Tesla è una bolla?

Nell'ultima settimana ha superato Volkswagen – pur vendendo molte meno auto – ed è diventata la seconda azienda automobilistica del mondo come valore: non è chiaro se possa durare

(AP Photo/Ringo H.W. Chiu)
(AP Photo/Ringo H.W. Chiu)

Questa settimana Tesla, la società produttrice di auto elettriche fondata da Elon Musk, ha superato per la prima volta i 100 miliardi di euro di capitalizzazione, cioè la somma del valore di tutte le sue azioni. Grazie a questo risultato, ottenuto dopo essere cresciuta dell’8,6 per cento in una sola giornata, Tesla ha superato Volkswagen, il secondo più grande produttore di veicoli al mondo (ne vende più di dieci milioni l’anno) con un valore in borsa di 99 miliardi di euro.

L’unico produttore di automobili con un valore superiore a Tesla al momento è Toyota che, nonostante venda poche auto più di Volkswagen, grazie alla gestione molto prudente dei suoi conti e al successo delle sue auto ibride ha una capitalizzazione pari a più di 230 miliardi di dollari: più di Tesla e Volkswagen messe insieme.

Questa situazione ha sorpreso molti, e ha ridato voce agli scettici che da tempo sostengono come le quotazioni di Tesla siano sopravvalutate. Nonostante il suo valore in borsa, infatti, Tesla è un’azienda minuscola se comparata a quelle che ha superato. Nel 2019 la società fondata da Elon Musk ha venduto 368 mila vetture, circa 30 volte meno di Volkswagen. Il suo fatturato è pari a 23 miliardi di dollari, esattamente un decimo dei suoi due maggiori concorrenti.

Nonostante questa situazione, negli ultimi sei mesi Tesla ha raddoppiato il prezzo delle sue azioni che è passato da 300 a quasi 600 dollari ad azione: c’è molta richiesta per le sue azioni, molti le comprano, e quindi il loro valore sale. Incrementi di questo tipo sono già avvenuti in passato ma sono rari, soprattutto nell’industria automobilistica, un settore dove prezzi e valori si muovono in genere piuttosto lentamente (se considerassimo Tesla un’azienda del settore tecnologico, questo incremento sarebbe meno sorprendente).

La situazione finanziaria mondiale, inoltre, è considerata da anni molto favorevole alla nascita di nuove bolle. Le politiche delle principali banche centrali, che hanno adottato bassi tassi di interesse e introdotto varie forme di Quantitative Easing, hanno inondato i mercati di denaro rendendo allo stesso tempo molto complicato trovare attività in grado di produrre rendimenti molto alti (anzi: molti tassi di interesse sono negativi, cioè in alcuni casi si paga per concedere un prestito, invece che ricevere un interesse sul denaro prestato).

In questa situazione può accadere che gli investitori puntino moltissimi soldi su operazioni speculative o rischiose, alla ricerca di alti rendimenti. Imprese rischiose e dall’incerto successo, quindi, possono vedere le loro quotazioni salire rapidamente, salvo poi vederle precipitare quando la situazione cambia e la bolla esplode. Sono anni oramai che alcuni analisti finanziari sostengono che dietro Tesla ci sia una bolla di questo tipo, alimentata dalla fiducia verso il futuro delle auto elettriche e anche verso le capacità di Elon Musk.

Come ha ricordato Yahoo Finance, Tesla possiede poi un nutrito gruppo di sostenitori che spesso intervengono sui social network per attaccare chi mette in dubbio la solidità dell’azienda (l’ultimo a cui è capitato è stato l’ex candidato indipendente alla presidenza degli Stati Uniti Ralph Nader).

Fino a oggi, però, queste previsioni non si sono realizzate. I guai di Tesla si sono sempre rivelati temporanei, così come i crolli nel prezzo delle sue azioni già avvenuti in passato. Complessivamente, la società ha continuato a crescere: l’azienda va sicuramente molto bene, il punto è se vada o no così bene da giustificare il suo attuale valore azionario. I numerosi imbarazzanti incidenti capitati a Musk, e che sarebbero stati fatali per molti altri amministratori delegati, sono stati dimenticati rapidamente e in molti continuano ad avere fiducia nella sua società.

Oggi gli analisti sono piuttosto divisi sul futuro di Tesla. Se molti continuano a sostenere che dietro il suo valore fuori scala si nasconda una bolla, altri la pensano diversamente. Il sito Business Insider ha messo insieme le opinioni di tre analisti sul futuro della società. Toni Sacconaghi, della società di analisi Bernstein, è da tempo scettico su Tesla e ritiene che nel prossimo anno il valore della società scenderà rapidamente intorno a un prezzo di 325 dollari ad azione, poco più di metà dell’attuale. Tra le ragioni di questo calo, Sacconaghi cita i costi crescenti per il nuovo impianto di Shanghai, una domanda in calo e la possibilità che il nuovo Modello Y finisca con il cannibalizzare le vendite del Modello 3, invece che sommarsi.

Daniel Ives, analista di Wedbush, ritiene invece che il valore di Tesla si assesterà per i prossimi sei mesi intorno ai 550 dollari ad azione (circa 50 dollari sotto il valore attuale). Secondo Ives molto dipenderà da quanto forte sarà la domanda in Cina e in Europa. Gli analisti della società New Street, infine, sono da tempo i più ottimisti nei confronti di Tesla, scrive Business Insider, e nella loro ultima nota scrivono ai loro clienti di aspettarsi che nei prossimi 12 mesi il prezzo ad azione salga ancora, fino a raggiungere gli 800 dollari.