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  • Mercoledì 24 giugno 2020

Le notizie di mercoledì sul coronavirus in Italia

Sono stati registrati 190 casi di contagio. Per quanto riguarda i morti c'è stato un ricalcolo nella provincia autonoma di Trento

La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina a Bergamo, il 17 giugno 2020
(Stefano Cavicchi/ANSA)
La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina a Bergamo, il 17 giugno 2020 (Stefano Cavicchi/ANSA)

Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati registrati 190 nuovi casi di contagio da coronavirus, per un totale di 239.410, secondo i dati diffusi dalla Protezione Civile. Per quanto riguarda il numero dei morti oggi il bilancio totale è di 34.644, un numero più basso rispetto ai 34.675 comunicati ieri (-31). Ciò conseguentemente a un ricalcolo dei deceduti fatto dalla provincia autonoma di Trento nella quale oggi non ci sono stati nuovi decessi (né nuovi casi, ma sono stati ricalcolati anche quelli). Sottraendo quindi i decessi totali della provincia autonoma comunicati ieri (466) a quelli comunicati oggi (405) si desume che il ricalcolo abbia riguardato 61 decessi. L’incremento quotidiano dei morti sarebbe quindi di 30 unità. Le persone attualmente ricoverate nei reparti di terapia intensiva sono 107, 8 in meno rispetto a ieri. I nuovi pazienti “guariti o dimessi” sono 1.526, per un totale di 186.111. Le persone che sono state sottoposte a tampone fino ad oggi sono 3.111.364, 30.237 in più di ieri.

In Lombardia sono stati registrati 88 nuovi casi di contagio, per un totale di più di 93mila. I dati lombardi continuano a essere di gran lunga i peggiori in Italia: 29 casi riguardano la provincia di Milano (17 nel comune), 15 quella di Bergamo e 14 quella di Brescia. Le altre regioni con il maggior incremento del numero dei casi confermati sono l’Emilia-Romagna (44), il Piemonte (22) e la Campania (11). In sette regioni – Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Calabria e Puglia– oltre che nella provincia autonoma di Trento non sono stati registrati nuovi casi di contagio.

Oggi inoltre il ministero della Salute ha deciso di modificare il sistema di rilevazione dei dati: i casi positivi non saranno più indicati secondo la provincia di notifica ma in base a quella di residenza o domicilio. L’Emilia-Romagna, la Toscana, il Lazio e l’Abruzzo si sono adeguate già da oggi ai nuovi criteri, le altre lo faranno probabilmente nei prossimi giorni.

Questi, comunque, sono numeri da prendere con estrema cautela: in Italia, così come in moltissimi altri paesi del mondo, il numero dei casi positivi accertati comprende solo le persone che sono risultate positive al tampone, ma non le centinaia di migliaia di persone che hanno contratto il virus e non hanno mai fatto il test, e che quindi non sono mai rientrate nei conteggi ufficiali. Un discorso simile si deve fare per il numero dei morti, e anche il numero dei guariti e dimessi deve essere preso con le molle (qui c’è la spiegazione lunga sui numeri e sulle necessarie prudenze da avere nell’interpretarli).

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Le altre notizie di oggi
Ieri diversi siti e giornali hanno pubblicato una bozza che conterrebbe le linee guida del ministero dell’Istruzione per la ripresa dell’attività scolastica a settembre. All’interno ci sono una serie di indicazioni che vanno dall’organizzazione della didattica alla formazione del personale: sono piuttosto generiche e, chiamando in causa l’autonomia, rimandano di fatto la maggior parte delle decisioni alle amministrazioni locali e ai dirigenti scolastici. Il 25 giugno la conferenza Stato-regioni si riunirà a Roma per approvare o meno le linee guida.

Nel testo vengono immaginate due ipotesi: che i contagi rimangano sotto controllo, o che invece peggiorino e si torni a un livello nuovamente emergenziale. Nel secondo caso, la bozza prevede l’avvio della didattica a distanza e invita le scuole ad organizzare attività specifiche di formazione per il personale docente in materia di utilizzo delle nuove tecnologie. L’obiettivo, si dice, è «non disperdere e potenziare ulteriormente le competenze acquisite nel corso del periodo di sospensione delle attività didattiche».

