Un po’ di podcast italiani, consigliati

Sempre per la serie “cose che si possono fare in casa”, anche senza disturbare gli eventuali conviventi

In questi giorni ne stanno uscendo tantissime, di liste di cose che si possono fare, vedere e ascoltare stando a casa mentre tutti cerchiamo di ridurre spostamenti e contatti sociali per contenere l’epidemia di coronavirus. Qui sul Post abbiamo messo insieme ricette lunghe, libri, articoli, modi di intrattenere i bambini e presto ne arriveranno altre. Intanto abbiamo fatto un giro di consultazioni per scegliere alcuni tra i podcast italiani che ci piacciono e ascoltiamo di più, tra quelli che parlano di posti del mondo, di libri, di sport, di scienza, di storia o di un po’ di tutto. Sono questi qui: alcuni gratis e su tutte le piattaforme, altri su Storytel o su Audible, altri ancora per gli abbonati del Post.

Tienimi Bordone
Matteo Bordone, speaker radiofonico e tuttologo di fiducia del Post, fa ogni giorno un podcast di 6 o 7 minuti – ma ogni tanto va lungo: gli piace parlare – per raccontare un sacco di cose. È disponibile per gli abbonati del Post. Spesso dice la sua sulle discussioni online del giorno o della settimana, tirandole fuori da Twitter, che fa sempre bene; oppure segnala film o documentari che ha visto, racconta storie di canzoni di qualche decennio fa o di scienziati di altri secoli. Insomma: non ci si annoia. Ed è la cosa perfetta da ascoltarsi in questi giorni in cui siamo tutti o quasi a casa, e dobbiamo arrangiarci per superare questa cosa tutti insieme. Se non sei abbonato, puoi abbonarti qui: contribuisci anche a fare il Post, dai una mano.

Gli altri podcast del Post
Perché ne facciamo diversi. C’è Joypad, che è il podcast sui videogiochi che fanno Matteo Bordone, Alessandro Zampini e Francesco Fossetti: e se fate uno di quei lavori che non si possono fare da casa, magari l’idea di comprarvi una PlayStation vi ha sfiorati.

C’è anche Konrad, il podcast che ha fatto Luca Misculin del Post raccontando un anno di Unione Europea, in un periodo che prima di ricalibrare tutte le asticelle ci sembrava straordinario per via di Brexit. Come eravamo ingenui. Certe puntate forse sono ormai superate dai fatti: ma altre no, come quella sull’economia circolare, o quella che spiega com’è fatto il Parlamento Europeo.

Il Weekly Post, che abbiamo fatto per la prima metà del 2019, spiegava notizie con l’aiuto dei giornalisti del Post e di altri esperti. Anche qui molte puntate sono scadute, ma altre no: quella sulle cose che stiamo facendo e possiamo fare per mitigare i cambiamenti climatici, o quella che racconta dall’inizio il pasticcio dei Boeing 737 MAX. Quella in cui vi raccontavamo chi era Kamala Harris fate finta di non vederla. Tra gli altri disponibili per tutti, su tutte le piattaforme, c’è quello in cui lo scrittore Paolo Nori legge storie, racconti e romanzi.

Gli abbonati al Post che se li erano persi, oppure quelli arrivati più recentemente (benvenuti!), possono recuperare quello che aveva fatto Arianna Cavallo per raccontare le storie intrecciate e battagliere di Algida, Motta, Eldorado e Sammontana. Oppure quello di Davide De Luca sulla storia visionaria e tormentata di come la nostra società ha provato a immaginare e raccontare l’apocalisse, climatica e non. Oppure, ancora, quello di Stefano Vizio sul più grande anno della storia del jazz, il 1959, coi dischi di Miles Davis, John Coltrane, Charles Mingus, Dave Brubeck e Ornette Coleman.

Da Costa a Costa
Francesco Costa è il vicedirettore del Post e da anni segue e racconta la politica americana in Da Costa a Costa, una newsletter settimanale e un podcast bisettimanale. Gli è andata bene, diciamo, visto che ha cominciato l’anno in cui è stato eletto Donald Trump. Ma è anche bravo (forse siamo di parte). Potete deciderlo voi ascoltando le vecchie puntate del suo podcast, gratis per tutti, oppure quelle che ha fatto su Storytel per raccontare sette personaggi americani, da Beyoncé a LeBron James: “The Big Seven” (se vi abbonate da questo link, ci sono 30 giorni di prova gratuita invece che 14). Per i milanesi, ma anche per gli altri: ne ha fatto anche uno su Milano. Ora è diventata temporaneamente tutto un altro posto, ma torna molto utile per capire e interpretare come sta reagendo la città a questa situazione mai vista.

