit non lo affronta benissimo.