Una canzone di Gordi

Stasera cose nuove, una molto bella e australiana, due piuttosto belle e inglesi

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera.
La prima newsletter, inviata il 15 ottobre scorso, è online per tutti qui. Per ricevere le successive gli abbonati devono indicarlo nella propria pagina accountQui c’è scritto cosa ne pensa chi la riceve: qui sotto, online sul Post, c’è ogni giorno la parte centrale della newsletter, quella – dicevamo – sulla canzone.

Per celebrare l’arrivo alla centesima canzone, e per mettere della bellezza nelle serate domestiche e difficili di tutti in questo periodo, questa e altre 19 canzoni sono accessibili a tutti (12 marzo 2020).

The cost
Anche questa è una canzone nuova, notturna e malinconica, che parla di non cedere a una relazione niente che non si possa recuperare, di non mettersi in condizione di soffrire, di non trovarsi ad averne bisogno. È già successo, dice lei, ora proprio non è aria.
Lei si chiama Sophie Payten, è australiana e ha 28 anni, si fa chiamare Gordi. In Australia è discretamente famosa, altrove ha fatto cose visibili, come cantare con Bon Iver in tv al Tonight Show americano. Questa canzone l’ha pubblicata il mese scorso per destinare i ricavi ai soccorsi delle aree dell’Australia travolte dagli incendi (intanto è uscito anche un pezzo cantato da lei del produttore di elettronica Willaris).
Bella canzone, bella voce, bel modo di cantare, quando si appoggia su certe sillabe.
‘Cause I don’t allow
Myself to get caught up now
I’m telling you
I’m here to get lost I don’t count the cost of
Losing you

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