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  • Mercoledì 29 luglio 2020

Le notizie di mercoledì sul coronavirus in Italia

Sono stati registrati 289 nuovi casi positivi e 6 morti. I ricoverati in terapia intensiva scendono a 38

Personale medico raccoglie campioni di sangue per i test sierologici su passeggeri provenienti dalla Romania alla stazione autobus Tiburtina di Roma, il 29 luglio 2020 (ANSA / GIUSEPPE LAMI)
Personale medico raccoglie campioni di sangue per i test sierologici su passeggeri provenienti dalla Romania alla stazione autobus Tiburtina di Roma, il 29 luglio 2020 (ANSA / GIUSEPPE LAMI)

Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati comunicati dal ministero della Salute 289 nuovi casi di contagio da coronavirus, per un totale di 246.776. I morti totali registrati sono 35.129, 6 in più rispetto a ieri. Le persone attualmente ricoverate per la COVID-19 nei reparti di terapia intensiva sono 38 (due in meno di ieri) e quelle in altri reparti sono 731 (18 in meno di ieri). Le persone testate nelle ultime 24 ore sono state 30.875, per un totale di quasi quattro milioni.

La Lombardia anche oggi è la regione con il maggior numero di nuovi positivi nelle ultime 24 ore, 46. In Veneto ne sono stati accertati 42 , seguono Lazio (34) e Emilia-Romagna (28). Le regioni in cui non sono stati registrati nuovi positivi sono solo due: Umbria e Basilicata, mentre le province con più casi oggi sono Roma (32), Milano (16), Bologna e Venezia (13), Brescia, Firenze e Genova (12), Pesaro Urbino e Napoli (11).

Questi, comunque, sono numeri da prendere con estrema cautela: in Italia, così come in moltissimi altri paesi del mondo, il numero dei casi positivi accertati comprende solo le persone che sono risultate positive al tampone, ma non le centinaia di migliaia di persone che hanno contratto il virus e non hanno mai fatto il test, e che quindi non sono mai rientrate nei conteggi ufficiali. Un discorso simile si deve fare per il numero dei morti, e anche il numero dei guariti e dimessi deve essere preso con le molle (qui c’è la spiegazione lunga sui numeri e sulle necessarie prudenze da avere nell’interpretarli).

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Le altre notizie di oggi
Questa sera, durante il Consiglio dei ministri, sarà prorogato fino al 15 ottobre 2020 lo stato di emergenza per gestire l’epidemia da coronavirus. La proroga è stata approvata ieri al Senato con una mozione che ha ricevuto 157 voti a favore, e poi questa mattina alla Camera con 286 voti. La decisione in ogni caso spetta al governo, che ha deciso di passare dal Parlamento per darle maggiore legittimità e sedare alcuni malumori.

L’attuale stato di emergenza era stato dichiarato lo scorso 31 gennaio, quindi quasi un mese prima dei primi casi di contagio da coronavirus registrati ufficialmente in Italia. Dato che era una misura con una durata di sei mesi, scadrà il 31 luglio, e per continuare ad avere a disposizione gli strumenti utilizzati finora per contenere e gestire l’epidemia il governo ha scelto di rinnovarlo.

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Il 28 luglio il presidente del Lazio Nicola Zingaretti ha firmato un’ordinanza che impone, tra le altre cose, che le persone che entrano nella regione e che nei quattordici giorni precedenti hanno soggiornato o transitato in Bulgaria e Romania siano sottoposte a un test e siano messe isolamento fiduciario per un periodo di quattordici giorni, anche se asintomatiche. Oggi sono risultate tutte negative le 7 persone (autista e 6 passeggeri) arrivate a Roma dalla Romania che si sono sottoposte volontariamente ai test sierologici.

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La vicenda del conto svizzero del presidente della Lombardia Attilio Fontana, emersa in seguito alle indagini della procura di Milano e dei giornali sulla storia dei camici ordinati all’azienda del cognato Andrea Dini, sta attirando sempre più attenzioni. È diventata uno dei filoni dell’inchiesta dei magistrati, scrivono i giornali, e ha provocato alcune dichiarazioni contraddittorie di Fontana, che hanno ulteriormente complicato la sua posizione, già difficile per la contestata gestione dell’epidemia da coronavirus e per la storia dei camici.

In particolare, nella newsletter del quotidiano Domani si dice che tra il 2009 e il 2013 ci sono stati diversi grossi movimenti di denaro sul conto, che era stato aperto nel 1997 e intestato a una società con sede alle Bahamas. Intervistato da Repubblica, ieri Fontana aveva invece detto che «era un conto non operativo da decine di anni, penso almeno dalla metà degli anni Ottanta». Una versione incompatibile con la data di apertura e i movimenti registrati. Oltre a queste incongruenze, scrive Domani, la procura si sta concentrando anche sulla provenienza dei soldi sul conto, inizialmente oltre 5 milioni di euro: Fontana dice che si tratta di un’eredità ricevuta dai genitori, ma in tanti giudicano poco plausibile che quella somma sia stata accumulata soltanto dai suoi genitori, un medico di famiglia e una dentista.

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Circa 25mila dei 75mila camici totali non sono mai stati consegnati, e che Dama aveva provato a venderli altrove (a un prezzo più alto). Questa mancata consegna è formalmente il motivo per cui Fontana è indagato per frode nelle pubbliche forniture. Ieri la Guardia di Finanza ha perquisito i magazzini di Dama, trovando e sequestrando i 25mila camici mai arrivati alla Regione Lombardia.

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Secondo l’Ansa, sarebbero arrivate cinque manifestazioni d’interesse al bando da 4,8 milioni di euro per fornire una seconda nave, dopo la “Moby Zazà”, che da destinare alla quarantena dei migranti sbarcati in Italia. Il termine per presentare la candidatura alla fornitura scadeva oggi alle 12. Le offerte devono essere inviate entro venerdì 31 luglio. La nave potrà essere italiana o comunitaria e dovrà avere da 285 a 460 cabine in grado di ospitare tra 250 e 400 migranti per un periodo massimo di 90 giorni. La scadenza dell’appalto è fissata al 31 ottobre 2020.

Secondo la ricerca “L’impatto del Covid-19 sulla meeting industry italiana: la prospettiva delle sedi per eventi e congressi”, realizzata dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica in collaborazione con Federcongressi&Eventi, a causa dell’emergenza coronavirus il 70% dei congressi e degli eventi in Italia è stato cancellato con «un impatto pesante per un’industria che negli ultimi 5 anni ha vissuto una crescita costante (+4,1% tasso di incremento medio annuo del numero di eventi)». Lo studio mostra inoltre che degli eventi cancellati il 16,9% è stato rinviato al 2021 e solo il 13,4% posticipato a un’altra data nell’anno in corso.