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  • Domenica 27 ottobre 2019

Il primo turno delle presidenziali in Uruguay

Si prevede che Daniel Martínez, della coalizione di sinistra che governa dal 2005, e Luis Lacalle Pou, di centrodestra, andranno al ballottaggio

Due sostenitrici della coalizione di governo Fronte Ampio indicano il quarto governo consecutivo durante l'ultimo comizio prima delle elezioni presidenziali, il 23 ottobre 2019, a Montevideo (AP Photo/Matilde Campodonico)
Due sostenitrici della coalizione di governo Fronte Ampio indicano il quarto governo consecutivo durante l'ultimo comizio prima delle elezioni presidenziali, il 23 ottobre 2019, a Montevideo (AP Photo/Matilde Campodonico)

Oggi in Uruguay si vota per eleggere il prossimo presidente e il nuovo Parlamento. La Costituzione del paese non prevede che il presidente possa fare due mandati consecutivi, quindi l’attuale presidente Tabaré Vázquez, esponente della coalizione di sinistra Fronte Ampio, non è tra i candidati: i due principali sfidanti sono Daniel Martínez per il Fronte Ampio e Luis Lacalle Pou del Partito Nazionale, di centrodestra. Ce ne sono anche altri, ma Martínez e Lacalle Pou sembrano in netto vantaggio, anche se nessuno dei due, stando ai sondaggi, supererà il 50 per cento: se, come probabile, andrà così, il secondo turno sarà il 24 novembre.

Daniel Martínez, il 23 ottobre 2019 (AP Photo/Matilde Campodonico)

Daniel Martínez ha 62 anni, è un ingegnere e fino allo scorso aprile era il sindaco di Montevideo, la capitale del paese. Prima ancora era stato ministro dell’Industria, dell’Energia e delle Miniere durante la prima presidenza di Tabaré Vázquez. I sondaggi lo danno tra il 33 e il 41 per cento. Anche se all’interno del Fronte Ampio non sono proprio vicinissimi, Martínez ha l’appoggio di José “Pepe” Mujica, l’ex presidente che negli anni del suo governo si era fatto molto notare anche all’estero e che alle elezioni di oggi è candidato senatore. Di Martínez, Mujica ha detto che «non smette mai di essere un ingegnere» e per questo «la sua specialità è la gestione dei problemi e l’impegno concreto per cercare di risolverli».

Il Fronte Ampio governa in Uruguay dal 2005 e da allora, in particolare durante la presidenza di Mujica, ha introdotto grandi riforme, tra cui i matrimoni tra persone dello stesso sesso e la liberalizzazione della produzione, della vendita e del consumo di marijuana. Dal 2005 a oggi l’economia del paese è molto cresciuta e la povertà è diminuita, tuttavia recentemente il governo di Vázquez ha perso molto consenso a causa di uno scandalo: nel 2017 il vicepresidente Raúl Sendic si era dovuto dimettere per un’accusa di corruzione. Se Martínez dovesse vincere le elezioni, sarebbe il quarto governo di sinistra consecutivo.

Il suo principale sfidante Luis Lacalle Pou ha 46 anni ed è in politica praticamente da sempre: fu eletto in Parlamento per la prima volta nel 1999, a 26 anni, ed è figlio di un ex presidente e di una senatrice. Si era già candidato presidente alle scorse elezioni, nel 2014, quando era arrivato secondo al ballottaggio con Vazquez, fermandosi al 41 per cento. In questa campagna elettorale lui e gli altri candidati presidenti di opposizione hanno insistito sui deludenti risultati economici dell’Uruguay degli ultimi anni – di recente la crescita è rallentata – e sull’aumento della criminalità: nel 2018 c’è stato un record di 414 omicidi, un aumento del 45 per cento rispetto all’anno prima. I sondaggi degli ultimi giorni danno Lacalle Pou al 22-27 per cento. Le sue posizioni sono conservatrici liberali.

Oltre a lui e Martínez ci sono altri due candidati presidenti, entrambi uomini, il cui sostegno secondo i sondaggi non supera il 16 per cento. Uno di questi, Guido Manini Ríos, l’ex capo dell’esercito e leader del nuovo partito Open Cabildo, è stato paragonato al presidente del Brasile Jair Bolsonaro. Dato che tutte le opposizioni sono contrarie a un quarto governo del Fronte Ampio, è probabile che in caso di ballottaggio Lacalle Pou ottenga il sostegno degli altri candidati. Nelle ultime tre elezioni il Fronte Ampio non ha avuto bisogno di fare alleanze perché aveva ottenuto la maggioranza assoluta in Parlamento, mentre con queste elezioni, posto che Martínez riesca a diventare presidente, non è detto che succeda.

Luis Lacalle Pou, il 22 ottobre 2019 (AP Photo/Matilde Campodonico)

Oggi si voterà anche per un referendum per fare entrare in vigore misure di contrasto al crimine più dure, criticato dai gruppi che si occupano di diritti umani. Tra le altre cose prevederebbe la creazione di un corpo di polizia paramilitare, l’introduzione di ronde notturne, l’inasprimento di alcune pene detentive e l’introduzione dell’ergastolo – al momento la pena massima è 32 anni di carcere. Nessun candidato presidente approva la proposta del referendum, portata avanti dal senatore del Partito Nazionale Jorge Larrañaga, nemmeno Lacalle Pou. A proposito della sicurezza il candidato di centrodestra ha proposto un aumento del numero di poliziotti presenti sulle strade. Secondo un recente sondaggio però avrebbe il sostegno del 53 per cento della popolazione, 3 punti percentuali in più di quelli necessari perché passi il referendum.

Oggi i seggi chiuderanno quando in Italia saranno le 23.30. Comunque vada il nuovo presidente entrerà in carica il primo marzo 2020.