Morgana
Lo fa la scrittrice Michela Murgia, scrivendolo con Chiara Tagliaferri, e lo produce Storielibere: sono storie di «donne controcorrente, strane, pericolose, esagerate, stronze e a modo loro tutte diverse e difficili da collocare». Da Moana Pozzi a Madonna a Moira Orfei. Trovate le puntate qui.

Quelli di Alessandro Barbero
È uno storico specializzato in Medioevo che insegna all’Università del Piemonte Orientale, ma soprattutto è una specie di celebrità dell’internet italiana degli ultimi tempi. Cioè da quando, principalmente grazie al passaparola, le registrazioni delle sue conferenze – non si tratta di veri e propri podcast – sono diventate popolarissime, specialmente tra i giovani. Non è difficile capire perché, ascoltandolo raccontare la battaglia di Adrianopoli, il sesso nel Medioevo, l’attentato di via Rasella o quelli che ha dedicato al Risorgimento.

Veleno
È il podcast italiano di maggiore successo di sempre: lo ha realizzato l’ex inviato delle Iene Pablo Trincia, lo ha prodotto Repubblica e racconta in sette puntate la storia incredibile dei bambini allontanati dalle loro famiglie negli anni Novanta in Emilia, quando i genitori vennero accusati di praticare riti satanici. Assomiglia ai podcast di true crime americani, e anche se il metodo giornalistico è piuttosto diverso il risultato è molto coinvolgente. Lo trovate qui.

Dopo il successo di Veleno, Trincia ha fatto anche Buioper Audible, per raccontare storie di gente che ha avuto grandi difficoltà e sofferenze e in qualche modo ne è uscita.

La Piena
È il racconto che ha fatto Matteo Caccia per Audible sulla storia incredibile di Gianfranco Franciosi, un meccanico nautico ligure che nei primi anni Duemila fu coinvolto in una storia assurda e loschissima di trafficanti di droga internazionali, finendo per diventare un informatore della polizia. Sono dieci puntate in tutto.

La Riserva (e gli altri podcast di Fenomeno)
La Riserva è il podcast calcistico di riferimento dei tifosi nella redazione del Post: lo fanno ogni settimana Simone Conte, Daniele Manusia ed Emanuele Atturo, che hanno costruito tutto un loro modo di parlare della Serie A e del calcio in generale, molto diverso nei toni e nei contenuti da quello che si sente in televisione, grazie al quale si sono ritagliati un pubblico molto affezionato.

Ma l’Ultimo Uomo, la rivista di sport che sta dietro alla Riserva, ha iniziato da un po’ a fare anche altri podcast, raccogliendoli tutti sulla piattaforma Fenomeno. C’è Trame, in cui Dario Saltari racconta storie di sport e politica; Passi, in cui Marco D’Ottavi, Lorenzo Bottini e Antonio Paesano parlano di NBA; Phenomeni, in cui Matteo De Giuli parla di cose strane che capitano a tutti, o di cose surreali che forse non capitano a nessuno. In tempi di calciomercato esce poi Pendolino, mentre se siete appassionati di tattica calcistica se ne parla parecchio in Lobanovski.

Fuori da Fenomeno, un appassionato di basket della redazione segue la NBA anche con Ball Don’t Lie, podcast settimanale realizzato tra gli altri da alcuni autori dell’Ultimo Uomo.

Risciò
Lo hanno fatto Giada Messetti e Simone Pieranni raccontando storie e cose per capire meglio la Cina, un argomento che torna particolarmente buono oggi, se vi siete interrogati sui vantaggi e gli svantaggi che ha avuto nel gestire l’epidemia di coronavirus. Lo ha prodotto PianoP, sono otto puntate.

Pilota
“Pilota” come episodio pilota, naturalmente. È un podcast sulle serie tv di Alice Alessandri, Alice Cucchetti e Andrea Di Lecce a cadenza assolutamente arbitraria, come dicono loro. Ogni episodio è costruito attorno a un tema e quasi tutti sono trasversali a serie diverse. È molto utile per scoprire nuove serie tv e soprattutto fa ridere, che di questi tempi non guasta. È prodotto da Querty.

Quelli di Radio 3
Altra grande passione di alcuni redattori del Post. C’è Ad alta voce, storico programma in cui vengono letti i libri a puntate, e in cui in questo momento l’attore Marco Cavalcoli sta leggendo Ma gli androidi sognano pecore elettriche? di Philip K. Dick. Oppure c’è Wikiradio, «una sorta di almanacco di cose notevoli ed utili da sapere per orientarsi nella nostra modernità» che racconta ogni giorno una cosa successa in quella data. Su Fahrenheit si parla ogni giorno di libri, con gli autori, mentre Alle Otto di sera trasmette – indovinate a che ora? – lezioni tematiche sugli argomenti più disparati.

