alba dorata
Manifestanti fuori dal tribunale di Atene prima del verdetto (AP Photo/Yorgos Karahalis)

I leader di Alba Dorata sono stati condannati per aver dato vita a un’associazione criminale

Il verdetto nei confronti dei vertici del partito neonazista greco è arrivato oggi dopo cinque anni di processo

Mercoledì mattina un tribunale di Atene ha condannato i leader del partito greco Alba Dorata per aver agito come un’organizzazione criminale. Alba Dorata è un partito politico greco di estrema destra – dalle idee neonaziste e xenofobe – che esiste dal novembre del 1993, ma che è diventato rilevante dopo la crisi finanziaria del 2008, riuscendo anche a risultare il terzo partito del paese nelle elezioni del 2015. Prima del verdetto circa 10mila persone si erano riunite fuori dal tribunale di Atene per manifestare e chiedere la condanna dei leader di Alba Dorata.

Le indagini nei confronti di Alba Dorata erano state avviate dopo che nel settembre 2013 un membro del partito, Giorgos Roupakias, aveva accoltellato il rapper di sinistra Pavlos Fyssas, uccidendolo. Al termine delle indagini, il procuratore greco Isidoros Doyiakos aveva formulato una richiesta contenuta in un fascicolo di circa 700 pagine contro membri del partito – eletti o no in Parlamento – e accusati di usare Alba Dorata come strumento politico per portare avanti attività illecite.

Nel processo, iniziato nel 2015, erano 68 gli imputati, tra cui 18 parlamentari del partito. Tra gli altri c’era il leader del partito Nikolaos Michaloliakos, che i giudici hanno ritenuto colpevole di «costituzione e appartenenza a un’organizzazione criminale», mentre gli altri imputati, membri o sostenitori del partito, sono stati giudicati colpevoli per la loro «appartenenza a un’organizzazione criminale».

Le accuse erano relative ad alcuni omicidi, al ferimento di diverse persone con armi di vario tipo, a ripetuti attacchi contro immigrati, omosessuali e attivisti di sinistra e minoranze etniche presenti in Grecia. Giorgos Roupakias è stato invece ritenuto colpevole dell’omicidio di Pavlos Fyssas. Le sentenza di condanna per tutti gli imputati dovrebbero arrivare nelle prossime ore o più probabilmente nei prossimi giorni: gli imputati condannati per aver dato vita a un’organizzazione criminale rischiano fino a 15 anni di carcere, mentre Roupakias rischia l’ergastolo.

All’udienza di oggi erano presenti solo 11 dei 68 imputati, e nessuno degli ex parlamentari.

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