Questi datteri sono nati da semi di duemila anni fa

Grazie alla pazienza di alcune ricercatrici, sappiamo che sapore avevano questi frutti della Giudea lodati da molti autori dell'antichità

Due ricercatrici in Israele sono riuscite a produrre datteri con semi risalenti a circa 2mila anni fa, ritrovati in alcuni siti archeologici dell’antica Giudea. Due millenni fa quei datteri erano considerati tra i più dolci e prelibati, descritti da diversi autori dell’epoca, compreso Plinio il Vecchio che nei suoi scritti ne aveva lodato le qualità.

Il risultato, considerato una rarità nel suo genere, è stato ottenuto dalla gastroenterologa pediatrica Sarah Sallon del Centro ricerche per la medicina naturale dell’ospedale Hassad di Gerusalemme in collaborazione con Elaine Solowey, responsabile del Centro per l’agricoltura sostenibile presso l’Istituto Arava di Ketura, sempre in Israele. Le loro ricerche avevano raggiunto una certa notorietà a inizio anno, quando avevano pubblicato uno studio annunciando di essere riuscite a far germogliare una pianta di dattero da semi così antichi.

Nel corso dei suoi studi, Sallon si era imbattuta nelle descrizioni dei datteri della Giudea, trovando diversi riferimenti non solo al loro sapore, ma anche a presunte capacità di migliorare la digestione e la pressione sanguigna. Le palme che li producevano divennero nei secoli sempre più rare, fino a scomparire quasi completamente in epoca medievale, a causa di turbolenti conflitti e al fatto che queste piante avessero necessità di grandi quantità di acqua per essere coltivate d’estate, in un’area piuttosto arida.

Sallon si mise al lavoro per cercare i semi di quei datteri, ottenendo infine che gliene fossero affidati alcuni da uno scavo archeologico realizzato negli anni Sessanta dove sorgeva l’antica fortezza di Masada, nella Giudea sud-orientale, posta sotto assedio dall’esercito Romano durante la Prima guerra giudaica. Sallon si mise poi in contatto con Solowey proponendole di darle una mano con la coltivazione.

Nel 2005 le due ricercatrici piantarono i semi in alcuni vasi messi in isolamento, in modo da evitare contaminazioni con altre piante. Solowey suggerì di reidratare prima i semi e di trattarli con un particolare ormone, che favorisce la crescita delle piante, anche se in quella fase non era molto ottimista sull’esito dell’esperimento.

Dopo alcune settimane, Solowey notò che in un vaso era germogliato qualcosa: una pianta nata da un seme di duemila anni prima. Insieme a Sallon decisero di chiamare la piantina Matusalemme, come il famoso personaggio biblico che secondo la tradizione visse fino a 969 anni, diventando il personaggio più longevo citato nella Bibbia.

In seguito, le due ricercatrici scoprirono che Matusalemme era un maschio e che da solo non avrebbe potuto produrre datteri (i maschi impollinano le femmine che fanno poi i frutti). Sallon si mise quindi alla ricerca di altri semi antichi, ottenendone una trentina da diversi altri siti archeologici e insieme a Solowey li piantò tra il 2011 e il 2014, sperando di ottenere qualche nuova pianta. Ne germogliarono sei, un risultato con pochi precedenti che fu esposto sulla rivista scientifica Science Advances.

Le piante germogliate dai semi millenari di dattero (Sallon et al., Science)

Qualche settimana dopo la pubblicazione una delle piante, Hannah, produsse alcuni fiori che furono impollinati utilizzando il polline di Matusalemme. Le ricercatrici speravano di potere ottenere in questo modo datteri in un certo senso millenari e il loro tentativo, dopo anni di pazienza per far crescere le palme, ha in effetti dato i suoi frutti.

Hannah ha da poco prodotto una notevole quantità di datteri, con caratteristiche che ricordano un poco la varietà (cultivar) “Zahidi”, diffusa soprattutto in Iraq e nota per essere non troppo dolce e avere un sapore che ricorda quello della frutta secca. Le indagini genetiche su Matusalemme e Hannah indicano che le piante sono lontane parenti delle palme da dattero che crescono a oriente dall’antica Mesopotamia fino all’odierno Pakistan. Sono state anche rilevate tracce delle varietà di dattero che crescono più a ovest.

Tra Nordafrica e Asia, la Giudea si trovava lungo alcune delle più importanti rotte commerciali di epoca romana. È probabile che i commerci avessero fatto sì che nella zona fossero importate palme da dattero provenienti da ovest, poi impiegate per impollinare le varietà che si trovavano già nella zona. I datteri sono coltivati da circa seimila anni e quelli ottenuti da Sallon e Solowey offriranno nuovi spunti per ricostruire un pezzo di storia del Mediterraneo.