L’Unione Europea avvierà una nuova missione militare per pattugliare le acque del Mediterraneo e far rispettare l’embargo dell’ONU sulla fornitura di armi alla Libia

Una nave della missione Sophia di ritorno da un pattugliamento, nel porto di Wilhelmshaven, in Germania (EPA/FOCKE STRANGMANN)
Una nave della missione Sophia di ritorno da un pattugliamento, nel porto di Wilhelmshaven, in Germania (EPA/FOCKE STRANGMANN)

I 27 paesi membri dell’Unione Europea hanno trovato un accordo per avviare una nuova missione militare navale e pattugliare le acque del Mediterraneo centrale. Prenderà il posto dell’Operazione Sophia, nata nel 2015 ma da tempo assai depotenziata, il cui mandato scadrà a fine marzo. La nuova missione, che si chiamerà Irini (che in greco vuol dire “pace”), a differenza di Sophia non avrà il compito ufficiale di fermare il traffico di esseri umani nel Mediterraneo bensì di far rispettare l’embargo dell’ONU sulla fornitura di armi alla Libia: per questo motivo l’area di competenza dei pattugliamenti sarà spostata sul versante orientale delle coste libiche, da cui proviene il traffico di armi.

Il salvataggio dei migranti non rientra nel mandato della nuova missione, ma se le navi UE dovessero intercettare barconi di migranti dovranno procedere al salvataggio e farli sbarcare in Grecia. Da lì saranno poi redistribuiti tra i vari paesi europei.