Una canzone di Damon Albarn

Di quelle che sono piene di cose: persino un altro che inizia a cantarle. E che altro

(Gareth Cattermole/Getty Images)
(Gareth Cattermole/Getty Images)

È morta Bonnie Pointer delle Pointer Sisters, che in quel tempo di affollamenti di simili gruppi disco, produssero almeno la travolgente I’m so excited (qui con orchestra).
Dopo la newsletter di ieri qualcuno mi ha segnalato altre occorrenze di “capitano” nelle canzoni italiane, che ricadevano quasi tutte nel lotto “ai margini” a cui avevo alluso: ma Itaca di Lucio Dalla, invece, avrei dovuto citarla e non ho scuse.
Capitano che hai negli occhi
il tuo nobile destino
pensi mai al marinaio
a cui manca pane e vino

Oggi novant’anni fa era nata Barbara, di cui parlammo qui qualche mese fa.

Heavy seas of love
Ci sono canzoni in cui una cosa sola, semplice, tiene su tutta la bellezza: le si possono guidare senza mani, sono già bell’e perfette, e anzi non aggiungete nulla. Di altre canzoni invece la bellezza è nei dettagli, in singole trovate, arrangiamenti, passaggi cantati, scelte deliberate. Togli quelle e magari la canzone non funziona più.
Heavy seas of love è di queste seconde, varia e però buona a ogni variazione. Inizia gospel e cantata da Brian Eno nientemeno, e con poche note distanziate di pianoforte. Poi ci piomba dentro il coro, e la voce di Albarn insieme, che ai vecchi fan dei Blur sveglia qualcosa in più di suo. Intanto dietro cominciano a succedere cose e cosette, una specie di clacson, uno scandire di claps, o clops (mani battute, zoccoli di cavallo, passi marziali?), e tutto si raduna insieme in crescendo. Fino a che non decide invece di diminuire, e ora il pianoforte si prende spazio e inventiva, fino a sparire, anche troppo presto.
Se togli gran parte di questo e tieni solo la canzone, resta una cosa carina.

Era in fondo al disco da solo di Damon Albarn, del 2014. Lui, dico per i molto giovani, era il capo dei Blur, forse la pop band britannica migliore degli anni Novanta, ed è sempre stato un gran curioso di suoni e costruzioni non banali. Ora ha 52 anni, ha da tanto un debole per la musica africana, fa cose varie e diverse, ogni tanto coi Gorillaz con cui ne ha indovinate buone ma anche tante di inutili, se chiedete a me. Meglio questo suo disco qui. (a Natale aveva sgridato il pubblico a Matera)
È una canzone sentimentale e beneaugurante che non dice molto di più di “andrà tutto bene”. Qui c’è tutta la compagnia che la canta dal vivo, Brian Eno compreso, e tiene la coda più a lungo, come merita.

Heavy seas of love
Radiance is in you
As above so below on the
Heavy seas of love

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