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  • Giovedì 18 giugno 2020

Senza pubblico, bisogna arrangiarsi

I più importanti campionati di calcio stanno sperimentando il "pubblico virtuale" sugli spalti e il rumore registrato dei tifosi in sottofondo alla telecronaca, con risultati alterni

(Alex Grimm/Getty Images)
(Alex Grimm/Getty Images)

Da più di un mese è ricominciata la Bundesliga, il più importante campionato tedesco di calcio, e in questi giorni anche la Liga spagnola e la Premier League inglese. Da sabato 20 giugno ricomincerà anche la Serie A, dopo che già il calcio professionistico italiano è tornato da qualche giorno, assegnando anche la Coppa Italia. Il tutto sempre senza spettatori, in stadi con gli spalti vuoti e notevolmente più silenziosi del solito.

Per chi guadagna dai diritti televisivi su quelle partite, e per chi in televisione le trasmette, è un problema: senza spettatori e senza cori le partite rischiano di sembrare un allenamento più che un grande evento sportivo, e coinvolgere meno il pubblico. Per risolvere il problema qualcuno sta cominciando a inventarsi qualcosa: per esempio aggiungere il “pubblico virtuale”, oppure ascoltare in sottofondo alla telecronaca la registrazione audio di uno stadio pieno di spettatori che seguono la partita e che reagiscono più o meno direttamente a quel che succede nel campo, un po’ come succede nei videogiochi (o con le risate finte nei telefilm).

Riempire gli spalti
Per risolvere il problema degli spalti vuoti, le soluzioni fin qui tentate sono state diverse. C’è chi ha provato a riempire alcuni spalti con qualche manichino, chi con dei cartonati e chi ha proiettato negli schermi dello stadio immagini di tifosi reali che seguivano la partita dai loro salotti. I manichini sono stati molto criticati e i cartonati (in certi casi creati a partire dalle fotografie di alcuni tifosi) non particolarmente apprezzati; e non sembrano aver avuto grande successo nemmeno i tifosi collegati via Zoom proposti nel campionato danese o, più di recente, quelli visti in Premier League.

(Dave Thompson/ Pool via Getty Images)

Sembra quindi che nelle prossime settimane le soluzioni principali saranno altre due: lasciare semplicemente gli spalti vuoti, come è successo nelle due semifinali di Coppa Italia trasmesse dalla Rai; oppure coprirli – almeno durante certe inquadrature – con un pubblico virtuale, come è successo per la finale di Coppa Italia, come sta succedendo nella Liga spagnola e come succede nei videogiochi di calcio (la Liga ha usato appunto grafiche di EA Sports, l’azienda che sviluppa i vari FIFA, ma sono di fatto semplici macchie di colore).

Il pubblico virtuale viene creato tramite la computer grafica e, molto in breve, consiste nel coprire una certa area di schermo (in questo caso quella in genere occupata dai tifosi) con una serie di immagini, fisse o in movimento. Nel caso della finale di Coppa Italia, è stato per esempio ben visibile il grande logo della Coca-Cola, nuovo sponsor della competizione. Il pubblico virtuale permette anche di preparare e proiettare apposite coreografie legate alle due squadre in campo e ai loro colori. Sono ovviamente immagini che i giocatori dal campo non vedono.

Esiste certamente anche una semplice via di mezzo, che consiste nel coprire parte dei sedili con sciarpe o striscioni. A questo proposito, c’è anche chi fa notare che l’assenza di pubblico e la necessità di inquadrare gli spalti vuoti o comunque virtuali cambierà un po’ la grammatica della ripresa sportiva, aumentando per esempio i primi piani e le inquadrature ravvicinate.

Ricreare i rumori
Oltre che sulla vista, uno stadio pieno ha un notevole impatto anche sull’udito. Come gli appassionati di ciclismo sono affezionati ai rumori degli elicotteri che seguono la corsa, o quelli di Formula 1 ai rumori dei motori delle monoposto, gli spettatori televisivi del calcio associano le partite al rumore dei tifosi ancora più che a quello del pallone colpito dai piedi dei calciatori. È il motivo per cui nella maggior parte dei campionati ricominciati in queste settimane è stato aggiunto anche il rumore dei tifosi. Come ha scritto il New York Times, «i dirigenti delle leghe e i pezzi grossi delle televisioni sembrano essere d’accordo sul fatto che lo sport senza il rumore del pubblico sia semplicemente irritante, straniante e soprattutto noioso».

