Non ce ne sono più state come Elizabeth Taylor

Fu probabilmente l'ultima vera star del cinema, e morì dieci anni fa dopo essere stata una celebrità tra le celebrità

(George Konig/Keystone Features/Getty Images)
(George Konig/Keystone Features/Getty Images)

Dame Elizabeth Rosemond Taylor – più nota come Elizabeth Taylor, e forse ancora più nota come Liz Taylor – era nata il 27 febbraio 1932 a Londra, ma figlia di statunitensi. Già a poco più di dieci anni si fece conoscere grazie al suo ruolo in Torna a casa, Lassie!, e non ancora trentenne vinse il primo dei suoi due Oscar. Taylor fu una grande attrice ma anche molto di più: secondo molti l’ultima vera star del cinema. Come ha scritto Variety, Taylor «fu adorata, ammirata e invidiata, e visse una vita imprevedibile e piena di scandali». Di certo, comunque, «il pubblico sembrava non averne mai abbastanza di lei».

Taylor nacque a Londra – e ci restò fino a poco prima dell’inizio della Seconda guerra mondiale – perché la madre (ex attrice di teatro) e il padre (commerciante d’arte) si erano spostati lì dal Kansas per aprire una galleria d’arte. La carriera della giovane Taylor iniziò però a Los Angeles, dove la famiglia aveva deciso di farla crescere, dopo che un’amica della madre le consigliò di farle fare qualche provino cinematografico.

Dopo There’s One Born Every Minute, un primissimo film che non ha lasciato grandi tracce, e dopo Torna a casa, Lassie!, la sua carriera andò subito forte, nonostante lei fosse ancora un’adolescente.

Nel 1944 recitò in Gran Premio, nel 1949 in Piccole donne e poi, negli anni Cinquanta, spettatori e spettatrici poterono vedere i suoi occhi – che si diceva fossero viola – in Il padre della sposa, Un posto al sole, Ivanhoe, Il gigante, L’albero della vita, La gatta sul tetto che scotta e Improvvisamente l’estate scorsa.

Gli anni Sessanta furono quelli dei suoi due Oscar – per Venere in visone e Chi ha paura di Virginia Woolf? – ma anche del colossale Cleopatra, secondo certe stime (e con i dovuti aggiustamenti) il film più costoso della storia, che tra le altre cose la fece diventare l’attrice più pagata al mondo. Fu anche il film sul cui set Taylor conobbe Richard Burton, che fu uno dei suoi sette mariti e che sposò ben due volte. La loro relazione fu raccontatissima, e descritta come appassionata e anche tormentata, secondo molti resoconti anche violenta. «L’attenzione che i media dedicavano loro» ha scritto Variety «era come quella dei Kardashian e della famiglia reale britannica messe insieme».

Oltre che con Burton, Taylor si sposò – tra gli altri – con Conrad Hilton Jr. (figlio del fondatore della nota catena alberghiera), con il cantante Eddie Fisher (il padre di Carrie Fisher) e con il senatore repubblicano John William Warner.

Oltre che con Burton, Taylor recitò – tra gli altri – con Rock Hudson James Dean, Montgomery Clift, Paul Newman, Vittorio Gassman e Marlon Brando. E fu diretta, tra i tanti, da Vincente Minnelli, Franco Zeffirelli, Joseph L. Mankiewicz e Mike Nichols.

Taylor, che dagli anni Settanta prese a recitare sempre meno, restò comunque sempre – per usare ancora le parole di Variety – «una mega star del cinema, una super celebrità (due cose che non sempre coincidono) e anche un’innovatrice, capace di trasformarsi lei stessa in un brand». E anche «un’instancabile ed efficace attivista e filantropa», in particolare per sensibilizzare le persone nei confronti dell’AIDS, in tempi in cui a farlo erano ancora in relativamente pochi.

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Negli ultimi decenni della sua vita Taylor ebbe più di un problema di salute, fece più di un’intervento di chirurgia estetica e recitò di rado, a volte in televisione e quasi mai in ruoli particolarmente impegnati. Il suo ultimo ruolo al cinema fu nel 1994 nel film I Flintstones, interpretando la suocera di Fred. Sua è anche la voce, nella versione originale e nei pochi secondi in cui la si sente, di Maggie Simpson.

Taylor è stata quel tipo di celebrità più celebrità di quasi tutti gli altri: quando morì il conduttore Larry King, per esempio, qualcuno per descriverlo scrisse “ha intervistato tutti, dal Dalai Lama a Elizabeth Taylor”. Quel tipo di celebrità a cui Michael Jackson (a cui fu per anni molto vicina, e che come lei era diventato molto famoso molto presto) dedica una canzone.

Taylor morì dieci anni fa, il 23 marzo 2011, dopo diverse settimane passate in ospedale per problemi al cuore. Visto che, tra le altre cose, si era fatta la fama di essere una persona che arrivava spesso in ritardo, prima di morire aveva chiesto che chi di dovere promettesse di far iniziare il suo funerale circa quindici minuti dopo l’orario previsto.

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