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  • Lunedì 28 dicembre 2020

La Svezia entrerà nella NATO?

Il Parlamento ha approvato una mozione che cita l’ingresso nell’alleanza militare: il governo è contrario, e se ne discute parecchio

(Jeff J Mitchell/Getty Images)
(Jeff J Mitchell/Getty Images)

Nelle ultime settimane in Svezia è ripreso il dibattito sull’ingresso del paese nella NATO, il patto di alleanza militare fra i paesi occidentali, da cui dopo la Seconda guerra mondiale le autorità svedesi decisero di rimanere fuori. Due settimane fa il Parlamento svedese ha approvato a larga maggioranza una mozione che cita la possibilità di unirsi alla NATO, nonostante il parere contrario del governo.

L’ingresso nella NATO è un tema che riemerge ciclicamente nel dibattito pubblico svedese, ma secondo alcuni osservatori sta diventando sempre più attuale a causa della crescente aggressività della Russia e di alcune recenti spinte politiche interne.

Sulla carta la Svezia mantiene una politica di neutralità militare da circa due secoli, da quando cioè perse per sempre la Finlandia e altri territori alla fine delle Guerre napoleoniche. Da allora l’esercito svedese non ha partecipato ufficialmente ad alcun conflitto armato, anche se dopo l’ingresso nell’Unione Europea avvenuto nel 1995 ha iniziato a cooperare con gli altri eserciti europei e ad essere sempre più coinvolto in missioni internazionali ed esercitazioni congiunte nell’ambito della NATO.

Fino a qualche anno fa, però, la politica di neutralità non era mai stata davvero messa in dubbio né dai governi che si sono succeduti né dagli svedesi stessi. Nel 1994, secondo un sondaggio dell’università di Göteborg soltanto il 15 per cento degli elettori era a favore di un eventuale ingresso nella NATO.

– Leggi anche: Il re di Svezia dice che il paese ha fallito contro il coronavirus

Negli ultimi anni però la Russia è diventata sempre più aggressiva nella regione del Mar Baltico. Nello stretto tratto di mare si affacciano diversi stati europei fra cui alcuni che facevano parte dell’Unione Sovietica, come i paesi baltici, che ormai da anni la Russia sta cercando di inglobare nella propria area di influenza. Appena più a sud, inoltre, ci sono la Bielorussia – un paese considerato ancora oggi un satellite della Russia, nonostante le recenti proteste di massa a favore della democrazia – e l’Ucraina, invasa nel 2014 da milizie appoggiate dall’esercito russo. «L’Ucraina è lontana [dalla Svezia] tanto quanto Bruxelles. Per questo li sorvegliamo e controlliamo sempre quello che fanno», ha detto al Financial Times la comandante della Marina svedese, Ewa Skoog Haslum, parlando della Russia.

Gli incidenti che hanno riguardato la Russia sono stati sempre meno isolati. Aerei russi invadono costantemente lo spazio aereo svedese, e a settembre due navi della marina russa hanno invaso le acque territoriali svedesi durante un’esercitazione militare, provocando una mobilitazione di truppe e mezzi militari sulla piccola isola di Gotland che non si vedevano dai tempi della Guerra fredda.

Eppure, le attività militari russe non hanno convinto il governo di minoranza sostenuto dai Socialdemocratici e dai Verdi a cambiare idea sull’ingresso nella NATO. Politico spiega che secondo i due partiti una mossa del genere contribuirebbe a destabilizzare ulteriormente la regione, e a rendere ancora più tesi i rapporti con la Russia.

Tanto più che la NATO non sembra così solida come qualche anno fa, a causa delle tensioni crescenti fra la Turchia e diversi altri membri, ma anche per via delle aspirazioni di maggiore autonomia degli stati europei, che nei prossimi anni potrebbero decidere di rafforzare la propria cooperazione in materia di difesa nell’ambito dell’Unione Europea, ed essere sempre meno dipendenti dagli Stati Uniti.

I quattro partiti che formano la coalizione di centrodestra, invece, sono storicamente a favore dell’alleanza, e anche in questi giorni hanno ribadito che la Svezia sarebbe decisamente più sicura se facesse parte a pieno titolo della NATO, anziché rimanere in una «terra di nessuno» fra le due parti, ha spiegato a Politico il deputato dei Liberali Allan Widman.

Nella recente votazione sulla mozione per tenere aperta la possibilità di entrare nella NATO, approvata con 204 voti a favore e 145 contrari, sono stati decisivi i Democratici Svedesi, diretti discendenti degli storici partiti neonazisti svedesi, che dopo anni di ostilità alla NATO hanno votato a favore della mozione. Probabilmente fa parte del tentativo più ampio di legittimarsi come forza ragionevole davanti all’elettorato di centrodestra: «il partito sa bene che le sue storiche posizioni euroscettiche e filorusse non piacciono all’elettorato moderato», scrive EuObserver.

Le prossime elezioni politiche sono previste per il 2022, e se la Russia manterrà il suo atteggiamento aggressivo diversi osservatori ritengono che l’ingresso nella NATO sarà uno dei temi della campagna elettorale.