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  • Sabato 16 gennaio 2021

Il partito di Merkel sceglie il suo prossimo leader

Che potrebbe facilmente diventare il prossimo cancelliere tedesco: i candidati sono tre, tutti uomini, con idee un po' diverse

Da sinistra a destra: Friedrich Merz, Norbert Röttgen e Armin Laschet (Gora - Pool/Getty Images)
Da sinistra a destra: Friedrich Merz, Norbert Röttgen e Armin Laschet (Gora - Pool/Getty Images)

Sabato inizia il congresso dell’Unione Cristiano-Democratica (CDU), il partito della cancelliera tedesca Angela Merkel e principale forza politica in Germania. Il congresso, che si terrà online a causa della pandemia da coronavirus, è incaricato di eleggere il nuovo leader del partito, che con ogni probabilità dovrebbe diventare anche il prossimo cancelliere tedesco. Merkel, che è stata a capo della CDU per 18 anni (fino al 2018), ha già detto che non si candiderà, e che lascerà la politica nel settembre 2021, al termine del suo mandato. I candidati in lizza sono tre: tutti uomini, tutti nati nello stato tedesco della Renania Settentrionale-Vestfalia, il più popoloso della Germania, e tutti nominalmente europeisti e centristi, anche se con alcune differenze significative.

I tre candidati sono Friedrich Merz, che rappresenta l’ala più a destra del partito; Armin Laschet, moderato e primo ministro dello stato tedesco della Renania Settentrionale-Vestfalia; e Norbert Röttgen, uno dei maggiori esperti di politica estera della CDU. Il favorito, stando ai sondaggi realizzati finora, è Merz, che è anche il candidato più controverso tra i tre.

Merz, avvocato milionario e leader dell’opposizione della Camera bassa del parlamento tedesco tra il 2000 e il 2002, esprime le posizioni più a destra della CDU. Politico lo ha descritto così: «Uomo, bianco, vecchio, aggressivo, parla di gay e pedofili come se fossero la stessa cosa, sminuisce le discussioni sulle questioni di genere definendole una perdita di tempo e non sopporta Angela Merkel. Non potrebbe essere più lontano dallo spirito del tempo». Merz è conosciuto soprattutto per il suo conservatorismo riguardo alle questioni fiscali e alle sue posizioni particolarmente dure sull’immigrazione.

Friedrich Merz (Sean Gallup/Getty Images)

Sull’Unione Europea e sui recenti aiuti negoziati per affrontare l’epidemia da coronavirus, Merz ha posizioni molto più vicine a quelle dei paesi cosiddetti “frugali”, come Austria e Paesi Bassi, piuttosto che a quelle di Merkel. Merz crede che il fatto che l’Unione Europea raccolga denaro sui mercati finanziari e distribuisca sussidi ai paesi membri vada contro i trattati europei. Nel caso in cui Merz diventasse il nuovo leader della CDU, e magari nuovo cancelliere, queste posizioni «potrebbero avere profonde implicazioni per il ruolo della Germania in Europa», ha scritto il Financial Times.

Su molti altri temi legati all’Europa, comunque, Merz è in linea con le posizioni espresse finora dalla CDU. E nonostante abbia detto di essere scettico rispetto al trasferimento di altri poteri all’Unione Europea – quindi sia contrario a fare ulteriori passi verso una maggiore integrazione – Merz ha anche detto di voler una politica estera europea più coordinata, per essere più efficace.

– Leggi anche: Anche in Germania c’è chi si lamenta della lentezza delle vaccinazioni

Questa idea è sostenuta anche da Röttgen. Secondo gli ultimi sondaggi realizzati tra persone che si dicono elettori della CDU e della CSU (l’Unione Cristiano-Sociale, partito “fratello” della CDU in Baviera) e pubblicati da Politico, Röttgen è dietro 5 punti percentuali da Merz, e avanti di 3 rispetto a Laschet. Röttgen è il più giovane dei tre candidati e fu ministro dell’Ambiente tra il 2009 e il 2012, quando fu licenziato da Merkel dopo avere perso le elezioni per diventare primo ministro della Renania Settentrionale-Vestfalia. Invece che lasciare la politica, Röttgen decise di dedicarsi a temi esteri: oggi è presidente della commissione degli Affari esteri della camera bassa del parlamento tedesco, e in questo campo è considerato una delle voci oggi più credibili a Berlino.

Il terzo candidato, Armin Laschet, è il primo ministro della Renania Settentrionale-Vestfalia dal 2017.

È considerato la scelta di maggiore continuità con Merkel, soprattutto dopo che nel febbraio 2020 la candidata scelta da Merkel per la sua successione, Annegret Kramp-Karrenbauer, aveva annunciato le sue dimissioni dalla presidenza della CDU a causa di un grosso scandalo nello stato tedesco di Turingia. Laschet può contare su consensi rassicuranti nello stato della Renania Settentrionale-Vestfalia, e sull’appoggio di molti importanti esponenti del partito, ma ci sono dubbi sulla sua capacità di svolgere un importante ruolo di governo sulla scena nazionale, e soprattutto internazionale.

Annegret Kramp-Karrenbauer, al centro, Friedrich Merz, a sinistra, e Jens Spahn, ministro della Salute (Carsten Koall/Getty Images)

Di recente Laschet ha subìto nuove critiche soprattutto per la sua gestione piuttosto blanda delle misure restrittive contro l’epidemia da coronavirus: il fatto che sia stato più criticato di altri leader di stati tedeschi più colpiti dalla pandemia, hanno suggerito in molti, dimostrerebbe come Laschet non sia ancora pronto per far valere le sue posizioni da cancelliere della Germania e leader del paese più potente all’interno dell’Unione Europea.

Il candidato che sarà scelto dal congresso della CDU per diventare nuovo leader del partito non sarà automaticamente il candidato cancelliere alle elezioni federali del prossimo settembre, quelle che segneranno la fine del governo Merkel, ma ci sono buone probabilità che lo diventi. Ci sono comunque altre alternative, di cui si sta parlando considerato che «nessuno dei tre candidati sembra ispirare molto entusiasmo», aveva scritto il Frankfurter Allgemeine Zeitung in un articolo di opinione.

Ad oggi rimangono piuttosto popolari Jens Spahn, ministro della Salute molto apprezzato per la sua gestione della pandemia, che si è presentato al congresso come vice di Laschet; e Markus Söder, primo ministro della Baviera e leader della CSU, che secondo gli ultimi sondaggi raccoglie l’80 per cento dei consensi tra gli elettori della CDU e della CSU.