• Mondo
  • Domenica 14 marzo 2021

La Cina sta accelerando con lo yuan elettronico

È uno dei paesi più avanti nella sperimentazione di una moneta digitale nazionale, e non solo per avere pagamenti più pratici e veloci

Un uomo durante le feste per il capodanno lunare a Pechino, in Cina. 16 febbraio 2021. (Kevin Frayer/ Getty Images)
Un uomo durante le feste per il capodanno lunare a Pechino, in Cina. 16 febbraio 2021. (Kevin Frayer/ Getty Images)

Di recente la Cina ha iniziato una nuova fase della sperimentazione della sua moneta digitale nazionale, il cosiddetto “yuan elettronico” (eCNY o e-yuan). Lo sviluppo di una valuta digitale è stato fortemente voluto dalla Banca popolare della Cina, cioè la banca centrale cinese, secondo cui questo sistema renderà più pratici e veloci i pagamenti. Secondo gli esperti, però, i vantaggi principali dello yuan elettronico sarebbero soprattutto altri: principalmente rinforzare il valore della moneta nazionale rispetto agli altri strumenti di pagamento digitali molto diffusi nel paese, ma anche mantenere il controllo sugli utenti.

In concomitanza con l’inizio del nuovo anno lunare, il governo cinese ha distribuito attraverso una lotteria una serie di “pacchetti digitali” da 200 e-yuan l’uno (circa 25 euro), per un totale di alcune decine di milioni di yuan. Chi ha ricevuto gli e-yuan con la lotteria ha potuto spenderli entro alcuni giorni sia online che nei negozi attraverso un QR code, con procedure molto simili a quelle dei pagamenti digitali più diffusi.

Secondo i dati della Banca dei regolamenti internazionali, che tra le altre cose si occupa del controllo sulla speculazione internazionale, nell’ultimo anno moltissimi paesi hanno sperimentato alcune forme di moneta digitale, per esempio Svezia e Bahamas. La Cina però è il paese che sta portando avanti il progetto più ambizioso, anche per via della sua grande popolosità.

Attualmente la sperimentazione sulla moneta digitale sta coinvolgendo alcune delle maggiori città del paese, tra cui Pechino e Shanghai. Lo sviluppo dello yuan elettronico era iniziato nel 2014, dopo che in Cina aveva suscitato molto interesse il bitcoin, una moneta digitale che si può usare per fare pagamenti e trasferire denaro ad altri utenti, ma che può anche essere conservata in portafogli virtuali, in attesa che aumenti di valore. Nel 2016, la banca centrale cinese creò un’apposita divisione dedicata allo sviluppo della moneta virtuale, l’Istituto di valuta digitale, e nel 2020 il governo avviò la prima sperimentazione in alcune città, tra cui Suzhou, Shenzhen, Xiongan e Chengdu.

– Leggi anche: Le mini auto elettriche convengono, in Cina

Uno dei motivi per cui la moneta digitale si sta sviluppando così velocemente è anche che in Cina le carte di credito non sono mai state molto diffuse: i cinesi si sono abituati in fretta a passare dal contante ai pagamenti tramite app, per esempio con WeChat Pay o Alipay, che da qualche tempo sono i sistemi per i pagamenti digitali più comuni. Per questa ragione, per il governo è doppiamente importante che lo yuan elettronico funzioni.

A differenza delle criptovalute come il bitcoin, che sono state disegnate senza alcun tipo di autorità centrale, e talvolta con l’esplicito scopo di ribaltare il sistema finanziario dominato dalle banche, secondo gli esperti la Cina vorrebbe utilizzare la moneta digitale per lo scopo opposto. Una grande diffusione dello yuan digitale contribuirebbe infatti a rafforzare il potere della banca centrale, che potrebbe così controllare più facilmente nuove politiche monetarie e agevolare la crescita dell’economia.

Eswar Prasad, ex responsabile della divisione cinese del Fondo monetario internazionale, ha spiegato al New York Times che il successo di WeChat Pay e Alipay in Cina è stato fondamentale per lo sviluppo dello yuan elettronico. Secondo Prasad, questi strumenti di pagamento hanno creato un sistema finanziario alternativo che ha impaurito i funzionari cinesi perché rischia di far perdere potere alla banca centrale. Per Prasad la moneta digitale è «un meccanismo di difesa» che serve affinché «i soldi della banca centrale rimangano rilevanti». Tuttavia, altri esperti hanno sollevato preoccupazioni dal punto di vista della privacy.

Secondo un articolo uscito sul giornale della banca centrale cinese (China Finance) e citato dal New York Times, la moneta digitale ha «molti vantaggi e opportunità» per la Cina. Per esempio, la banca centrale potrebbe decidere di imporre un limite di tempo massimo per l’utilizzo dello e-yuan, come è accaduto nella fase di sperimentazione, oppure scegliere di far diminuire a poco a poco il valore della moneta digitale affinché gli utenti la spendano subito.

Come ha detto l’analista Yaya Fanusie, che si occupa di sicurezza economica a livello nazionale al think tank Center on Economic and Financial Power, la questione della moneta digitale però «non riguarda soltanto i soldi», ma è piuttosto un sistema che permette di «sviluppare nuovi strumenti per raccogliere dati e consente di poter utilizzare a proprio vantaggio quei dati».

– Leggi anche: I bitcoin sono diventati un’altra cosa

Secondo Fanusie, l’impiego dello yuan elettronico consentirebbe all’economia cinese di essere «più intelligente e basata su informazioni in tempo reale». Un sistema di pagamenti digitali che dipenda dalla banca centrale nazionale non permetterebbe soltanto di invogliare i cinesi a spendere, ma anche di controllare le transazioni finanziarie degli utenti, per esempio per contenere l’evasione fiscale.

La preoccupazione maggiore è che questo strumento venga utilizzato anche per tracciare le spese delle persone che sono considerate dissidenti dal governo, e che quindi la moneta digitale sia uno dei metodi di controllo impiegati per contenere il dissenso. Della questione della possibile violazione della privacy della moneta digitale in Cina si era già parlato un paio di anni fa. Come aveva detto al New York Times Flex Yang, fondatore di una società di consulenza per le criptovalute con sede a Hong Kong, le valute «dovrebbero essere neutrali», cioè il loro valore non dovrebbe dipendere da ciò che si acquista: senza l’anonimità, ha spiegato Yang, non possono più essere considerate valute, ma semplici «strumenti di pagamento».

– Leggi anche: Come la Cina ha censurato la pandemia

Nell’articolo del China Finance tra le altre cose si dice che «il diritto di emettere e controllare le valute digitali diventerà un nuovo ‘campo di battaglia’ tra gli stati sovrani», tuttavia gli esperti non sono d’accordo sul fatto che la moneta digitale cinese possa essere competitiva anche all’estero.

Il governo cinese non ha chiarito se e quando introdurrà lo yuan elettronico a livello nazionale, ma diversi funzionari citati dal New York Times hanno detto che il sistema dovrebbe essere pronto per il 2022, quando in Cina dovrebbero arrivare migliaia di turisti in occasione delle Olimpiadi invernali di Pechino. Secondo quanto hanno detto in alcune conferenze e articoli questi funzionari, comunque, la banca centrale cinese vorrebbe essere la prima a introdurre una moneta digitale a livello nazionale.