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  • Domenica 1 novembre 2020

Airbnb contro le feste in casa

Almeno quelle nelle case affittate tramite la sua piattaforma: che negli ultimi anni hanno causato molti problemi

(Terry Pierson/ Orange County Register via ZUMA Wire / ANSA)
(Terry Pierson/ Orange County Register via ZUMA Wire / ANSA)

Airbnb, la famosa piattaforma per affittare case per previ periodi, ha introdotto nuove restrizioni per evitare uno dei maggiori problemi che ha: le feste che i suoi clienti organizzano nelle case che affittano. Negli ultimi anni, infatti, sono aumentate le segnalazioni di schiamazzi e danni in seguito a feste organizzate nelle case affittate con Airbnb e in alcuni casi ci si sono stati gravi incidenti e anche sparatorie nate durante feste in case in affitto. Le feste nelle case affittate su Airbnb sono formalmente vietate già da qualche tempo, ma per molto tempo l’azienda aveva chiuso un occhio: ora ha adottato nuove regole e nuovi controlli.

Succede spesso che case e ville su Airbnb vengano affittate per feste di studenti o addii al celibato, con decine di persone invitate, grande disturbo per i vicini e spesso grossi danni per i padroni di casa. Da anni i giornali raccontano le storie di case gravemente danneggiate dagli ospiti, con decine di migliaia di euro di danni, ma il New York Times ha raccontato che negli ultimi mesi le cose sono molto peggiorate, almeno negli Stati Uniti, e anche a causa della pandemia.

Sempre più persone cercano posti isolati dove organizzare feste sfuggendo ai controlli più rigidi che ci sono nelle grandi città, e le case in affitto su Airbnb sono spesso la soluzione più facile. A luglio nel New Jersey la polizia ha sgomberato una festa in una villa affittata con più di 700 persone e tra luglio e ottobre ci sono stati almeno 27 casi di sparatorie in case affittate su Airbnb. Nel 2019, durante una festa di Halloween non autorizzata vicino a San Francisco ci fu una sparatoria in cui morirono cinque persone, in uno dei casi che fecero più parlare dei problemi di Airbnb a controllare quello che succede nelle case che aiuta ad affittare.

Secondo i dati comunicati da Host Compliance, un’associazione che raccoglie le segnalazioni di disturbi tra vicini di casa in Stati Uniti e Canada, da luglio a settembre le lamentele per le feste organizzate in case affittate per brevi periodi sono aumentate del 250 per cento. In città come Chicago, San Diego e Atlanta sono state proposte restrizioni per limitare le feste in case date in affitto e in alcuni casi sono proprio state vietate. I provvedimenti di Airbnb però ci hanno messo un po’ ad arrivare.

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Sei dipendenti dell’azienda intervistati dal New York Times – che hanno chiesto di rimanere anonimi – hanno spiegato che il problema della sicurezza nelle feste organizzate nelle case affittate sul sito era stato segnalato diverse volte ai dirigenti della società: fino a pochi mesi fa, però, la priorità di Airbnb era quella di allargare il servizio e attrarre nuovi utenti, anche a discapito del rispetto delle regole.

Due dei dipendenti hanno raccontato di aver chiesto ai dirigenti di Airbnb di fare causa agli affittuari per le sparatorie e i danni alle case che avevano preso in affitto: i dirigenti, però, temevano che la cosa avrebbe attirato troppa attenzione su questo tipo di problemi e hanno soprasseduto. Altri avevano suggerito di togliere o limitare l’opzione “prenotazione immediata”, che consente di bloccare una casa senza l’approvazione del padrone di casa. Tuttavia, il 70 per cento delle prenotazioni di Airbnb nel 2019 era derivato proprio da quella funzione, che è una delle cose che rende la piattaforma più competitiva rispetto ad alberghi e altri tipi di alloggi. Airbnb decise quindi di non intervenire.

Adesso, però, le cose stanno cambiando.

Come ha chiarito Airbnb in un comunicato dello scorso 20 agosto, le feste nelle case affittate tramite la piattaforma sono sempre state vietate, a meno che venissero presi accordi espliciti con i padroni di casa. Tuttavia, dopo la sparatoria dello scorso Halloween, l’amministratore delegato e co-fondatore di Airbnb, Brian Chesky, aveva annunciato che la compagnia avrebbe sospeso tutte le feste e il comunicato di agosto chiarisce che ogni tipo di festa è proibito in tutto il mondo, almeno per ora.

Una delle nuove regole che ha introdotto Airbnb per limitare ulteriormente i rischi è il numero massimo di 16 persone per ciascuna prenotazione: una misura che secondo l’azienda è in linea con le regole imposte da molti governi per limitare i ritrovi di persone e che verrà applicata indipendentemente dal fatto che il proprietario della casa abbia dato o meno il proprio consenso. In più, Airbnb ha iniziato a testare una funzione che blocca le prenotazioni “last minute” e ha tolto dal sito alcune case che venivano affittate principalmente per organizzare feste. In alcune località, poi, gli ospiti sotto i 25 anni che hanno meno di tre recensioni positive su Airbnb non potranno prenotare case intere vicino al posto in cui abitano.

Per evitare che gli ospiti organizzino feste ad Halloween, in Stati Uniti e Canada l’azienda ha vietato le prenotazioni di una sola notte per il 31 ottobre. Allo stesso modo, d’ora in poi ci saranno controlli e restrizioni anche sulle prenotazioni per due e tre notti.

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A causa della crisi del settore turistico dovuta alla pandemia, lo scorso maggio Airbnb aveva licenziato circa 1.900 dipendenti, tra cui diverse persone impiegate nei controlli di sicurezza. Nonostante ciò, l’azienda ha detto di aver potenziato un servizio di assistenza telefonica attraverso il quale gli utenti possono segnalare eventuali feste e disturbi – ma per ora la linea è attiva soltanto negli Stati Uniti e in Canada.

Oltre a fare controlli più stringenti sugli utenti del sito, l’azienda si è impegnata anche a individuare i comportamenti scorretti da parte degli organizzatori di eventi. In alcuni casi, Airbnb ha anche iniziato a prendere provvedimenti legali sia contro gli ospiti che avevano affittato case in cui si erano verificati incidenti gravi, sia nei confronti di alcuni promoter. Lo scorso 19 ottobre, per esempio, l’azienda ha fatto causa a un organizzatore di eventi che affittava spesso ville su Airbnb a Los Angeles per ospitare degli eventi pubblici e che stava vendendo sui social media i biglietti per una festa di Halloween.