Il Parlamento Europeo ha approvato la nomina della nuova Commissione Europea presieduta da Ursula von der Leyen

(AP Photo/Jean-Francois Badias)
(AP Photo/Jean-Francois Badias)

Il Parlamento Europeo ha approvato la nomina della nuova Commissione Europea, l’organo esecutivo dell’Unione Europea, che sarà presieduta dalla tedesca Ursula von der Leyen. La nuova Commissione si insedierà ufficialmente l’1 dicembre, fra quattro giorni, sostituendo quella guidata da Jean-Claude Juncker. La ratifica è stata approvata con 461 voti a favore e 157 contro durante la sessione plenaria del Parlamento in corso in questi giorni a Strasburgo. La Commissione von der Leyen ha ottenuto molti più voti rispetto a quella di Juncker – che si era fermata a 423 – e il margine sui voti contrari è stato molto più ampio del previsto.

Hanno votato a favore della Commissione tutti i partiti che fanno parte della maggioranza politica che gestisce l’attuale legislatura europea: Popolari, Socialisti e Liberali. Il gruppo dei Verdi si è astenuto, mentre hanno votato contro sia la sinistra radicale sia l’estrema destra. Fra i partiti italiani, la Lega e Fratelli d’Italia hanno votato contro in maniera compatta, mentre Partito Democratico e Forza Italia a favore. Nel Movimento 5 Stelle, in 10 hanno votato a favore, due contro (Ignazio Corrao e Nicola Pedicini) mentre due si sono astenuti (Eleonora Evi e Rosa D’Amato).

Nel discorso che ha preceduto il voto, von der Leyen ha ribadito le priorità della nuova Commissione citando soprattutto il Green New Deal, il piano per ridurre a zero le emissioni inquinanti nette all’interno dell’UE entro il 2050 che dovrebbe essere presentato nelle prossime settimane.

In estate von der Leyen si era già presentata davanti al Parlamento Europeo radunato in sessione plenaria, che doveva votare sulla sua nomina: fu approvata con un margine molto ridotto, di appena nove voti. La ratifica in blocco della sua Commissione era stata programmata per ottobre ma nelle settimane precedenti il Parlamento Europeo aveva respinto tre dei candidati commissari indicati da von der Leyen, che ha dovuto sostituirli posticipando il voto finale.

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