Power Pizza
È condotto dal fumettista Sio (Simone Albrigi) insieme a Nick (Nicola Bernardi) e Lorro (Lorenzo Civolari). In ogni puntata i tre conduttori e gli ospiti che capitano di volta in volta recensiscono fumetti, libri, videogiochi, film e serie tv dando ad ognuno un voto “in fette di pizza”. Lo fanno con uno stile allegro e scherzoso, come in una chiacchierata tra amici, con elementi di nonsense tipici dello stile dei fumetti di Sio. Le puntate escono ogni fine settimana, tra venerdì e domenica.

Archivio Pacifico
Lo scrittore Francesco Pacifico va a casa di persone «che fanno bene il loro lavoro» per chiacchierare di come lo fanno. Tra quelli con cui ha parlato ci sono Linus, Samantha Cristoforetti, Zerocalcare, Alessandro Borghese e Federica Pellegrini. Una cosa che ricorda per certi versi un talk show all’americana, con quelle interviste lunghe che in Italia non si vedono tanto.

Il gorilla ce l’ha piccolo
Un altro podcast di Storie Libere, che racconta come fanno sesso gli animali, come si corteggiano, e che senso hanno i loro comportamenti dal punto di vista evoluzionistico. Lo ha fatto il biologo Vincenzo Venuto, sono dodici puntate da una ventina di minuti ciascuna.

Senza rossetto
Lo fanno ormai da qualche anno Giulia Perona e Giulia Cuter, raccontando e spiegando i temi del femminismo contemporaneo, spesso con l’aiuto di scrittrici. Il nome arriva dal consiglio che venne dato alle donne italiane quando andarono a votare per la prima volta al referendum del 1946: non mettersi il rossetto, per non lasciare segni sulla scheda che andava leccata e incollata. Potete trovarlo quiqui.

Ricciotto
Ricciotto Canudo fu il primo critico cinematografico italiano, vissuto tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento: il nome viene da lì.
È un podcast di Aldo Fresia, Federica Bordin e Matteo Scandolin che un paio di volte alla settimana parlano – come avrete intuito – di cinema con competenza, spesso insieme ad alcuni ospiti. Hanno molta esperienza e molti episodi all’attivo (potete ascoltare il loro manifesto nella 100esima puntata), ma si sente che si divertono ancora molto a registrarlo. Lo produce Querty.

Scientificast
È uno dei più storici podcast italiani, che ormai ha già fatto oltre 200 puntate raccontando in modo semplice cose complesse legate alla scienza e a chi la fa, facendosi aiutare da esperti e addetti ai lavori. L’archivio è pieno di cose interessanti, specialmente in un periodo in cui di scienza sentiamo spesso parlare male.

Problemi
Lo ha iniziato da poco Jonathan Zenti, che è un audiodocumentarista grande esperto di podcast. E ascoltando Problemi lo si sente fin dal livello della produzione, di alta qualità. Lui racconta principalmente cose personali, per l’appunto problemi, con la sua città natale o con la storia delle accuse al comico Louis CK. In passato ne aveva fatti altri, apprezzati: i Ritornanti, sugli incontri che si fanno quando tutti tornano nelle loro città per le feste di Natale, oppure Meat, in inglese, sul nostro rapporto col corpo.

Hummus
Anche questo è su Storytel, e lo ha fatto la giornalista Laura Cappon, espertissima di Nord Africa e Medio Oriente, per spiegare l’Islam e le sue manifestazioni nel mondo contemporaneo, «per i principianti». Si parla delle primavere arabe, del jihad, del ramadan e del velo, un argomento per puntata.

Réclame
Se vi appassiona il mondo della pubblicità, o ancora meglio se ci lavorate, può mancarvi un posto in cui se ne parli come si fa, per esempio, della musica o dei libri. Da un po’ hanno iniziato a farlo Chiara Galeazzi e Tania Loschi, in un podcast in cui chiacchierano di cose come gli spot del Super Bowl o i social manager di certe imprese di pompe funebri.

La bomba in testa
Lo ha fatto Nicolò Porcelluzzi per Storytel per raccontare un pezzo della lotta armata degli anni Settanta a chi è nato un paio di decenni dopo, demistificando miti e pregiudizi diffusi tra chi ne ha soltanto sentito parlare. È fatto di sei puntate da 15-35 minuti: non è tanto un racconto cronologico degli omicidi e delle rapine commesse dalle Brigate Rosse e dagli altri gruppi terroristici di sinistra attivi nello stesso periodo, ma piuttosto una ricerca e una riflessione sul mondo in cui si formarono e su come dovremmo ricordarli.

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Disclaimer. Il Post ha un’affiliazione con Storytel e ottiene un piccolo ricavo se decidete di provare il servizio di streaming partendo dal link di questa pagina. Ma potete anche cercarlo su Google.