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  • Mercoledì 10 giugno 2020

Il Brasile ha ricominciato a pubblicare i dati totali dell’epidemia da coronavirus

Lo ha imposto un giudice della Corte suprema, dopo che il governo aveva deciso di pubblicare solo i contagi e i decessi dell'ultimo giorno

Brasiliani che indossano maschere protettive passano davanti a un murale che raffigura un addetto alla sanificazione in equipaggiamento protettivo che spruzza detergente su un virus con la faccia del presidente Jair Bolsonaro nel quartiere di Estacio a Rio de Janeiro in Brasile, l'8 giugno 2020 (Bruna Prado/Getty Images)
Brasiliani che indossano maschere protettive passano davanti a un murale che raffigura un addetto alla sanificazione in equipaggiamento protettivo che spruzza detergente su un virus con la faccia del presidente Jair Bolsonaro nel quartiere di Estacio a Rio de Janeiro in Brasile, l'8 giugno 2020 (Bruna Prado/Getty Images)

Il giudice della Corte suprema brasiliana Alexandre de Moraes ha imposto al ministero della Salute del governo guidato da Jair Bolsonaro di tornare a pubblicare le statistiche complete sui dati del contagio da coronavirus. La decisione del giudice è arrivata dopo un esposto presentato da parte delle opposizioni. Il 6 giugno il governo brasiliano aveva smesso di pubblicare sul suo sito dedicato all’epidemia i numeri totali del contagio e aveva rimosso tutti i dati giornalieri raccolti nei mesi scorsi e riferiti ai singoli stati del Brasile, che aiutavano a dare un quadro più preciso della gravità dell’epidemia nel paese.

Dopo la decisione di de Moraes, il 10 giugno il ministero della Salute ha comunicato che è stata creata una nuova piattaforma che raccoglie i dati inviati dagli stati e dai comuni. Il giudice aveva dato 48 ore di tempo al ministero per tornare a pubblicare le informazioni complete sull’epidemia. Sono stati quindi nuovamente resi noti i casi totali di infezione che sono saliti a 739.503 con un incremento di più di 32mila nuovi casi nelle ultime 24 ore. Il Brasile si conferma il secondo paese più colpito dal virus dopo gli Stati Uniti. I morti sono saliti a 38.406 con un incremento di 1.272 decessi nella sola giornata di martedì 9 giugno.

La scelta del governo di interrompere la pubblicazione completa delle informazioni sull’evoluzione del contagio era stata molto criticata e interpretata come un tentativo di nascondere i dati e minimizzare la portata dell’epidemia. Bolsonaro, che è stato ampiamente criticato nei mesi scorsi per la gestione della crisi e che ha avuto a lungo un atteggiamento negazionista della pandemia, aveva difeso la scelta di comunicare soltanto i contagi e i decessi dell’ultimo giorno scrivendo su Twitter che la divulgazione dei dati delle precedenti 24 ore «permette di seguire la realtà del paese in quel momento e definire strategie adeguate a favore della popolazione», e aveva aggiunto che il numero dei casi totali accertati e dei morti non è particolarmente rappresentativo, perché non specifica quante persone siano malate in quel momento.

Bolsonaro ieri era tornato ad attaccare i giornalisti colpevoli secondo il presidente di provocare «panico» nella nazione. Bolsonaro aveva poi usato il commento di una funzionaria dell’Organizzazione mondiale della sanità secondo cui la trasmissione del coronavirus da parte di contagiati asintomatici potrebbe essere «molto rara» (definito poi un «fraintendimento» dalla stessa funzionaria) come argomento a favore delle riaperture e dell’allentamento delle misure di distanziamento fisico, che in Brasile sono state imposte soprattutto dalle amministrazioni regionali contro il parere del presidente. «Quello che più desideriamo è tornare alla normalità e fare in modo che il paese riprenda la strada della crescita», ha detto Bolsonaro.