Le notizie di venerdì sul coronavirus in Italia

Sono stati registrati 252 nuovi casi positivi e 5 morti. I ricoverati in terapia intensiva scendono a 46

(Max Cavallari/Getty Images))
(Max Cavallari/Getty Images))

Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati comunicati dal ministero della Salute 252 nuovi casi di contagio da coronavirus, per un totale di 245.590. I morti totali registrati sono 35.097, 5 in più rispetto a ieri. Le persone attualmente ricoverate per la COVID-19 nei reparti di terapia intensiva sono 46 (tre in meno di ieri) e quelle in altri reparti sono 713 (invariate rispetto a ieri). Le persone testate nelle ultime 24 ore sono state 28.970 per un totale di oltre 3,8 milioni.

Per il terzo giorno negli ultimi mesi la Lombardia non è la regione con il maggior numero di nuovi positivi nelle ultime 24 ore: i nuovi casi di contagio in Lombardia sono infatti 53, mentre in Emilia-Romagna ne sono stati accertati 63. Segue il Veneto (30), il Lazio (18) e la provincia autonoma di Trento (16). Sono soltanto due le regioni in cui non sono stati registrati nuovi positivi: Valle d’Aosta e Basilicata.

Le province in cui si sono registrati più casi sono Milano (22), Trento (16), Modena, Reggio Emilia, Roma e Padova (12).

Questi, comunque, sono numeri da prendere con estrema cautela: in Italia, così come in moltissimi altri paesi del mondo, il numero dei casi positivi accertati comprende solo le persone che sono risultate positive al tampone, ma non le centinaia di migliaia di persone che hanno contratto il virus e non hanno mai fatto il test, e che quindi non sono mai rientrate nei conteggi ufficiali. Un discorso simile si deve fare per il numero dei morti, e anche il numero dei guariti e dimessi deve essere preso con le molle (qui c’è la spiegazione lunga sui numeri e sulle necessarie prudenze da avere nell’interpretarli).

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Le altre notizie di oggi
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha annunciato di aver firmato una nuova ordinanza che impone la quarantena all’arrivo in Italia per le persone che negli ultimi 14 giorni abbiano soggiornato in Romania e Bulgaria. È stato quindi esteso ai due paesi l’obbligo già previsto per tutti quelli che non appartengono all’Unione Europea e all’area Schengen. Speranza ha detto che «il virus non è sconfitto e continua a circolare. Per questo occorre ancora prudenza e attenzione». La decisione di Speranza è arrivata dopo aver incontrato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio per fare il punto sul quadro epidemiologico internazionale e sui possibili rischi di nuovi casi di contagio provenienti dall’estero. In Romania il 23 luglio c’è stato un nuovo picco giornaliero di contagi: 1.112 in un solo giorno. In totale i casi accertati in Romania sono 41.275. I decessi invece sono saliti a 2.126, 25 nelle ultime 24 ore.

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Sindacati e ministero della Funzione pubblica hanno trovato un accordo sul protocollo di sicurezza per i lavoratori della Pubblica amministrazione durante l’emergenza sanitaria da coronavirus. Il “Protocollo quadro per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici sui luoghi di lavoro” è stato firmato da Cisl, Cgil e Uil, dai sindacati di categoria del pubblico impiego e dalla ministra Fabiana Dadone.

Il documento, che è stato approvato anche dal Comitato Tecnico-Scientifico del ministero della Salute, nasce anche dalla «necessità di una sempre più intensa ripresa dell’erogazione in presenza dei servizi che non possono essere resi da remoto, come previsto dal decreto Rilancio». Il protocollo prevede una serie di norme per la gestione dei casi con sospetti sintomi da COVID-19, che le amministrazioni siano dotate di termoscanner per gli ingressi, di dispositivi di protezione individuale ed «eventualmente di barriere separatorie laddove non sia possibile garantire le distanze». Chi lavora a contatto con il pubblico dovrà essere fornito anche di visiere protettive. Il documento prevede inoltre «prescrizioni su igiene quotidiana, aerazione regolare e sanificazione frequente degli ambienti di lavoro».

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Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, intervistato al Gr1 su Radio Rai, a proposito della riapertura al pubblico degli stadi, ha detto: «Se la curva epidemiologica ce lo consentirà, a settembre si potrà tornare a vedere il pubblico negli stadi. Ovviamente non riempiendo lo stadio come si faceva prima ma anche rispettando tutta una serie di misure che sono allo studio in queste ore». Spadafora vorrebbe inoltre portare le nuove regole in Consiglio dei ministri prima della pausa della metà di agosto. «Insisterò – ha detto Spadafora – perché nel decreto in cui utilizzeremo le risorse che abbiamo approvato ieri possano esserci i 100 milioni che servono soprattutto per tante piccole e medie realtà sportive. Ho fatto appello al ministro Gualtieri di occuparsi di questo tema» ha concluso. La Lega Calcio ha più volte chiesto la riapertura degli stadi ai tifosi, già alla fine di questo campionato di serie A.

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