Una canzone di Eric Clapton

Un discreto e distinto signore di pose composte che di mestiere ha fatto la rockstar

(Gareth Cattermole/Getty Images)
(Gareth Cattermole/Getty Images)

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Tre anni fa oggi morì Dolores O’Riordan, dei Cranberries.
Invece domenica compie trent’anni The soul cages, quel disco di Sting che finiva grandemente con When the angels fall.

Let it grow
Eric Clapton tra poco ne compie 76: ha avuto molte vite, ma anche molto coerenti. Forse la sua cosa più incoerente è stata di essere uno dei più grandi e ammirati monumenti della storia del rock senza avere niente delle attitudini pubbliche delle rockstar, pur frequentando invece quelle private: droghe, ragazze, casini (e tragedie, pure). È sempre stato un discreto e distinto signore di pose composte – anche con delle sbandate di incongrua attenzione alla moda – che di mestiere ha fatto la rockstar. Per il resto, uno dei più grandi chitarristi di sempre, e autore di canzoni storiche.

Ai tempi di Let it grow ne aveva 29, si era appena devastato con l’eroina, e mise la canzone nel suo secondo disco da solo (la sua prima fama era stata dentro a illustri band degli anni Sessanta). Ha un testo un po’ ingenuo – ma tutta la canzone è piuttosto floreale – sul coltivare far crescere l’amore, e una musica che ha sempre ricordato molto Stairway to heaven dei Led Zeppelin (che a sua volta ha avuto una lunga vicenda di accuse di plagio), ma il risultato è di celestiale piacevolezza.


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