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  • Sabato 1 febbraio 2020

Guida al Sei Nazioni di rugby

Le cose da sapere sul più importante torneo del rugby europeo, che inizia oggi con Galles-Italia e andrà avanti fino a marzo

Sei Nazioni 2020
Charles Ollivon, Stuart Hogg, Owen Farrell, Alun Wyn Jones, Luca Bigi e Jonathan Sexton alla presentazione del Sei Nazioni (Mike Hewitt/Getty Images)

La 126ma edizione del torneo Sei Nazioni di rugby inizia oggi con la prima giornata delle cinque in programma. La partita inaugurale si gioca alle 15.15 al Millennium Stadium di Cardiff, lo stadio della nazionale gallese, che l’anno scorso vinse a mani basse il torneo facendo il Grande Slam, ossia vincendo tutte le partite disputate. Nella prima partita di questa edizione il Galles giocherà contro l’Italia, l’ultima classificata della scorsa edizione, che non vince una partita nel torneo dal febbraio 2015 e la cui ultima vittoria in una partita in casa, allo Stadio Olimpico di Roma, fu nel marzo 2013.

Il Sei Nazioni è uno dei tornei più antichi dello sport professionistico e viene organizzato, con alcune interruzioni, dal 1883. Negli ultimi anni si è affermato come uno degli eventi sportivi più seguiti e redditizi al mondo. Le sei città che ospitano le partite possono contare sulla creazione di un indotto di almeno 30 milioni di euro. Il Sei Nazioni è estremamente remunerativo anche per le partecipanti: al termine dell’ultima edizione gli organizzatori hanno distribuito premi per 130 milioni di euro, il 90 per cento dei quali diviso in sei parti uguali e il restante 10 per cento ripartito tenendo conto del “peso” delle federazioni partecipanti.

Quest’anno il montepremi finale complessivo ha raggiunto la quota record di 18 milioni di euro: la prima classificata ne riceverà sei (uno in più in caso di Grande Slam), l’ultima ne prenderà uno e mezzo.

Owen Farrell e Charles Ollivon, capitani di Inghilterra e Francia (Mike Hewitt/Getty Images)

L’edizione che sta per cominciare, e che l’Italia inaugurerà, è la ventunesima con l’attuale formato a sei partecipanti. È anche una delle più imprevedibili, almeno in partenza: si gioca ad appena tre mesi di distanza dalla Coppa del Mondo, che si gioca ogni quattro anni ed è un appuntamento che ha influito sulla preparazione delle squadre e sull’organizzazione di campionati e tornei continentali. Dalla fine della Coppa del Mondo a oggi, inoltre, quattro delle sei partecipanti al Sei Nazioni hanno cambiato allenatore, Italia compresa.

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La nazionale italiana è allenata temporaneamente dal sudafricano Franco Smith. C’è anche un nuovo capitano, il ventottenne reggiano Luca Bigi, scelto dalla squadra come sostituto di Sergio Parisse, il più forte rugbista della storia italiana, che in questo Sei Nazioni giocherà solo l’ultima partita. Anche Francia e Irlanda hanno cambiato sia allenatore che capitano dopo la Coppa del Mondo: Fabien Galthié e Charles Ollivon per i primi, Andy Farrell e Jonhathan Sexton per i secondi. Farrell, inglese di Wigan, si ritroverà dunque a giocare contro il figlio Owen, capitano dell’Inghilterra vice campione del mondo allenata da Eddie Jones, grande favorita del Sei Nazioni proprio per il fatto di non essere cambiata troppo. La Scozia invece ha cambiato soltanto capitano, con Stuart Hogg al posto di Greig Laidlaw, al contrario del Galles, che ha tenuto Alun Wyn Jones come capitano ma ha rimpiazzato il neozelandese Warren Gatland con il connazionale Wayne Pivac.

Le altre cose da sapere

Il torneo dura sette settimane: finirà il 14 marzo. Ogni squadra gioca cinque partite (due in casa e tre in trasferta, o viceversa: all’Italia quest’anno ne toccano soltanto due in casa) e ottiene 4 punti per la vittoria, 2 per il pareggio e 1 di bonus se segna più di quattro mete o perde con meno di sette punti di scarto. La squadra che vince tutte e cinque le partite centra il Grande Slam (e si aggiudica tre punti bonus): il Galles l’anno scorso ci è riuscito. Il cucchiaio di legno invece, che non è un trofeo vero e proprio ma solo una “tradizione linguistica”, viene assegnato alla squadra che termina il torneo in ultima posizione: non va confuso con il “cappotto”, che si verifica quando una squadra perde tutte le partite del torneo. Spesso nostro malgrado le due cose coincidono.

Tutte le partite del Sei Nazioni maschile verranno trasmesse in esclusiva da Discovery Italia su DMAX, canale 52 del digitale terrestre, o in streaming tramite la piattaforma online Dplay. Qui il calendario completo. Le partite saranno commentate da Antonio Raimondi e Vittorio Munari, precedute e anticipate dal programma di approfondimento condotto da Daniele Piervincenzi con Paul Griffen. Il torneo femminile verrà trasmesso invece sui canali Eurosport.