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  • Martedì 16 giugno 2020

La polizia locale statunitense prova a riformarsi

Dopo le proteste dei giorni scorsi si stanno discutendo varie misure per limitare gli abusi nei confronti di minoranze etniche e manifestanti

(Scott Heins/Getty Images)
(Scott Heins/Getty Images)

Dopo le estese proteste contro il razzismo e gli abusi della polizia innescati dall’uccisione di George Floyd, diverse città statunitensi stanno provando a riformare il proprio corpo di polizia locale, con misure imposte o concordate su alcuni dei metodi più controversi usati sulle minoranze etniche o sui manifestanti.

Le richieste dei manifestanti di tagliare i fondi alla polizia locale e intervenire su alcune pratiche sono state parzialmente accolte in diverse città – la prima è stata Minneapolis, il cui consiglio comunale ha annunciato che intende smantellare il corpo di polizia locale – mentre sembra che l’amministrazione di Donald Trump stia preparando un ordine esecutivo con alcune linee guida per limitare l’uso della forza in alcune situazioni (ritenuto comunque assai poco ambizioso da parte di attivisti e osservatori).

– Leggi anche: Il movimento che vuole tagliare i fondi alla polizia statunitense

A New York il capo della polizia Dermot Shea ha annunciato a sorpresa l’eliminazione di un controverso reparto di agenti in borghese, la anti crime unit, accusato di prendere di mira soprattutto persone che appartengono a minoranze etniche.

La anti crime unit era composta da circa 600 poliziotti che verranno riassegnati ad altre unità, dove comunque continueranno ad esistere reparti di agenti in borghese. Il New York Times ha scritto che l’unità era stata creata nei primi anni Duemila negli anni della controversa politica dello stop and frisk, cioè delle perquisizioni a tappeto nei quartieri più problematici; una misura che secondo diversi studi colpiva in maniera sproporzionata ispanici e afroamericani, così come diverse altre strategie adottate in passato dalla polizia di New York.

Shea ha detto che la anti crime unit era figlia di un approccio superato che spesso generava ostilità fra gli agenti e gli abitanti dei quartieri dove lavoravano, e per di più i suoi agenti erano stati coinvolti in un numero allarmante di sparatorie e violenze sui cittadini. Furono alcuni agenti della anti crime unit, ricorda Associated Press, che nel 2014 durante un tentativo di arresto soffocarono Eric Garner, un uomo afroamericano accusato di vendere sigarette di contrabbando (il poliziotto responsabile della morte di Garner fu poi licenziato nel 2019).

Oggi il dipartimento di polizia fa molto più affidamento sulla raccolta di informazioni di intelligence e sulla tecnologia, ha aggiunto Shea secondo il New York Times, e «può mettersi alle spalle l’uso della forza bruta» per combattere il crimine.

La Police Benevolent Association, il più ampio e influente sindacato della polizia di New York, si è detta contraria alla decisione del dipartimento: «L’obiettivo della anti crime unite era proteggere i cittadini cercando di prevenire i reati in maniera attiva, specialmente quelli che riguardano le armi da fuoco. Le sparatorie e gli omicidi stanno aumentando ma i nostri leader hanno deciso che prevenire i reati in maniera attiva non è più una priorità».

La decisione del dipartimento di polizia è considerata una vittoria del movimento che propone di tagliare i fondi della polizia, facendo pressione affinché vengano eliminate tutta una serie di attività che nei fatti puniscono direttamente e sistematicamente le fasce più povere della popolazione, che spesso hanno come effetto collaterale aumentare le condizioni di disagio e di conseguenza il crimine.

Ad Atlanta, dove venerdì scorso la polizia ha sparato ed ucciso un uomo afroamericano di 27 anni dopo essere intervenuta perché l’uomo si era addormentato nella propria auto, la sindaca Keisha Bottoms ha annunciato che introdurrà alcune riforme nel corpo di polizia, tra cui l’obbligo per gli agenti di intervenire nel caso in cui vedano un collega che usa una forza eccessiva durante un arresto.

– Leggi anche: L’uomo afroamericano ucciso dalla polizia ad Atlanta

Diverse altre città grandi e piccole stanno prendendo provvedimenti sull’uso della violenza nei confronti dei partecipanti alle proteste di questi giorni, emerso in decine di video e testimonianze circolate sui giornali e sui social network. Il consiglio comunale di Seattle ha votato all’unanimità un divieto per la polizia di utilizzare gas lacrimogeni e spray al peperoncino per disperdere i manifestanti, nonostante la contrarietà del dipartimento locale di polizia. Qualche giorno fa un tribunale federale aveva già ordinato alla polizia locale di Seattle di sospendere l’uso di gas lacrimogeno e spray al peperoncino.

Una misura simile è stata presa dal consiglio comunale di Berkeley, in California, mentre nella vicina città di Oakland se ne discuterà nel prossimo consiglio comunale.

Gli esperti di abusi della polizia sostengono che esistano diversi studi secondo cui una riduzione delle forze dell’ordine non provochi un aumento della criminalità, fra cui uno uscito su Nature nel 2017 incentrato sulla polizia di New York. Lo studio prende in considerazione un periodo di alcune settimane tra il 2014 e il 2015 in cui il dipartimento decise di ridurre le operazioni di prevenzione attiva. In quel periodo ci furono 2.100 segnalazioni di crimini in meno.