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  • Sabato 13 febbraio 2021

Città del Messico ha vietato la vendita degli assorbenti interni

L'amministrazione locale li ha ritirati dal commercio per inquinare di meno, perché i loro involucri e applicatori sono fatti di plastica

(AP Photo/Rebecca Blackwell)
(AP Photo/Rebecca Blackwell)

L’amministrazione di Città del Messico ha vietato la vendita degli assorbenti interni fino a quando i suoi applicatori e involucri, che in Messico sono fatti perlopiù di plastica, non verranno prodotti con materiali dal minore impatto ambientale. Il divieto fa parte di un piano per ridurre la circolazione della plastica e favorire comportamenti più sostenibili che era stato annunciato già da tempo, ma il ritiro dal commercio dei prodotti, questa settimana, ha sorpreso e lasciato senza alternative pratiche ed economiche milioni di donne.

La decisione di vietare gli assorbenti interni fa parte di un programma che tra le altre cose prevede di limitare l’uso dei prodotti inquinanti lanciato due anni fa dalla sindaca della città, la scienziata climatica Claudia Sheinbaum. A gennaio la ministra per l’Ambiente dell’amministrazione locale, Mariana Robles, aveva detto che i prodotti usa e getta in plastica, tra cui bicchieri, posate e cannucce «non erano veramente essenziali», e così anche gli assorbenti interni, perché i loro applicatori sono fatti di plastica.

Le restrizioni sono entrate in vigore dal primo gennaio 2021. Questa settimana, però, quando gli assorbenti interni sono proprio scomparsi dagli scaffali delle farmacie e dei supermercati, circa 5 milioni di donne, molte delle quali utilizzano abitualmente questi prodotti per il ciclo mestruale, sono rimaste spiazzate (l’area metropolitana di Città del Messico ha circa 21 milioni di abitanti).

Benché il programma fosse stato annunciato da tempo, alcuni critici si sono chiesti come mai l’amministrazione sia intervenuta prima sugli assorbenti anziché su altri articoli che contengono plastica e sono molto più inquinanti, per esempio gli imballaggi, che spesso sono superflui (anche nell’Unione Europea nei prossimi anni diversi prodotti di plastica inquinante verranno gradualmente vietati). Secondo diverse associazioni femministe messicane, che già stavano lottando per azzerare la tassazione sugli assorbenti – attualmente al 16 per cento – il governo avrebbe inoltre dovuto adottare un approccio più graduale prima di imporre il divieto.

In Messico gli assorbenti interni che non hanno l’applicatore di plastica sono meno diffusi e possono essere trovati online, ma nella maggior parte dei casi a prezzi molto superiori. Un’alternativa potrebbe essere utilizzare gli assorbenti esterni – che però ad alcune donne causano fastidi e irritazioni – o le coppette mestruali, ma bisogna considerare che a causa della pandemia da coronavirus in Messico il livello di povertà è cresciuto molto e per lo più è stato stimato che a Città del Messico 260mila case non abbiano acqua corrente.

– Leggi anche: Cosa sappiamo dell’impatto ambientale degli assorbenti

La direttrice del programma di gestione ambientale dell’amministrazione cittadina, Lillian Guigue, ha spiegato di aver contattato e negoziato con le aziende che realizzano prodotti per il ciclo mestruale, ma che la pandemia da coronavirus ha rallentato la loro ricerca nel trovare nuovi materiali con cui realizzare gli applicatori.

Anahí Rodríguez, portavoce della ong Menstruación Digna (degne mestruazioni), ha detto che «certamente capiamo il lato ambientale» della questione, ma che il governo si sarebbe dovuto «assicurare che prima di ritirare dalla circolazione gli assorbenti interni ne fossero disponibili di nuovi con applicatori di materiali diversi dalla plastica a un prezzo accessibile». Con queste misure, secondo Rodríguez, le mestruazioni «diventano un privilegio anziché un diritto».