Nel caso in cui a settembre sia previsto il rientro a scuola, il documento dice che l’organizzazione sarà coordinata in ciascuna regione da appositi tavoli per rispondere, si dice, «alle esigenze del contesto di riferimento». Nella bozza si insiste molto sull’autonomia scolastica e quindi sulla flessibilità con cui ciascuna scuola potrà decidere di organizzarsi, anche in base agli spazi a disposizione. Il ministero dà però dei suggerimenti, che non sembrano in alcun modo vincolanti (in questo articolo l’abbiamo spiegato nei particolari).

Oggi è stato reso noto che 28 dei migranti soccorsi nei giorni scorsi dalla nave Sea Watch in acque internazionali e messi in quarantena sul traghetto Moby Zazà – che attualmente si trova al largo di Porte Empedocle in provincia di Agrigento – sono risultati positivi al coronavirus. Il ministero dell’Interno, dopo che sono stati effettuati i tamponi a tutti i 209 migranti, ha assicurato che è stata “garantita la sicurezza sanitaria”. Un primo caso di coronavirus era stato interpretato all’inizio come tubercolosi. Sulla Moby Zazà è stata istituita una “zona rossa” a cui il personale può accedere solo con dispositivi di protezione individuale completi, cioè con mascherine, tute e calzari.

Il presidente della Sicilia, Nello Musumeci, su Facebook ha rivendicato la scelta della quarantena a bordo della nave e non sulla terraferma, «soluzione – ha scritto Musumeci – che con caparbietà abbiamo preteso il 12 aprile dal governo centrale per evitare che si sviluppassero focolai sul territorio dell’isola, senza poterli circoscrivere e controllare».

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Il 22 giugno il presidente della Campania Vincenzo De Luca aveva firmato un’ordinanza che stabiliva l’isolamento di quattro palazzi del cosiddetto “complesso ex Cirio” a Mondragone, in provincia di Caserta, fino al 30 giugno, dopo che, in un primo tempo, dieci residenti erano risultati positivi al coronavirus. I residenti dei quattro condomini, che appartengono perlopiù alla comunità bulgara, dovranno rimanere in isolamento domiciliare e sarà il comune a fornire loro i beni di prima necessità. Dopo i circa 550 test effettuati ieri sono 30 i casi positivi accertati, tutti bulgari a parte uno italiano. Fra le due comunità in quarantena già da ieri mattina ci sono tensioni, dopo che alcuni inquilini italiani hanno accusato la comunità bulgara di avere responsabilità per la diffusione del contagio.

C’è inoltre un nuovo, piccolo, focolaio a Como, nella struttura “Casa Ozanam” dell’omonima onlus che si occupa di aiutare persone in difficoltà, dove ieri mattina sei ospiti della struttura sono risultati positivi al tampone. Ai sei contagi accertati, oggi si aggiunge quello di una donna risultata positiva al test nei giorni precedenti. Tutti i sette contagiati sono asintomatici e nel pomeriggio di oggi sono stati trasferiti nella struttura per l’accoglienza dei senzatetto del comune.

Come era ampiamente prevedibile uno dei settori più colpiti dall’emergenza sanitaria è stato il turismo. Per l’Ente nazionale italiano per il turismo (Enit) l’emergenza coronavirus costerà all’Italia un calo del 55 per cento degli arrivi di visitatori dall’estero nel 2020, con un costo totale per il settore di 23 miliardi di euro. Secondo Repubblica invece nelle prenotazione dei voli dall’estero verso l’Italia ci sarebbe un calo addirittura del 91,4 per cento. Una situazione che sarebbe drammatica sia per le località turistiche del Nord che per quelle del Sud. Federalberghi stima un calo dell’81 per cento delle presenze straniere in hotel nel 2020 rispetto allo scorso anno, con particolare incidenza da parte dei turisti statunitensi.

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