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  • Mercoledì 25 marzo 2020

Anche nel 2021 si chiameranno Olimpiadi di Tokyo 2020

Sarebbe infatti impossibile per gli organizzatori correggere e rimpiazzare tutta la comunicazione prodotta dal 2013 a oggi

(Carl Court/Getty Images)
(Carl Court/Getty Images)

A margine del comunicato con cui il Comitato Olimpico Internazionale ha annunciato il rinvio al 2021 di Olimpiadi e Paralimpiadi estive di Tokyo 2020, sono state spiegate brevemente anche due cose più pratiche. Una riguarda la fiamma olimpica, arrivata dalla Grecia la scorsa settimana, che rimarrà in Giappone fino all’anno prossimo. L’altra riguarda invece il nome della manifestazione.

Anche se sono stati rinviati di un anno, i Giochi continueranno a chiamarsi ufficialmente “Olimpiadi e Paralimpiadi Tokyo 2020”, una scelta simile a quella adottata e successivamente sospesa dalla UEFA dopo il rinvio degli Europei di calcio. È una soluzione “forzata” dalla portata degli eventi e dai tempi ristretti dei rinvii.

Sarebbe infatti impossibile per gli organizzatori di Tokyo 2020 correggere e rimpiazzare tutta la comunicazione prodotta dal 2013 (anno dell’assegnazione) a oggi, sia fisicamente che nell’immaginario collettivo formatosi in questi anni: si chiamano Olimpiadi di Tokyo 2020 da sette anni – tradotto: sette anni di investimenti milionari in marketing, promozione, merchandising, eccetera – e questo non potrà essere cambiato in poco più di un anno.

Un esempio di quanto sia complicato apportare una modifica così vasta lo ha fornito di recente l’azienda automobilista Volkswagen. Lo scorso settembre ha presentato un restyling moderno del suo logo, il monogramma “VW”, ritenuto uno dei più riconoscibili al mondo. Proprio la diffusione planetaria del marchio Volkswagen renderà l’operazione lunga e complessa: ci vorranno almeno un paio di anni perché sedi, concessionarie e affiliati di tutto il mondo adottino il nuovo logo.

Nel caso delle Olimpiadi di Tokyo, inoltre, nel 2016 l’organizzazione aveva già dovuto cambiare logo una volta, dopo che il primo era stato ritirato per la sua evidente somiglianza con quello del Teatro di Liegi e per i conseguenti problemi legali.