Tutte le prossime elezioni in Italia

Superata l'Umbria, ci aspetta un anno intenso: si parte il 26 gennaio con l'Emilia-Romagna, poi altre sette regioni e oltre mille comuni

(ANSA/ FEDERICA LIBEROTTI)
(ANSA/ FEDERICA LIBEROTTI)

Il 2020 sarà un anno di importanti elezioni amministrative in Italia. Si voterà per rinnovare presidenti e consigli regionali in otto regioni e per scegliere i sindaci e i consigli comunali di oltre mille comuni, tra cui Venezia, Mantova, Agrigento e Arezzo. L’elezione più vicina in ordine di tempo sarà anche quella considerata più importante per la situazione politica nazionale: il voto per scegliere il presidente dell’Emilia-Romagna, la “regione rossa” per eccellenza, dove si voterà il prossimo 26 gennaio. Una sconfitta del Partito Democratico in questa regione, ipotizzano in molti, potrebbe portare addirittura alla fine del secondo governo Conte.

Emilia-Romagna, 26 gennaio
È l’unica regione in cui si è già stabilito quando votare e in cui i due principali schieramenti hanno già annunciato i loro candidati. Il centrosinistra ha scelto il presidente di regione uscente, Stefano Bonaccini del PD, mentre il centrodestra sosterrà la senatrice leghista Lucia Borgonzoni. Fino a pochi anni fa la vittoria del centrosinistra in Emilia-Romagna sarebbe stata data per scontata: la regione era il cuore dell’area a cavallo dell’Appennino Tosco-Emiliano dove fin dal Dopoguerra i partiti della sinistra italiana hanno governato e ottenuto i migliori risultati.

Negli ultimi anni però le cose sono cambiate e, soprattutto dopo le elezioni in Umbria, molti nel centrosinistra guardano con preoccupazione al voto in Emilia-Romagna. Alle ultime elezioni regionali, nel novembre del 2014, Bonaccini vinse con il 49 per cento del voti, contro il 30 per cento raccolto dal suo avversario, il leghista Alan Fabbri, che nel frattempo è diventato sindaco di Ferrara, un’altra città storicamente governata dalla sinistra. Un risultato apparentemente buono, ma che in realtà rappresentò la percentuale di voti più bassa mai ottenuta da un candidato della sinistra in Emilia-Romagna.

I risultati delle elezioni europee dello scorso maggio contribuiscono a rendere poco sereni gli animi del dirigenti del Partito Democratico. La Lega infatti è stata il primo partito in regione con circa 760 mila voti, contro i 700 mila raccolti dal PD. Il Movimento 5 Stelle alle europee ha raccolto ben 290 mila voti, ma non è chiaro – dopo la sconfitta in Umbria – se deciderà di tornare ad allearsi con il PD.

Calabria, Campania e Puglia
Tra gennaio e la primavera andranno al voto le ultime tre regioni del Sud governate dal centrosinistra. La Calabria sarà la prima e, anche se non è ancora stata scelta una data, dovrà votare entro la fine di gennaio. Il centrosinistra potrebbe candidare il presidente di regione uscente, Mario Oliverio, ma in quel caso sarebbe quasi impossibile raggiungere un accordo con il Movimento 5 Stelle, oggi all’opposizione in regione: e questo, secondo analisti e giornalisti che si occupano di politica, condannerebbe il centrosinistra alla sconfitta. Alle ultime elezioni europee, infatti, in Calabria il Movimento 5 Stelle è stato il partito più votato, con più del 26 per cento. Se PD e M5S non faranno un accordo una vittoria del centrodestra è considerata probabile.

La Campania è una delle poche regioni dove il Movimento 5 Stelle è considerato realmente competitivo (anche se il fatto che non sia mai riuscito a vincere in una regione non depone a suo favore). Alle europee in Campania il M5S ha raccolto quasi il 34 per cento dei voti, distaccando tanto la Lega quanto il PD. Un’alleanza tra centrosinistra e Movimento 5 Stelle, quindi, avrebbe ottime possibilità di conquistare la regione. L’incognita principale è il presidente uscente del PD, Vincenzo De Luca, uno dei politici che in questi anni ha usato le parole più dure sul M5S e che ha già escluso ogni possibilità di alleanza. Il centrodestra deve ancora scegliere il suo candidato, che con ogni probabilità sarà di Forza Italia. Anche se meno forte che altrove, il centrodestra rimane anche in Campania una coalizione con discrete possibilità di vittoria, soprattutto se i suoi rivali dovessero presentarsi divisi.

