Le notizie di domenica sul coronavirus in Italia

Ci sono 4.092 casi confermati in più di ieri, ma il numero delle persone ricoverate in terapia intensiva è calato ancora

ANSA/Mourad Balti Touati
ANSA/Mourad Balti Touati

Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Protezione Civile, i contagi totali registrati ufficialmente dall’inizio dell’epidemia di COVID-19 in Italia sono 156.363, 4.092 in più di ieri. I morti sono 19.899, un incremento di 431 rispetto a ieri. I nuovi pazienti “guariti o dimessi” registrati sono 1.677, per un totale di 34.211. Le persone attualmente positive sono 102.253 (ieri erano 100.269) e quelle ricoverate in terapia intensiva sono 3.343, 38 in meno rispetto a ieri. È calato anche il numero delle persone ricoverate in altri reparti: erano 28.144 ieri e sono 27.847 oggi.

In Lombardia, la regione italiana più colpita, i morti registrati nelle ultime 24 ore sono stati 110, portando il totale a 10.621: i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 1.176, 2 in più rispetto a ieri. I tamponi fatti in Italia finora sono 1.010.193, mentre nelle ultime 24 ore sono arrivati i risultati di 46.720 tamponi; ieri erano stati 56.609, il giorno prima 53.495. È un numero in calo rispetto agli ultimi giorni, ma ancora molto superiore ad alcuni giorni fa: il 4 aprile, per fare un esempio recente, ne erano stati fatti 37.375.

Come leggere questi dati
Leggendo i comunicati giornalieri della Protezione Civile bisogna usare alcune cautele: in primo luogo per la distinzione tra il numero delle persone attualmente positive e quello complessivo dei contagiati, che può creare un po’ di confusione; e in secondo luogo perché sappiamo ormai che i contagiati e i morti sono molti di più di quelli rilevati dai dati.

Inoltre c’è un problema su cosa intenda la Protezione Civile quando parla di “guariti”: questo dato infatti comprende anche le persone dimesse dagli ospedali, ma che potrebbero essere ancora malate, e non comprende tutte le persone che sono state malate di COVID-19 ma non hanno mai fatto il tampone, e quindi non risultano né nel conteggio dei malati né, in un secondo momento, in quello dei guariti.

Perché i casi aumentano ancora?
Una conseguenza della scarsa precisione dei dati raccolti fin qui è che anche ora che la situazione sembra complessivamente migliorare (il calo dei ricoveri, sia in terapia intensiva che non, ne è un segnale) il numero dei nuovi casi sembra ancora molto alto. Una possibile risposta è che l’aumento del numero dei casi confermati sia legato all’aumento del numero di tamponi effettuati: più test si fanno, più casi si trovano, come ha detto durante la conferenza stampa di oggi Luca Richeldi, pneumologo del Policlinico Gemelli di Roma. Questo dimostrerebbe anche che nelle prime settimane dall’inizio dell’epidemia il basso numero di test non aveva permesso di identificare tutti i casi, che sono stati (e sono ancora oggi) più di quanto dicano i numeri ufficiali.

Leggi anche: I dati ufficiali non avevano senso prima e non hanno senso adesso, dal blog di Francesco Costa, vicedirettore del Post. 

Le altre notizie di oggi
Il governatore del Veneto Luca Zaia ha annunciato che lunedì firmerà una nuova ordinanza regionale per integrare le ultime regole decise dal governo per gestire l’emergenza. Zaia ha detto che «si concederà quel che si può concedere, con senso di responsabilità», spiegando però che la parziale riapertura delle attività economiche dovrà coincidere con l’adozione di misure molto severe per proteggere la salute dei lavoratori.

Anche il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, ha detto che nelle prossime ore firmerà una nuova ordinanza regionale, spiegando che saranno prorogate tutte le restrizioni decise nelle ultime settimane. Come in Lombardia, anche in Piemonte dovrebbero quindi restare chiuse fino al 3 maggio anche le librerie, le cartolibrerie e i negozi di abbigliamento per l’infanzia, nonostante il governo avesse permesso la loro riapertura dal 13 aprile.

La regione Lazio ha invece detto che dal 14 aprile saranno riaperti i comuni di Fondi, Contigliano e Nerola, che erano stati isolati a fine marzo per l’alto numero di contagi confermati. In particolare, si era parlato del caso di Nerola, dove l’Istituto Spallanzani ha avviato un grande esperimento per trovare nuove soluzioni contro l’epidemia.