I focolai di coronavirus in Italia

I maggiori sono a Treviso e nel mantovano, ma ci sono diversi casi più piccoli in tutta Italia

(Siegfried Modola/Getty Images)
(Siegfried Modola/Getty Images)

In molte regioni italiane sono stati accertati negli ultimi giorni diversi nuovi focolai di coronavirus. In altri casi i focolai erano stati individuati già da tempo ma sono cresciuti di dimensione. Quelli in cui è stato registrato il maggior numero di contagi sono quelli dell’ex caserma “Silvio Serena” di Treviso, ora centro di accoglienza per migranti, e quello dell’azienda agricola di Rodigo, in provincia di Mantova.

I positivi del centro di accoglienza trevigiano, fra operatori e migranti, sono saliti a 257. La procura di Treviso ha aperto un fascicolo di indagine per verificare come sia stato possibile che quasi tutti i 300 migranti siano stati contagiati quando due mesi fa i positivi erano risultati soltanto due.

L’Agenzia per la tutela della salute della Val Padana ha comunicato invece che i casi di contagio accertati nell’azienda Francescon, nel mantovano, sono arrivati a 130, la maggior parte fra gli addetti al reparto di confezionamento e imballaggio di meloni e angurie, mentre sarebbero in numero minore quelli fra i braccianti addetti alla raccolta. La maggior parte dei positivi sarebbero asintomatici.

Ci sono poi diversi focolai segnalati dopo il rientro di turisti italiani, soprattutto giovani, dall’estero. A Roma 8 ragazzi di ritorno da un vacanza a Malta sono risultati positivi. In un gruppo di 90 studenti, tra veronesi, vicentini e padovani che erano stati in vacanza in pullman per festeggiare l’esame di maturità nell’isola di Pag in Croazia, 21 sono risultati contagiati. Il titolare dell’azienda bresciana che aveva organizzato il viaggio aveva avvertito le Asl competenti dopo che era stato informato della positività di un giovane ed erano state avviate le procedure di tracciamento dei contatti. Ora si stanno verificando i possibili contagi fra i turisti di due diversi viaggi organizzati: uno nella terza e uno nell’ultima settimana di luglio. In quest’ultimo avrebbero viaggiato anche alcuni lombardi. Anche in Toscana è stato accertato un focolaio dopo un rientro da un viaggio all’estero: sono 13 ragazzi della provincia Arezzo risultati positivi dopo una vacanza a Corfù, in Grecia.

Oltre a quello di Treviso, ci sono altri due focolai che riguardano centri di accoglienza. A Pergusa, una frazione di Enna, sono 15 i migranti positivi, la maggior parte dei quali proveniente dal Bangladesh. Gli altri 60 migranti del centro sono in osservazione sanitaria mentre i contagiati sono stati trasferiti dalla Croce Rossa all’hotel San Paolo di Palermo. Sono invece 21 i contagiati accertati in una casa famiglia che ospita cittadini nigeriani a Carrara: tra i positivi anche una donna incinta che è stata ricoverata. Gli altri positivi sono stati messi in quarantena.

Ci sono poi 18 frati francescani di Assisi risultati positivi ai test. Padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, ha spiegato che «è stato completato lo screening sulla Comunità dei novizi, che era già stata isolata, e sulla Comunità dei frati del Sacro Convento di Assisi. Sono risultati positivi, oltre agli otto novizi già noti, altri 10 francescani. Al momento sono tutti isolati e in buono stato di salute».

Invece a Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze, in Toscana, dopo che una parrucchiera è risultata positiva, 70 persone sono in isolamento volontario in attesa dei test. A Savona, in Liguria, l’8 agosto erano stati riscontrati 29 positivi in seguito a un focolaio originatosi in un ristorante di sushi. A Vercelli, in Piemonte, il sindaco ha ordinato la chiusura fino al 20 agosto di un circolo privato, il «Divina Club», dopo che 37 giovani di origine dominicana erano risultati positivi.