La Puglia è un’altra regione dove tutto può ancora accadere. Il presidente uscente, Michele Emiliano, è uscito dal PD, ma punta comunque a ottenere il sostegno di tutto il centrosinistra. Senza il sostegno del Movimento 5 Stelle, però, sarà dura: alle elezioni europee il PD in Puglia è andato molto male, raccogliendo appena 260 mila voti contro gli oltre 400 mila ottenuti da M5S e Lega. Il centrodestra vuole approfittarne per tornare al governo della regione dopo 15 anni di governo della sinistra con un candidato espresso da Fratelli d’Italia (che non è ancora stato scelto).

Toscana e Marche
Anche le ultime due “roccaforti” della sinistra nell’Italia centrale andranno al voto il prossimo anno. La regione più importante è la Toscana, dove nel 2015 il candidato del PD Enrico Rossi vinse con quasi il 50 per cento, battendo il candidato del centrodestra di oltre 30 punti. Oggi però le cose sono cambiate e alle ultime elezioni europee in Toscana il centrodestra è praticamente arrivato alla pari con il centrosinistra. La competizione comunque è ancora molto incerta e molto dipenderà dalla scelta dei candidati presidente. Il PD è in difficoltà, dovendo trovare un successore al presidente uscente Enrico Rossi, arrivato al secondo mandato. L’altra incognita è Italia Viva, il partito di Matteo Renzi ancora molto influente in Toscana, che potrebbe decidere di presentare una sua lista oppure potrebbe sostenere il candidato del centrosinistra. Il centrodestra dovrebbe sostenere Susanna Ceccardi, ex sindaca di Cascina, in provincia di Pisa, e oggi europarlamentare della Lega. Il M5S in Toscana non è molto forte, e almeno per il momento non sembra che un accordo con il PD sia in agenda.

Le Marche sono un’altra regione dove per il centrosinistra sembra difficile rimanere al governo senza fare un accordo con il Movimento 5 Stelle. Il presidente uscente, Luca Ceriscoli, nel 2015 vinse con il 40 per cento dei voti. Da allora il centrosinistra non ha fatto che perdere consensi e oggi in regione ha circa la metà dei voti di cinque anni fa. Il centrodestra invece appare in forte crescita e candiderà probabilmente un esponente di Fratelli d’Italia.

Veneto e Liguria
Sono le uniche due regioni con presidenti uscenti di centrodestra tra quelle in cui si terranno le elezioni. Le possibilità di vittoria del centrosinistra o del Movimento 5 Stelle appaiono praticamente nulle. In Veneto alle elezioni europee la Lega ha raccolto da sola poco meno del 50 per cento dei voti. Il presidente uscente Luca Zaia è popolarissimo in regione e sebbene abbia già fatto due mandati può candidarsi per ottenerne un terzo, e salvo sorprese clamorose lo otterrà.

In Liguria la situazione è un po’ meno definita, anche se viene largamente data per scontata una vittoria del centrodestra. Le incertezze, anche qui, riguardano soprattutto la scelta del candidato presidente. La Lega ha detto che è disponibile ad appoggiare il presidente uscente Giovanni Toti, ex Forza Italia che ha da poco fondato un suo partito, Cambiamo!, particolarmente vicino alla Lega. Forza Italia non è molto d’accordo e quindi da questo scontro potrebbe uscire un nuovo nome.

Le elezioni comunali
Oltre che in queste otto regioni, l’anno prossimo si voterà anche in circa mille comuni. Nessuna grande città sarà coinvolta ma l’elenco comprende comunque diverse città importanti: in tutto più di una decina di capoluoghi di provincia. La sfida più importante sarà probabilmente quella di Venezia, dove il centrosinistra proverà a riprendere la città governata negli ultimi cinque anni dal sindaco di centrodestra Luigi Brugnaro. Sempre in Veneto si voterà anche a Rovigo, dove cinque anni fa il sindaco della Lega aveva vinto con il 60 per cento dei voti.

In Lombardia si voterà a Lecco e Mantova, oggi entrambe governate dal centrosinistra. In Toscana si voterà ad Arezzo, dove nel 2015 il centrodestra riuscì a vincere per pochi voti. Nelle Marche si voterà a Macerata, governata dal centrosinistra, e Fermo, dove c’è un sindaco di una lista civica. In Abruzzo si voterà a Chieti, dove governa il centrodestra, mentre in Puglia si voterà a Trani e Andria, che insieme a Barletta formano un’unica provincia (a Trani c’è un sindaco di centrosinistra, mentre ad Andria governa il centrodestra).

In Basilicata si voterà a Matera, governata dal centrosinistra, e in Calabria si voterà a Vibo Valentia, governata dal centrodestra. Si voterà anche ad Aosta (governata dal centrosinistra), ad Agrigento (governata da una coalizione centrista di cui fa parte anche il PD) ed Enna (che ha un sindaco espresso da una lista civica). Infine, in Sardegna si voterà a Nuoro, che oggi ha un sindaco espresso da una lista civica.