Trasloco da Tiffany

La più famosa gioielleria del mondo si è spostata temporaneamente di qualche metro, trasferendo migliaia di gioielli con grandissime precauzioni

La sede di Tiffany su Fifth Avenue, Manhattan. (Spencer Platt/Getty Images)
La sede di Tiffany su Fifth Avenue, Manhattan. (Spencer Platt/Getty Images)

Tiffany & Co., una delle più note catene di gioiellerie al mondo, ha spostato temporaneamente la sua storica sede su Fifth Avenue, a Manhattan, quella davanti alla quale passeggia Audrey Hepburn nel celebre film Colazione da Tiffany. Per rinnovare il locale e i sovrastanti nove piani della sede dell’azienda, Tiffany ha dovuto spostare l’equivalente di milioni e milioni di dollari in gioielli, seguendo una rigidissima procedura di sicurezza raccontata dal New York Times.

Tiffany si sposterà per un po’ in un locale affittato da Nike sulla 57esima strada, distante solo pochi metri. Il nuovo locale è peraltro di proprietà della Trump Organization, la società del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che possiede anche la Trump Tower, l’edificio accanto alla storica sede di Tiffany. Quando Trump fu eletto, nel 2016, per un po’ gli affari di Tiffany ne risentirono per via delle nuove misure di sicurezza adottate intorno all’isolato a causa delle proteste.

Il bar aperto nel 2017 nella sede di Tiffany a New York, per permettere ai clienti di fare davvero “colazione da Tiffany”. (Christina Horsten/picture-alliance/dpa/AP Images)

Il negozio non ha voluto chiudere nemmeno un giorno per il trasloco, spostando tutta la merce nelle 18 ore tra la chiusura di domenica, anticipata di due ore alle 16, e l’apertura del lunedì mattina alle dieci. In questa fascia di tempo davanti alla porta del negozio è stata installata una tenda che coprisse la visuale dall’esterno. 30 agenti di sicurezza privata, in aggiunta a quelli di polizia disposti fuori dall’edificio, hanno controllato la situazione mentre 114.179 gioielli venivano tolti dalle vetrine e dai magazzini, sistemati in appositi carrelli sigillati da lucchetti controllati e ricontrollati, e sigillati infine con diversi giri di pellicola di plastica. I carrelli erano, curiosamente, dello stesso blu tendente al turchese associato a Tiffany, una tonalità peraltro registrata ufficialmente in diversi paesi.

I dirigenti del negozio hanno chiesto a tutti i dipendenti di non pubblicare niente di inerente al trasloco sui social network, e Tiffany ha ingaggiato anche una società di sicurezza specializzata per monitorare internet e i social in cerca di possibili indizi su intenti criminali. Ogni articolo è stato inserito in un sistema elettronico di inventario nel momento dell’imballaggio, e nuovamente una volta estratto dai carrelli nel nuovo negozio.

(AP Photo/Russel A. Daniels)

La grande preoccupazione, infatti, era che nella confusione del trasloco sparisse qualcuno dei preziosissimi gioielli. Tiffany, che nei prossimi mesi sarà formalmente acquistata dal gruppo di moda LVMH per oltre 16 miliardi di dollari, ha subìto varie rapine in passato, ma nel trasloco di lunedì è andato tutto liscio. Quando la gioielleria si era trasferita nella sede di Fifth Avenue, nel 1940, durante il trasloco erano andati persi un paio di bicchieri e tre tazze: questa volta nemmeno quelli.

Tra gli oggetti spostati c’erano gioielli di valore spropositato: tipo un anello di fidanzamento da 10,64 carati, dal costo di quasi 2,5 milioni di dollari (ogni volta che i clienti sentono la cifra se la fanno ripetere di nuovo increduli, ha raccontato una dipendente al New York Times). Nella stessa vetrina in cui era esposto c’erano altri 18 anelli da più di 3 carati (che è una misura di peso, ed equivale a 0,2 grammi): il contenuto valeva complessivamente 10 milioni di dollari. Il “Tiffany diamond”, forse il gioiello più famoso prodotto dalla società e indossato in una collana da Lady Gaga alla scorsa cerimonia degli Oscar, è invece rimasto in una cassaforte la cui posizione non è nota. È un diamante giallo scoperto nel 1877 in Sud Africa, di oltre 287 carati, il cui valore è stimato in circa 30 milioni di dollari.