• Mondo
  • Domenica 13 settembre 2020

Come vanno Trump e Biden negli stati in bilico

I sondaggi attribuiscono a Biden un vantaggio significativo, ma per certi versi Trump è messo meglio di com'era a questo punto quattro anni fa

Sostenitori di Trump a Tulsa, Oklahoma. (AP Photo/Charlie Riedel, File)
Sostenitori di Trump a Tulsa, Oklahoma. (AP Photo/Charlie Riedel, File)

Come ormai da molti anni a questa parte, le elezioni presidenziali negli Stati Uniti saranno decise dai voti che otterranno Donald Trump e Joe Biden in una manciata di stati. Per ragioni storiche, infatti, il sistema elettorale americano privilegia il candidato che riesce a vincere nel numero più alto possibile di stati molto popolati, piuttosto che quello che ottiene più voti in assoluto. Nel 2016 Trump fu eletto presidente anche perché riuscì a vincere per poche decine di migliaia di voti in alcuni stati densamente abitati come Michigan, Pennsylvania e Wisconsin, in cui i Democratici erano convinti di avere la vittoria in tasca, mentre i Democratici vinsero in altri stati con un larghissimo vantaggio che però fu irrilevante ai fini delle loro possibilità di vittoria.

Dato che sappiamo già con una certa sicurezza chi tra Trump e Biden vincerà nella gran parte degli stati americani – per ragioni storiche e demografiche, o perché i sondaggi attribuiscono a uno dei due un vantaggio incolmabile – per capire chi diventerà presidente bisogna tenere d’occhio i cosiddetti “stati in bilico”, quelli che potrebbero votare in maggioranza per l’uno o per l’altro e che quindi saranno determinanti. Per il momento, come ha sintetizzato di recente FiveThirtyEight, il candidato messo meglio è sicuramente Joe Biden.

– Leggi anche: Come si elegge il presidente degli Stati Uniti

La premessa necessaria è che contrariamente ai toni enfatici usati nelle ultime settimane da alcuni giornali italiani, i sondaggi non hanno indicato alcuna rimonta da parte di Trump, nonostante settimane di notevole esposizione mediatica a causa della convention dei Repubblicani – terminata il 27 agosto, una settimana dopo quella dei Democratici – e delle quotidiane esternazioni e conferenze stampa sulla gestione del coronavirus e sulle tensioni etniche nelle grandi città. L’altra premessa è che i sondaggi possono al massimo fornire una fotografia del presente, e non prevedere il futuro: possono succedere ancora molte cose in grado di spostare le preferenze degli americani.

Secondo la media di Real Clear Politics, che aggrega i dati nazionali dei sondaggi più affidabili, Biden ha un vantaggio compreso fra i 7 e gli 8 punti percentuali su scala nazionale: più o meno lo stesso che aveva all’inizio dell’estate, prima delle convention e degli sviluppi più recenti sulla pandemia e sulle manifestazioni di protesta. Ma appunto: il dato nazionale può essere un indicatore del sostegno degli americani, ma bisogna guardare ai singoli stati – e soprattutto a quelli in bilico – per capire chi ha le maggiori possibilità di vittoria.

FiveThirtyEight nota che nelle ultime settimane la situazione è rimasta più o meno stabile, con qualche naturale fluttuazione, anche nella maggior parte degli stati considerati in bilico: quindi perlopiù favorevole a Biden. A metà agosto Biden era in vantaggio su Trump di 6,8 punti in Wisconsin, di 7,6 punti in Michigan, di 1,3 in North Carolina (tutti stati in cui Trump aveva battuto Clinton, nel 2016). In nessuno di questi stati la variazione del consenso è stata superiore allo 0,4 per cento, nelle ultime tre settimane.

I problemi per Biden iniziano in due stati molto importanti che hanno avuto una variazione significativa, entrambi a favore di Trump: Florida e Ohio.

In Florida, in cui nel 2016 Trump vinse per circa 100mila voti, il vantaggio di Biden si è praticamente dimezzato passando da 5,3 a 2,8 punti. FiveThirtyEight ipotizza che c’entri il fatto che Trump e i Repubblicani accusino il partito Democratico di sostenere un programma “socialista”, un aggettivo respingente per il milione e mezzo di esuli cubani o discendenti di esuli cubani che abitano in Florida, e per i molti bianchi anziani che abitano nello stato. In Ohio, un altro stato in cui gli elettori bianchi contano molto, Biden è passato in svantaggio: Trump è dato avanti di circa un punto.

– Leggi anche: Melania Trump è ancora un mistero

La situazione in Florida e Ohio fa capire molto bene perché la maggior parte degli analisti e osservatori americani sia ancora molto prudente sulle probabilità di una vittoria di Biden. Se Trump dovesse effettivamente vincere in Florida e Ohio, per essere rieletto gli basterebbe – oltre a vincere negli stati in cui è dato molto molto avanti – prendere un solo voto in più di Biden in alcuni stati in bilico ma tradizionalmente Repubblicani come Texas, Georgia, Arizona e North Carolina – dove vinse già quattro anni fa – e ripetere il successo del 2016 in un solo stato fra Michigan e Pennsylvania.