• Mondo
  • Venerdì 11 settembre 2020

Anche l’Oregon sta bruciando

E più di 500mila persone, circa il 10 per cento della popolazione, sono già state costrette a lasciare le loro case

Case distrutte a Phoenix, Oregon, 10 settembre 2020
(David Ryder/Getty Images)
Case distrutte a Phoenix, Oregon, 10 settembre 2020 (David Ryder/Getty Images)

I grandi incendi che hanno colpito la costa occidentale degli Stati Uniti continuano ad avanzare bruciando interi quartieri delle città e costringendo all’evacuazione delle case in California, Oregon e nello stato di Washington: giovedì a causa degli incendi sono morte sette persone. Lo stato più colpito continua a essere la California, dove centinaia di incendi sono divampati anche nella parte settentrionale e centrale dello stato, a Fresno, nell’area di Los Angeles e nella Silicon Valley.

La situazione è particolarmente critica anche nella periferia meridionale di Portland, in Oregon, dove nella notte tra giovedì e venerdì i più di 400mila abitanti della contea di Clackamas sono stati messi in stato di allerta e più della metà sono stati obbligati a evacuare le proprie case. Nell’Oregon già centinaia di case sono state bruciate e altre quattrocento sarebbero in pericolo. Uno dei maggiori incendi, l’incendio “Almeda Fire”, ha colpito all’inizio di questa settimana Phoenix e Talent, nel sud dell’Oregon, e ha costretto mercoledì a nuove evacuazioni anche nella città di Medford, che è l’ottava città più grande dell’Oregon con circa 80mila abitanti.

Per l’incendio “Almeda Fire” è stata aperta anche un’inchiesta che ipotizza possa essere stato appiccato volontariamente. La governatrice Kate Brown, che ha chiesto che all’Oregon venga concesso lo stato federale d’emergenza, ha detto che nello stato non si era mai vista una quantità così grande di incendi incontrollati. In tutto lo stato dell’Oregon più di 500mila persone, circa il 10 per cento della popolazione totale, sono state costrette a evacuare le loro case.

In California l’incendio “Bear Fire” continua ad avanzare. Nella contea di Butte decine di case sono state distrutte e dieci persone sono state trovate morte. Berry Creek, un paese di circa 1.200 abitanti, è stato in gran parte distrutto da “Bear Fire”. Il fumo creato dall’incendio mercoledì mattina aveva generato una coltre spessa di fumo che aveva coperto la baia di San Francisco, impedendo parzialmente ai raggi del sole di illuminare la regione. La situazione anomala aveva fatto sì che le luci delle auto dovessero essere accese così come quelle degli uffici dei grattacieli nonostante fosse giorno. In molte zone della baia, a San Francisco e a Oakland, il cielo è rimasto arancione fino a buona parte della mattinata del 9 settembre.

Secondo una stima del “Cal Fire”, il dipartimento antincendi boschivi dello stato, i grandi incendi di quest’anno in California, alla data dell’8 settembre, avevano coinvolto più di 800mila ettari (8mila chilometri quadrati), un’area vasta quasi quanto l’Umbria. Gli incendi sono stati alimentati anche dalle alte temperature: domenica nella contea di Los Angeles sono stai rilevati 49,4° C, la più alta mai registrata nella contea.

Nello stato di Washington mercoledì un bambino di un anno era morto, e i suoi genitori erano stati gravemente ustionati, mentre cercavano di fuggire dall’incendio chiamato “Cold Springs”. Una delle aree più colpite dello stato è quella della città ferroviaria di Malden dove, martedì pomeriggio, la maggior parte delle case sono state distrutte, compreso il municipio, l’ufficio postale, la biblioteca e la stazione dei vigili del fuoco. Nell’intero stato sono bruciati quasi 20mila ettari.