In Cina mancano i container

È un problema nuovo ed è legato allo straordinario aumento delle esportazioni, tra le altre cose di dispositivi di protezione per il coronavirus

(Christopher Furlong/Getty Images)
(Christopher Furlong/Getty Images)

L’alta domanda di merci prodotte in Cina sta avendo effetti sull’intero settore delle spedizioni internazionali, in grande difficoltà a causa dell’epidemia da coronavirus che ha colpito tutto il mondo. Una delle conseguenze più problematiche riguarda la carenza di container, cioè le enormi scatole di metallo che servono per spedire qualsiasi cosa soprattutto via nave. I container vengono utilizzati per spostare il 60% delle merci globali e secondo le statistiche commerciali dell’ONU ne circolano 180 milioni.

Dopo le difficoltà di inizio 2020, in Cina c’è stata una notevole crescita delle esportazioni, che a novembre sono aumentate del 21% rispetto all’anno precedente grazie alla produzione di elettrodomestici, giocattoli e – merce molto richiesta – i dispositivi di protezione individuale come mascherine e guanti. Ma al flusso di container che escono dalla Cina non corrisponde un identico flusso di container in entrata. C’entrano ovviamente gli effetti della pandemia, anche se un’altra delle cause è proprio la crescita della produzione cinese: più si esporta e meno ci sono container a disposizione per esportare, la domanda si alza e i prezzi delle spedizioni crescono, così come quelli della merce.

Reuters ha dedicato un lungo articolo a questo problema inedito per l’economia cinese. Secondo gli ultimi dati a disposizione, il rapporto tra container in entrata per importazioni e in uscita per esportazioni è di uno a tre.

(Christopher Furlong/Getty Images)

Secondo la China Container Industry Association (CCIA), attualmente i tempi medi di consegna sono arrivati a 100 giorni contro i 60 di un anno fa e questo aumento è dovuto principalmente alla scarsa capacità di movimentazione delle merci in Europa e negli Stati Uniti a causa dell’epidemia da coronavirus. A questo si aggiunge la drastica riduzione dei voli dovuta alla pandemia, che ha una ricaduta sul trasporto delle merci e fa crescere la domanda di spedizioni via mare.

Gli effetti della carenza di container stanno causando molti problemi alle aziende. «Abbiamo tanti ordini, ma semplicemente non riusciamo a spedire nulla», ha detto a Reuters Charles Xu, un fornitore di specchi che lavora a Yiwu, una città di 1,2 milioni di abitanti nella provincia dello Zhejiang, nella zona orientale della Cina. Xu rifornisce grandi rivenditori americani come Walmart e Home Depot. «Nella nostra fabbrica si stanno accumulando scatole e non è rimasto molto spazio. È difficile prenotare i container, per cui ci sono offerte a prezzi elevati».

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Secondo i dati di Freightos, uno dei più importanti indici nel mercato delle spedizioni, noleggiare un container lungo 12 metri dalla Cina alla costa orientale degli Stati Uniti costa 5.254 dollari, una cifra record e in continua crescita negli ultimi mesi. I dati del “global index” dicono che un anno fa noleggiare un container costava mediamente 1.500 dollari. Nell’ultimo aggiornamento dell’8 gennaio il costo medio è arrivato a 3.764 dollari.

L’aumento del prezzo medio di spedizione di un container in ogni parte del mondo (Freightos Baltic Index)

Le aziende cinesi che costruiscono i container hanno cercato di potenziare la produzione, ma al momento l’offerta non riesce a coprire l’alta domanda. Un altro dei problemi di questa sproporzione tra le esportazioni e le importazioni in Cina riguarda l’accumulo di container nei grandi porti dove viene spedita la merce. Dal porto di Los Angeles, uno dei principali approdi dei container in arrivo dalla Cina, sono stati spediti 326mila container vuoti, quindi senza la reale necessità di essere spostati se non per essere riempiti in un altro paese. La Cina, soprattutto.

A causa di questa domanda così alta, e con i prezzi in salita, alcune aziende cinesi stanno approfittando della situazione mettendo da parte container vuoti per venderli al miglior offerente. «Spesso è solo un’attesa infinita fino a quando si perde la pazienza e si arriva a chiedere “quanto vuoi?”», ha spiegato a Reuters Hill Xiao, che gestisce una società di esportazioni di vestiti e giocattoli nella provincia del Guangdong, nella Cina meridionale. «Se non puoi avere un container, non riesci a spedire nulla e non guadagni».

È difficile capire fino a quando durerà questa bolla speculativa. Anche nel settore delle spedizioni, come in tanti altri, c’è grande aspettativa nei confronti della campagna vaccinale contro il coronavirus. Se il contagio verrà contenuto si potranno riprendere i viaggi e anche il mercato delle spedizioni forse tornerà alla normalità. Ma è ancora presto per dirlo, come per tante altre cose.

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Al momento l’unica certezza è che le somministrazioni del vaccino sono iniziate in gran parte del mondo, anche se non ci sono previsioni precise sulla fine dell’epidemia. «Stiamo assistendo a una domanda di beni insolitamente elevata a livello globale, che probabilmente si raffredderà nel 2021 a causa della (prevista) ripresa dei servizi, in particolare nelle economie occidentali», ha detto Frederic Neumann, co-direttore della Asian Economics Research dell’organizzazione bancaria internazionale HSBC. «Alcuni dei colli di bottiglia logistici, vale a dire la mancanza di aerei passeggeri in grado di trasportare merci, dovrebbero risolversi grazie al vaccino».