Che fine ha fatto il bonus mobilità

Il rimborso per chi ha acquistato una bicicletta o un mezzo elettrico era stato promesso per luglio, ma non si può ancora chiedere

(ANSA/ANGELO CARCONI)
(ANSA/ANGELO CARCONI)

A fine maggio, nel cosiddetto “decreto rilancio“, il governo aveva stanziato 210 milioni di euro per incentivare l’acquisto di biciclette o veicoli elettrici. La misura è stata chiamata bonus mobilità e prevede un rimborso del 60 per cento del prezzo d’acquisto. Ma c’è un ma.

Se in teoria il rimborso poteva essere chiesto a partire da luglio per gli acquisti effettuati dall’inizio di maggio, in pratica non è ancora possibile farlo. Stando ad alcune informazioni informali arrivate dal ministero dell’Ambiente ai giornali, la situazione potrebbe sbloccarsi all’inizio di settembre: ma la notizia non è ancora stata confermata ufficialmente, e l’apposita sezione del sito del ministero è ferma all’11 giugno.

In un primo momento sembrava che il rimborso dovesse essere richiesto tramite un’app (è la versione che compare ancora oggi sul sito del ministero). Una fonte del ministero dell’Ambiente ha detto a Open che si potrà chiedere su un’apposita sezione del sito del ministero, al momento in fase di sperimentazione: dovrebbe essere pronta entro settembre.

Sarà necessario fornire il proprio codice SPID, la fattura o lo scontrino parlante dell’acquisto e il codice IBAN del proprio conto corrente: il rimborso dovrebbe arrivare entro un paio di settimane. La rivista specializzata InSella scrive che «a ricevere il contributo saranno i primi ad avere effettuato l’acquisto a partire dal 4 maggio, giorno di avvio del bonus, e poi si procederà in ordine cronologico fino all’esaurimento dei 210 milioni stanziati».

– Leggi anche: Che cos’è lo SPID e come ottenerlo

In un primo momento il ministro dell’Ambiente Sergio Costa aveva avvertito che il suo ministero aveva «finito i soldi», lasciando intendere che i fondi disponibili non sarebbero bastati per tutte le richieste. A fine luglio, ospite del talk show Omnibus, aveva invece promesso che «i fondi ci sono per tutti». Una fonte del ministero dell’Ambiente ha detto a Open che nel caso finissero i soldi il governo rifinanzierà la misura nella prossima legge di bilancio.

Non è ancora chiaro come funzionerà l’incentivo per chi lo chiederà nei giorni successivi al lancio dell’apposita sezione del sito del ministero. Al momento il ministero spiega che nella cosiddetta «fase due» sarà previsto «lo sconto diretto da parte del fornitore del bene/servizio richiesto, sulla base di un buono di spesa digitale che i beneficiari potranno generare sull’applicazione web». Ma InSella scrive che la procedura sembra «incerta», dato che secondo le ultime informazioni il rimborso non verrà più chiesto tramite un’app.

In precedenza il ministero aveva chiarito che il contributo potrà essere richiesto da tutti i maggiorenni residenti nei capoluoghi di regione, nei capoluoghi di provincia, nei comuni con più di 50mila abitanti e nei comuni delle città metropolitane anche se al di sotto dei 50mila abitanti. Possono essere acquistate biciclette (con o senza pedalata assistita), handbike e «veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica» sia nuovi che usati, mentre il bonus non potrà essere utilizzato per gli accessori (ad esempio caschi, batterie, catene, lucchetti). Il contributo si potrà chiedere fino al 31 dicembre 2020.