E quindi questi “Stati generali”?

Giuseppe Conte li ha voluti per parlare di come rilanciare l'economia italiana, ma per il momento gli incontri hanno prodotto soprattutto polemiche e divisioni

(EPA/FILIPPO ATTILI / CHIGI PALACE PRESS OFFICE )
(EPA/FILIPPO ATTILI / CHIGI PALACE PRESS OFFICE )

Da sabato scorso sono in corso a Villa Pamphilj, a Roma, gli “Stati generali dell’economia”, una serie di incontri organizzati dal governo tra lo stesso governo, istituzioni internazionali, sindacati e associazioni di categoria, per discutere il rilancio economico dell’Italia dopo la pandemia. Gli “Stati generali” sono stati fortemente voluti dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ma hanno prodotto scontri e divisioni sia con le opposizioni che all’interno della stessa maggioranza.

Gli “Stati generali” si chiamano ufficialmente “Progettiamo il rilancio” e dureranno fino al 21 giugno. Sono iniziati sabato 13, quando il presidente del Consiglio e i ministri hanno incontrato in teleconferenza i vertici delle istituzioni europee, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale Europea. Lunedì il governo ha ricevuto i sindacati e il commissario Vittorio Colao, per ascoltare il suo piano di rilancio. Oggi si stanno tenendo gli incontri con le associazioni dei commercianti, mentre domani sarà il turno di Confindustria. L’agenda dei prossimi giorni non è ancora disponibile sulle pagine ufficiali del governo.

Gli incontri degli “Stati generali” avvengono a porte chiuse: non è prevista la presenza dei giornalisti, e le uniche comunicazioni su quello che avviene arrivano dalle dichiarazioni del governo e degli invitati. La più concreta delle proposte emerse fino a questo momento è quella fatta dai sindacati, e accolta dal governo, per allungare di altre quattro settimane la cassa integrazione, la cui scadenza è prevista per il prossimo ottobre.

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Più che per le proposte politiche sul rilancio economico, fino a questo momento gli “Stati generali dell’economia” hanno fatto parlare soprattutto per gli scontri politici che li hanno circondati. Questi incontri sono infatti il primo momento ufficiale in cui il governo ha iniziato a discutere la strategia a lungo termine per uscire dalla crisi economica, un tema sul quale le visioni di partiti e parti sociali divergono radicalmente. Tanto i sindacati quanto Confindustria hanno avuto modo di esprimere la loro insoddisfazione per lo stato della discussione e hanno chiesto azioni più incisive da parte del governo.

Gli “Stati generali” erano stati annunciati da Conte ai primi di giugno, suscitando reazioni sorprese da parte di quasi tutte le forze di governo che non erano state consultate. L’intenzione iniziale di Conte era organizzare un evento breve, due o tre giorni al massimo, in cui concentrare una serie di incontri e audizioni tra governo, parti sociali e una serie di celebrità. Si era parlato per esempio degli architetti Renzo Piano e Stefano Boeri, oltre che di «uno o due premi Nobel».

Conte è stato accusato dall’opposizione – che ha rifiutato di partecipare – di voler mettere in piedi una “passerella” personale, un evento mediatico con il solo scopo di ottenere qualche prima pagina di giornale per sé. Ma tra i primi critici di questa impostazione ci sono stati anche il PD e il suo ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. La settimana scorsa, dopo una riunione della maggioranza, i critici hanno ottenuto un chiarimento: il piano di rilancio economico del governo sarà elaborato nei prossimi mesi, non in qualche giorno, e sarà messo a punto attraverso una serie di passaggi formali e previsti dalle norme europee (come la presentazione, entro la fine di giugno, del Piano nazionale delle riforme).

Uno degli aspetti più importanti del piano per il rilancio, infatti, sarà la presentazione di una serie di progetti concreti che dovranno essere finanziati dal famoso “Recovery Fund” della Commissione Europea. Questo tipo di piano non può essere elaborato nel corso di pochi giorni ma richiederà settimane e mesi di studio, sostiene il PD.

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Conte ha cercato di rimediare alle divisioni che stavano nascendo nella maggioranza aprendo alle richieste del PD e incontrando uno per uno tutti i ministri del suo governo, per chiedere loro quali temi e priorità volessero portare agli “Stati generali”. Nelle scorse settimane, inoltre, la durata prevista degli “Stati generali” è stata allungata da un paio di giorni a dieci, mentre è stato notevolmente allungato l’elenco degli invitati.

Diverse categorie, infatti, avevano polemizzato con il governo per non essere state incluse nelle prime liste di invitati. Tra gli altri i sindaci, che ieri hanno avuto la possibilità di presentare un documento di richieste (e forse saranno incontrati formalmente in uno dei prossimi giorni).

Non tutti però hanno accettato di partecipare. Conte avrebbe voluto iniziare l’evento incontrando i leader dell’opposizione, e per alcuni giorni è sembrato che il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi potesse accettare l’invito. Alla fine però i tre leader del centrodestra – Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni – hanno deciso di comune accordo di rifiutare l’invito, dicendo di essere disposti a incontrare Conte in una sede ufficiale come Palazzo Chigi. A queste richieste, lo staff di Conte ha ricordato che Villa Pamphilj, dove si tengono gli incontri, è una delle sedi di rappresentanza ufficiale della presidenza del Consiglio dei ministri.

Nonostante i cambiamenti, l’opinione generale sugli “Stati generali” rimane abbastanza scettica. L’evento è considerato da gran parte dei commentatori poco più di un’occasione di visibilità mediatica che produrrà scarsi risultati concreti, mentre quasi tutti ritengono che occorreranno ancora settimane perché il governo elabori e presenti i piani di investimento pubblico con cui intende far fronte alla recessione.