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  • Domenica 24 maggio 2020

C’è un caso intorno al principale consigliere di Boris Johnson

I giornali hanno scoperto che Dominic Cummings ha violato le restrizioni per il coronavirus per farsi aiutare dai propri genitori durante la malattia

(AP Photo/Kirsty Wigglesworth)
(AP Photo/Kirsty Wigglesworth)

Da due giorni sui giornali britannici si è sviluppata una polemica intorno a Dominic Cummings, il principale consigliere del primo ministro Boris Johnson nonché una delle figure più influenti nella destra britannica. Il caso è iniziato venerdì sera, quando il Guardian e il Daily Mirror hanno scritto che Cummings aveva violato le restrizioni imposte dal governo per limitare il contagio del coronavirus: alla fine di marzo, infatti, Cummings si era spostato con la sua famiglia da Londra a Durham, nel nord dell’Inghilterra, per farsi aiutare dai suoi genitori a gestire la malattia di sua moglie, che nei giorni precedenti aveva contratto la COVID-19.

La notizia è stata confermata dall’ufficio stampa di Johnson, che però ha difeso Cummings spiegando che il suo spostamento era in qualche modo giustificato. Nelle ore successive il caso si è allargato: sabato sera l’Observer ha pubblicato un’inchiesta in cui sostiene che ad aprile Cummings si sia spostato almeno un’altra volta da Durham a Londra. Nel frattempo diversi parlamentari dell’opposizione e anche alcuni del Partito Conservatore hanno chiesto le dimissioni di Cummings.

– Leggi anche: Chi è Dominic Cummings, l’uomo più controverso della politica britannica

Secondo la ricostruzione dei giornali Cummings si era spostato a Durham fra il 28 e il 29 marzo, cioè una settimana dopo che il governo aveva imposto restrizioni ai movimenti simili a quelle decise in Italia e meno di due giorni dopo che Johnson era risultato positivo al coronavirus (giorno in cui Cummings era stato visto correre via dalla residenza di Johnson). Nei giorni precedenti allo spostamento sua moglie Mary Wakefield, che lavora come giornalista al magazine conservatore The Spectator, aveva sviluppato a sua volta i sintomi della COVID-19.

L’ufficio stampa di Johnson ha spiegato che Cummings aveva raggiunto i suoi genitori affinché suo figlio di 4 anni potesse essere curato nel caso in cui anche Cummings avesse sviluppato i sintomi della malattia (cosa effettivamente avvenuta fra la fine di marzo e l’inizio di aprile). Intervistato ieri dai giornalisti fuori dalla sua casa di Londra, Cummings si è difeso spiegando di avere agito in maniera «ragionevole» e «legale».

Grant Shapps, uno dei portavoce di Johnson, ha spiegato che le restrizioni per il coronavirus vanno applicate col buonsenso e che possono esistere «modi diversi per persone diverse in particolari circostanze». Anche il segretario alla Salute Matt Hancock – che a sua volta era risultato positivo al coronavirus a fine marzo – ha difeso Cummings sostenendo che «ha fatto bene a trovare qualcuno che potesse curare il suo bambino mentre lui e sua moglie si stavano ammalando».

Diversi giornali britannici hanno scritto che Cummings ha violato piuttosto palesemente le regole imposte dal governo, che vietavano gli spostamenti nelle seconde case e i contatti con la propria famiglia, anche in caso di emergenza. BBC ha fatto notare che il 10 aprile una dei principali funzionari del governo che si occupano di sanità, Jenny Harries, aveva spiegato che se due genitori non possono occuparsi dei figli e non hanno alcuna rete di supporto nelle vicinanze «devono gestire la loro situazione con le autorità locali».

Londra e Durham, fra l’altro, sono distanti più di 400 chilometri: significa che sia Cummings sia sua moglie hanno rischiato di contagiare altre persone lungo il tragitto, anche solo se fossero stati fermati dalla polizia.

Le accuse contro Cummings si sono intensificate dopo che sabato sera diversi giornali hanno scritto che nelle settimane successive Cummings si è spostato almeno un’altra volta da Londra a Durham, quando ancora erano in piedi le restrizioni più severe per limitare il contagio. «Le nuove accuse sembrano demolire gli argomenti della difesa e alimentano le speculazioni sul fatto che i suoi spostamenti fossero permessi perché suo figlio doveva essere curato», ha scritto l’Observer.

L’Observer e il Sunday Mirror hanno trovato due testimoni che hanno raccontato di aver visto Cummings nei dintorni di Durham rispettivamente il 12 aprile e il 19 aprile. Il 14 aprile Cummings era tornato a lavorare a Londra e si era fatto fotografare nella residenza del primo ministro a Downing Street. Il governo ha smentito la notizia, sostenendo sia «inesatta».

Diversi giornali hanno paragonato il caso di Cummings a quello di Neil Ferguson, un epidemiologo che lavorava come consulente di Johnson che si è dimesso a inizio maggio quando il Telegraph scoprì che aveva violato le restrizioni per incontrare la sua partner, sposata con un altro uomo.