Il primo grande campionato ad aggiungere il suono di un pubblico che in realtà non era allo stadio è stata la Bundesliga, il primo a ricominciare. Sky Deutschland, che detiene i diritti per la trasmissione delle partite in Germania, ha usato – e ancora sta usando – registrazioni di vecchie partite a cui vengono tolti i suoni provenienti dal campo e quello della telecronaca. Le registrazioni vengono sistemate in vari modi e poi trasmesse come sottofondo alla telecronaca delle nuove partite, che i telecronisti commentano da uno stadio in realtà vuoto. Qualcosa di molto simile stanno facendo anche la Liga e la Premier League.

C’è però una differenza: nel caso di Sky Deutschland le registrazioni sono di vere partite del passato, partite in cui a sfidarsi erano state le due squadre per la cui partita le registrazioni vengono usate. Come ha spiegato a ESPN Alessandro Reitano, vicepresidente della sezione sport di Sky Deutschland, c’è quindi un operatore che guarda la partita e che, in base a quel che succede, decide che tipo di rumore usare. «Ipotizziamo ci sia un rigore», ha detto Reitano: «Abbiamo una registrazione apposita di come i tifosi reagirebbero a quel rigore, e la riproduciamo».

Nel caso della Premier League e della Liga le registrazioni sono invece fornite, in seguito ad appositi accordi, da EA Sports, che già da diversi anni usa registrazioni reali che permettono di sentire il pubblico cambiare tono e volume a seconda degli eventi interni alla partita. Anche in questi casi si tratta quindi, come ha spiegato la Premier League, di «suoni e cori su misura e specifici per ogni squadra».

A seconda delle aziende e delle emittenti che nei vari paesi trasmettono le partite, il rumore dei tifosi viene offerto di default oppure come possibile opzione di scelta (con modalità simili a quelle con cui in molti casi già si poteva passare da una telecronaca a quella in un’altra lingua). È quello che già si può fare in Italia, su Sky, con le partite di Bundesliga: un termine tecnico, quando si parla di suoni di questo tipo, è Enhanced Atmospheric Audio; ma Sky chiama il suo servizio “Sky Virtual Audio”.

Non a tutti sta piacendo l’audio virtuale: qualcuno l’ha criticato per il fatto che non sempre il tono e l’audio del pubblico virtuale è in linea con gli eventi della partita; qualcuno ne ha parlato male a prescindere, in quanto qualcosa di semplicemente strano e non necessario. Il New York Times ha tirato in ballo le teorie su realtà e esperienza simulata del filosofo francese Jean Baudrillard; qualcun altro, su Twitter, è stato molto più terra-terra.

Così come l’assenza visiva del pubblico potrebbe cambiare un po’ le inquadrature, è anche possibile che l’assenza del suono del pubblico possa permettere di sentire di più e meglio quello che si dicono le persone in campo, come successo nella finale di Coppa Italia.

E la Serie A?
Sky Italia ha confermato al Post che anche per le partite di Serie A sarà disponibile Sky Virtual Audio e che «la partita potrà anche essere seguita senza l’audio integrato». Dazn ha invece spiegato che per scelta aziendale ha deciso, per ora, di non aggiungere nessun audio fittizio: né a quelle di Serie A che trasmetterà e nemmeno a quelle che già aveva trasmesso della Liga spagnola, scegliendo di non aggiungere quello supplementare e virtuale fornito direttamente dalla Liga.

E gli altri sport?
Come hanno spiegato sia il Wall Street Journal che il New York Times, anche i più importanti sport statunitensi stanno pensando all’audio virtuale e a possibili soluzioni per evitare di mostrare stadi e palazzetti vuoti. Al momento non ci sono informazioni certe su cosa si sceglierà di fare, ma è possibile che le partite di NBA potranno essere guardate con un sottofondo audio preso dal videogioco N.B.A. 2K ed è dato come molto probabile che anche le partite di football americano della NFL avranno, se e quando ricominceranno, qualche tipo di audio virtuale.

Il New York Times ha ricordato, tra l’altro, che già in passato c’era stato qualcosa di simile: una ventina di anni fa, infatti, CBS aveva provato, senza successo, ad aggiungere suoni della natura alle partite di golf del PGA Championships. Tra quelli che avevano criticato la cosa c’erano anche «gli esperti di uccelli, i quali avevano notato che si sentivano i suoni di uccelli non indigeni», che sarebbe stato impossibile trovare dalle parti dei campi da golf di cui erano mostrate le immagini.